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L’arcivescovo di Aleppo contro i presuli europei: “Davanti alla minaccia islamista fanno i politicamente corretti”
Mons. Jeanbart: “Tra lo Stato islamico e il governo, la scelta è ovvia. Non vogliamo una teocrazia sunnita. Dovete aprire gli occhi”
di Matteo Matzuzzi | 10 Febbraio 2016 ore 06:20
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FAMILY DAY/ AVVISO AGLI INCIUCIANTI: LE COMBAT CONTINUE
– di GIUSEPPE RUSCONI –www.rossoporpora.org – 31 gennaio 2016
Ieri, sabato 30 gennaio, il Circo Massimo è stato teatro di un evento storico, a sette mesi da quello di piazza San Giovanni: irriso dalla nota lobby e dal potere massmediatico, il popolo della famiglia ha dimostrato ancora di esserci, addirittura accresciuto, per testimoniare il suo attaccamento alla dignità umana fondata su una antropologia ebraico-cristiana. Deciso a combattere senza se e senza ma la ‘buona battaglia’.
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AsiaNews - FILIPPINE - MYANMAR
Congresso eucaristico, card. Bo: Gli attacchi alla famiglia più pericolosi dell'atomica
Francis Khoo Thwe
Il presule birmano, legato pontificio all’incontro di Cebu, ha presieduto la messa conclusiva del congresso. Nell’omelia ha denunciato gli attacchi al nucleo fondante della società e ha rilanciato le Filippine, "faro dell'evangelizzazione". Dal Paese asiatico l’impulso alla missione del terzo millennio. Eucaristia fonte e vetta dell’impegno di vita.
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Interris
I RETROSCENA DEL FAMILY DAY
don Aldo Buonaiuto - feb 1, 2016
Dicono che ci siano state telefonate impazzite per tentare di far fallire la manifestazione delle famiglie. L’indicazione data ai mezzi di comunicazione sarebbe stata anche questa volta di sminuire il più possibile l’evento dandone poco risalto, e l’ordine è stato eseguito. C’è stato il palese tentativo di mettere la sordina a tutto il mondo istituzionale cattolico, spinto a ritirarsi in un angolino senza far rumore per non irritare certi padroni. Invece c’è stato un popolo che si è mosso liberamente, con una forza incredibile, grazie al comitato che è riuscito ad avere i molti movimenti ecclesiali dalla propria parte, creando così una massa virale, uno tzunami che persino i vescovi non hanno potuto controllare.
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Unioni civili, l’attacco della Cei: sono «alternativa» alla famiglia
La conclusione del Consiglio episcopale: «L’equiparazione in corso tra matrimonio e unioni civili è stata affrontata all’interno della più ampia preoccupazione per la mutazione culturale che attraversa l’Occidente»
di Redazione Online
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Tempi.it
Genitori di omosessuali: noi al Family Day contro una legge che non accetta i nostri figli
gennaio 29, 2016 Michele Gastaldo
L’adesione dell’associazione Agapo: «Il ddl Cirinnà erige un nuovo tabù per impedire la più elementare delle domande: da dove vengono i figli delle unioni gay?»
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La verità sulle unioni civili. Domande e risposte per capire meglio il ddl Cirinnà
gennaio 23, 2016 Giancarlo Cerrelli
Cosa sono e come si differenziano dal matrimonio? Davvero “ce le chiedono Bruxelles e la Corte costituzionale”? La stepchild adoption apre all’utero in affitto?
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Ecco il Papa: "No alla confusione tra famiglia voluta da Dio e altri tipi di unione"
di Matteo Matzuzzi | 22 Gennaio 2016 ore 15:02
Roma. "La chiesa ha indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione", ha detto il Papa nel discorso tenuto questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, in occasione della solenne inaugurazione dell'anno giudiziario della Rota Romana. Francesco ha insistito sulla prerogativa della Rota quale "tribunale della verità del vincolo sacro". A poco più di una settimana dal Family Day del 30 gennaio contro il disegno di legge Cirinnà che si propone di regolamentare le unioni civili, Francesco ribadisce che per la chiesa ogni equiparazione al matrimonio è inammissibile. Vengono quindi a cadere le ricostruzioni giornalistiche su presunte irritazioni papali verso il cardinale Bagnasco (arrivando a cancellare un'udienza prevista). Inoltre, sembrano non poco aderenti alla realtà le ipotesi sul fatto che il vescovo di Roma non avrebbe proferito parola in proposito.
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Unioni civili, “dopo il momento della preghiera, quello della piazza”, dice il vescovo di Trieste
Parla monsignor Crepaldi, ex segretario del Pontificio consiglio Giustizia e pace: “Se il ddl Cirinnà fosse approvato così com’è, le conseguenze sarebbero enormi. Ma anche senza stepchild adoption, la norma resta inaccettabile”. Chi va al Circo Massimo il 30 gennaio “esercita il proprio dovere di cittadino responsabile”
di Matteo Matzuzzi | 20 Gennaio 2016 ore 14:18
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SCIENZA & VITA: L’IDEA DI VERONESI SULL’UTERO IN AFFITTO NON È SOLO ANTIUMANISTA, MA ESPRESSIONE DI UNA SCIENZA ANTIQUATA
Pubblicato il gennaio 20, 2016
“Nel pieno del dibattito sulle unioni civili e il nodo della stepchild adoption che, di fatto, avalla l’utero in affitto, stridono oltremisura le affermazioni di Umberto Veronesi sul settimanale Oggi. Sostenere che nella maternità surrogata non vi sia ‘nulla di deprecabile’ e che, anzi, sia ‘un’occasione per le donne non abbienti di migliorare il proprio tenore di vita’ risulta davvero inconcepibile in bocca a un medico che ha dedicato la sua professione a salvare la vita delle donne e, grazie a tecniche innovative, a rispettare il più possibile la loro femminilità”, commenta Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita.
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Bagnasco: «Le unioni civili? Grave distrazione da veri problemi»
Il presidente della Cei: le priorità sono «creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare». «L’accanimento» su altri temi è «distrazione irresponsabile»
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“Troppo” cattolico, mons. Negri sotto attacco
(di Mauro Faverzani)
Più che un appello, sembra una sentenza: la lettera, spedita in fretta e furia in Vaticano – in particolare, al Papa ed alla Cei –, per cavalcare l’onda mediatica (prevedibilmente favorevole), ha lasciato diverse questioni aperte sul tappeto.
A quelli dell’associazione Pluralismo e dissenso di Ferrara proprio non piace il loro Vescovo, mons. Luigi Negri: troppo cattolico, fermo sui principi e pronto oltre tutto a difenderli. Con la determinazione di chi sa bene di avere una precisa «responsabilità pastorale» (Catechismo, n. 879), nei confronti dei suoi fedeli ed anche dei non fedeli. Mons. Negri scuote e richiama le coscienze e questo non piace, anzi crea «disagio». Da qui il nuovo anatema, lanciato dai firmatari della missiva: «Usa spesso parole non ispirate a misericordia e carità». È la misericordia il nuovo comandamento onnicomprensivo, guai a non adeguarcisi.
Dimenticando come il Vescovo sia chiamato a reggere la propria Diocesi «col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 894). Cioè non solo con lo zuccherino, bensì, quando e dove necessario, anche col bastone. Sono in trecento, a protestare. Quasi tutti ferraresi, si tiene a precisare. Sui 273.900 battezzati di quella Diocesi, quella di Ferrara e Comacchio. Un numero ridicolo, insignificante. Anche se gridano forte e cercano lo scontro: ritengono che il loro presule si discosti «troppo frequentemente e su troppe questioni dalle parole del Papa», da loro erto a supremo riferimento del “cattolicamente corretto”.
Da qui l’accusa: mons. Negri, secondo loro, è «divisivo». Ecco il nuovo insulto: che non indica un tradimento dottrinale o, peggio, un atteggiamento eretico. «Divisivo», secondo loro, è chi combatte il laicismo, inteso quale sinonimo di «autodistruzione dell’Europa»; chi ritiene che le Crociate abbiano «permesso la sopravvivenza del Continente», bloccando la ferocia turca; chi accusa l’islam di tematizzare «la violenza come direttiva teoria e pratica»; e via elencando. Insomma, in una parola, «divisivo» sarebbe chiunque fa ed afferma, senza se e senza ma, una posizione culturale manifestamente, identitariamente, esplicitamente cattolica. Ma c’è di più.
C’è un problema di metodo. L’idea cioè che, a stilar le pagelle dei presuli, debba essere la “base”, seguendo percorsi mentali propri; non quindi – il che sarebbe legittimo – esprimendo pareri maturati alla luce della retta Dottrina, del Magistero e della Tradizione, specificando il dove e il come, spiegando e motivando, bensì pareri autoreferenziali, soggettivi ed epidermici, giocati sull’onda del sentimento, anziché della ragione e, tanto meno, della fede. È, questo, un modo di procedere alquanto pericoloso, poiché, cavalcando «decentralizzazione» e «periferie esistenziali», tenta d’introdurre i germi di un parlamentarismo in un contesto ad esso geneticamente alieno. La vera sfida consiste cioè nel sostituire un «furor di popolo» giacobino all’infallibile Parola di Dio.
Stupisce e duole constatare come, ancora una volta, gli ambienti di Chiesa, abbiano brillato per assenza, abbiano ufficialmente taciuto. Non una voce, chiara e forte, di solidarietà, non una critica agli improvvidi autori di quella missiva, né obiezioni alla vacuità delle accuse mosse. Un silenzio imbarazzante. Noi riteniamo fondamentale ed onesto, soprattutto in circostanze come questa, esprimergli tutta la nostra vicinanza. Con forza, affetto e gratitudine. Riconoscendogli il merito indiscutibile d’aver sempre agito e parlato con autentico sensus ecclesiae. E d’averlo fatto per un motivo preciso, per colmare quella che lo stesso mons. Negri ha recentemente definito «la più grande povertà che possa capitare ad un uomo, quella di non conoscere la verità di Cristo». Quella verità, che lui, da Vescovo, non ha mai cessato di proclamare. E che ancora proclama.
(Mauro Faverzani, per CorrispondenzaRomana.it)
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Siria, bombe sui cristiani: "Sono attacchi mirati, ma noi siamo uniti"
Attentati in Siria, il lutto e la resistenza. Parla il capo dell'eparchia armeno-cattolica di Qamishli: “Siamo in lutto totale”
di Matteo Matzuzzi | 04 Gennaio 2016 ore 20:18
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NON HO PROTETTO I MIEI FIGLI DALLA PORNOGRAFIA
Quelle immagini viste per sbaglio non le dimenticheranno mai
Autore: Roberta Sciamplicotti
È vero. C'erano persone nude su tutto lo schermo della televisione nel mio salotto. Stavo cercando di mostrare un video scientifico di YouTube e per sbaglio è apparso un video pornosoft. Agitata, mi sono affrettata a spegnere la televisione mentre i miei figli ridacchiavano. Ho cercato di fingere che non fosse accaduto niente, ma loro non riuscivano a smettere di ridere e io non riuscivo a nascondere il mio disagio. All'epoca il mio figlio più grande aveva 10 anni, e sapevo che non l'avrebbe mai dimenticato.
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La Slovenia boccia le nozze gay (tutti zitti)
Il referendum irlandese fu un caso mediatico, ora la notizia è censurata
di Redazione | 21 Dicembre 2015 ore 16:59
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CorSera
Kenya, gli ostaggi cristiani salvati dai musulmani: «Non ci separiamo»
I miliziani somali assaltano un autobus. E alla fine costretti a lasciare liberi tutti
Michele Farina
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Il no di Strasburgo
Il no all'utero in affitto, una scelta di civiltà
Lucia Bellaspiga
Avvenire 18 dicembre 2015
Una scelta di civiltà. La scelta di un’Europa che sembra ritrovare se stessa, le migliori conquiste della sua secolare storia. Ieri, infatti, il Parlamento europeo ha espresso per la prima volta una limpida e ferma condanna all’utero in affitto, pratica che «compromette la dignità umana della donna» e «deve essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani». Quando le sfide sono così dure, esigono risposte forti, civili sussulti, in grado di far comprendere a tutti la china su cui si stava scivolando e quindi di fermarsi in tempo: ogni volta che ciò non è accaduto, la storia dell’intera umanità e delle singole nazioni, come insegna soprattutto il Novecento, si è imbattuta in orrori da cui uscire è sempre lungo e doloroso. E non si pensi che l’utero in affitto – in aumento a macchia d’olio nel mondo – sia da meno rispetto a derive apparentemente superate come razzismo, schiavitù, tratta umana, sfruttamento della donna o eugenetica, perché in qualche modo li comprende tutti.
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UNA LETTURA DEL BIENNIO SINODALE – di GIUSEPPE RUSCONI – su www.rossoporpora.org – 14 dicembre 2015
Tante cose sono successe nei due anni caratterizzati dallo sviluppo del dibattito sinodale sulla famiglia. Cerchiamo di ripercorrere sinteticamente il biennio - in sé non ancora concluso poiché si attende il documento magisteriale conclusivo di papa Francesco – evidenziandone i momenti che riteniamo più significativi di un itinerario molto tormentato.
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Avvenire
Omosessuali, «vietato» pregare
Luciano Moia
13 dicembre 2015
La questione si può riassumere in due semplici domande. La prima: le persone omosessuali che vivono con disagio la propria condizione hanno il diritto di impegnarsi in un percorso di preghiera per trovare sostegno spirituale, per fare chiarezza dentro di sé, per mettere a confronto le proprie esperienze di vita con le ragioni della fede?
La seconda: le stesse persone hanno il diritto di tentare questa verifica spirituale, che riguarda un aspetto così intimo della propria identità, in modo riservato e in luoghi protetti, lontano dai clamori, dai fraintendimenti e dalle facili ironie dei media?
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Arcidiocesi di Milano
Dove è la misericordia là c’è Cristo (Sant’Ambrogio)
Il Precursore
V Domenica d’Avvento
Is 30,18-26b; Sal 145 (146); 2Cor 4,1-6; Gv 3,23-32a
Duomo di Milano, 13 dicembre 2015
Solenne Celebrazione di apertura in diocesi del Giubileo Straordinario della Misericordia
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano