-
SUDAN, GLORIA DI UNA CHIESA CROCIFISSA E MISERIE DELL’IDEOLOGIA
di Antonio Socci
Da “Libero”, 10 luglio 2011
Da oggi il sud del Sudan è finalmente uno stato libero e indipendente (se non verrà strozzato nella culla).
Lì è stato perpetrato l’ultimo genocidio del Novecento, ma un genocidio ignorato dai media e dal “partito umanitario” nostrano. Forse perché le vittime non erano “politically correct”, trattandosi di neri cristiani e animisti.
-
Avvenire 7 luglio 2011
ANNIVERSARIO
Don Camillo, 60 anni ma non li dimostra
Il primo ciak non si scorda mai. Figuriamoci a Brescello dove, 60 anni fa, cominciarono le riprese di Don Camillo. La troupe guidata dal regista Julién Duvivier invase il paesino della Bassa reggiana il 7 settembre del 1951 per restarci un mese. Cominciò così una "piccola rivoluzione" che ha portato nella leggenda il piccolo borgo di contadini e barcaioli sulle rive del Po.
-
Si può essere “cattolici democratici” senza essere più cattolici?
3 luglio 2011 di Antonio Socci
Vito Mancuso è un tipo minuto dall’aria dimessa e stropicciata. E’ uno dei figli spirituali del cardinal Martini e oggi è approdato a scrivere per Repubblica.
Commentando la nomina del cardinale Scola a Milano, ha spiegato che “la questione è politica” (curioso modo di considerare la Chiesa): siccome la Curia di Milano è stata per trent’anni nell’orbita di Martini e della sua corrente, secondo Mancuso tale doveva restare.
-
Il 16 luglio 2011 è la Festa della Madonna del Carmine e, insieme, il 10° anniversario della nascita dei vari siti che gravitano attorno a totustuus.it. Vogliamo ringraziare la Patrona delle anime purganti e voi, amici lettori, per averci voluto al vostro servizio in tutto questo tempo. Lo facciamo inserendo tra i libri scaricabili gratuitamente un antico gioiello di spiritualità ormai dimenticato, del Servo di Dio P. Giuseppe Ignazio Franchi d.O.:
L'amore al proprio disprezzo
Presentazione: È cosa veramente da piangersi che, essendo l'amore dei proprio disprezzo un punto di sommo rilievo nel divino servizio e per l' acquisto della cristiana perfezione, sì poco vi attendano per lo più non solo le persone scarsamente applicate alla pietà, ma quelle ancora che praticano una vita spirituale e devota. Che l'amore del proprio disprezzo importi infinitamente per ottenere la santità è chiaro, perché il fondamento di quella, secondo i Santi, è la vera umiltà, in guisa che, al dire di s. Agostino, la santità va del pari colla umiltà, e quella cresce, si aumenta a misura di questa. Or l'amore del proprio disprezzo è come la sostanza e la midolla della vera umiltà , e costituisce il più sicuro riscontro, se l'uomo è sinceramente umile.
Quindi è che s. Filippo Neri, eccellente maestro della vita perfetta, dovendo esaminare lo spirito di taluno, si rifaceva dall'investigare se veramente fosse umile, e per discernerlo tale veniva tosto alla prova del disprezzo, e trovatolo saldo e costante a questa pietra di paragone giudicava che egli fosse investito dallo spirito del Signore.
Di più il primo passo fondamentale ingiunto da Cristo nel Vangelo per chi vuol seguirlo dappresso è l'abnegazione, e l'odio santo di sè medesimo; e siccome ciascun cristiano per l'obbligo della sua professione è tenuto a seguirlo, perciò a tutti senza eccezione e riserva, o siano ecclesiastici, o secolari di qualunque sesso, stato e condizione, rivolse questo suo premuroso comando: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso" (Lc 9,23). Ma ciò è impossibile a conseguirsi senza atterrare il proprio orgoglio ed amore: e questi non cadranno giammai estinti senza amare il disprezzo di se stesso.
* * *
1) Cercate "Formazione" nella barra di navigazione in alto alla pagina
2) Cliccate su "Libri scaricabili gratis"
3) Cercate e cliccate la categoria "Spiritualità":
[www.totustuus.it]
* * *
* Vi ricordiamo che occorre essere registrati:
[www.totustuus.it] altrimenti la riga "Libri scaricabili gratis" e' invisibile.
* Se non vi siete ancora mai registrati cliccate invece qui:
[www.totustuus.it]
* * *
iGpM
totustuus.it
Regina Sacratissimi Rosari, ora pro nobis!
-
Antonio Socci, La guerra contro Gesù, Rizzoli 2011, ISBN: 17037365, pag. 448, Euro: 19,90
Sconto su
[www.theseuslibri.it]
Recensione di Rino Cammilleri apparsa sul mensile Il Timone.
Antonio Socci è, con Vittorio Messori, l’unico apologeta cristiano che scrive bestsellers venduti in centinaia di migliaia di copie. La sua ultima fatica, La guerra contro Gesù (Rizzoli), certo scalerà le classifiche (se non le avrà già scalate quando questa puntata del Kattolico vedrà la luce). Oh, stavo dimenticando gli ultimi due papi, anche loro apologeti e anche loro bestselleristi.
Il vostro Kattolico ha l’età per ricordare i tempi in cui certe cose circolavano come il samizdat in un gruppo di carbonari da cui gli stessi preti prendevano le distanze.
A me capitò addirittura di essere scacciato dal sagrato di una chiesa perché volantinavo contro il divorzio: il parroco chiamò i vigili (e poi fu fatto vescovo).
Molta strada è stata fatta da allora e ringraziamo Dio per questo.
Ma è tanta quella che ancora resta da fare, inutile nasconderselo.
Io stesso ho pubblicato i miei lavori con i maggiori editori nazionali, Mondadori, Rizzoli, Piemme. Il che dimostra che non c’è, ormai, alcuna preclusione ideologica nei confronti dell’apologetica cattolica: basta che venda (pecunia non olet).
Ebbene, è proprio qui il punto.
La mia stessa esperienza dimostra che quando ho parlato della Madonna o del Quadrato Magico ho fatto bestellers. Non così quando mi sono occupato di narrativa, per esempio. E mi basta leggere l’ultimo vendutissimo romanzo di Mastro Eco per constatare che la mia roba è di gran lunga migliore, lo dico con tutta umiltà-onestà.
Ma questo vuol dire una cosa, una cosa tragica: i cattolici hanno introiettato il ghetto, sono stati davvero convinti a ripiegarsi in una «scelta religiosa», a starsene in sagrestia o nei santuari e a non rompere.
Fateci caso: molte delle firme del «Timone» vengono, sì, invitati nei talkshow televisivi, ma solo quando si parla di papi, santi, madonne e miracoli. Ogni altro intellettuale può strologare su tutto, anche su papi, santi, madonne e miracoli. Gli intellettuali cattolici solo su questi. Se fate un giro sulla stampa è uguale, così come alla radio.
Un comico, un cantante, un regista paleomarxisti o perfino anarchici possono dire la loro sull’universo mondo. Non così un cattolico dichiarato. Il quale può occuparsi solo di vaticanologia o devozione.
Ero, qualche tempo fa, a firmare copie di un mio libro presso una libreria di Arona, sul Lago Maggiore. Si fermò una signora distinta e, vedendo il titolo (Antidoti), mi chiese di che si trattava. Risposi che l’autore leggeva una serie di fatti secondo la visuale cattolica. Al sentire la parola «cattolica» la signora mi interruppe: «Ah. Be’, di libri di preghiere ne ho già tanti… ».
L’aneddoto non è eccezionale. Cattolico uguale devozionale è l’equazione che lo stesso popolo cattolico ha fatto sua. Dunque, forza con le Madonne, la vita di Giovanni Paolo II, di Cristo e di Padre Pio: gli editori spalancheranno le braccia e l’investimento pubblicitario.
Ma se ti azzardi a proporre qualcos’altro, storcono la bocca: non si vende. Neanche ai cattolici. I quali, per primi, vogliono solo Madonne, Wojtyla, Gesù e Padre Pio.
Dunque, c’è molto lavoro da fare, molto.
Mentre lo facciamo e in attesa che si allarghi la nuova generazione di intellettuali credenti, continuiamo a concimare la vigna come fa Socci nel suo nuovo libro e a consolidare le fondamenta di quello in cui crediamo.
-
VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA
INCONTRO CON
ESPONENTI DELLA SOCIETÀ CIVILE, DEL MONDO POLITICO, ACCADEMICO, CULTURALE ED IMPRENDITORIALE,
CON IL CORPO DIPLOMATICO E CON I LEADER RELIGIOSI,
NEL TEATRO NAZIONALE DI ZAGREB
04.06.2011
... la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l’ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità ... La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto "critico" che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione.
-
Quindicesima Domenica del Tempo Ordinario – Ciclo A
Traccia di P. Octavio Ortiz L. C.
Sacra Scrittura
I Lettura: Is 55,10-11;
Salmo: Sal 64;
II Lettura: Rm 8, 18-23;
Vangelo: Mt 13, 1-23
Nesso tra le letture
La liturgia di questa domenica si muove come un pendolo tra due verità importanti. Da una parte, si sottolinea l’efficacia della Parola di Dio. Tutto quello che Dio dice è vero e troverà il suo compimento al momento opportuno. Essa, la Parola di Dio, discende dal cielo come pioggia che bagna e feconda la terra (prima lettura). Dall’altra, appare evidente la necessità che il terreno sia ben preparato ad accogliere il seme e produrre frutto. Benché il seminatore semini a spaglio e con autentica generosità, e nonostante il seme abbia una propria virtualità, è necessario che la terra sia preparata e ben disposta (Vangelo). Il tema è di grande interesse: si tratta della collaborazione tra la grazia di Dio e l’apporto della libertà umana. Una comprensione esatta e profonda della liturgia di oggi, conduce senza dubbio ad una vita cristiana più autentica e più impegnata, fondata sull’efficacia della Parola di Dio, ma al contempo responsabile dei doni ricevuti e della necessità di produrre frutto. Da parte sua, il testo della lettera ai romani ci mostra che la creazione intera è in attesa della piena manifestazione dei figli di Dio. Ci troviamo in una situazione paradossale: l’uomo è stato già salvato e redento dall’opera di Cristo, ma gli resta ancora di intraprendere il suo peregrinare per la terra, verso il possesso pieno di Dio. "Già, ma non ancora". L’immagine di un parto che provoca simultaneamente gioia e dolore, esprime adeguatamente la situazione del cristiano: possiede le primizie dello spirito, ma geme fino ad arrivare alla redenzione del suo corpo (seconda lettura).
Messaggio dottrinale
1. La Parola di Dio è efficace
La Parola di Dio rivela, ma contemporaneamente opera quello che rivela. Essa è vera ed è efficace. Questa seconda caratteristica è quella che appare più chiaramente nel testo di Isaia che oggi consideriamo. L’immagine, presa della vita del campo, è particolarmente suggestiva e penetrante: la pioggia e la neve cadono dal cielo, ma prima di tornarvi nuovamente, fecondano la terra e producono frutto abbondante. Allo stesso modo la Parola di Dio discende dal cielo, ma non vi ritorna senza portare frutto. Questa affermazione è di grande consolazione per chi ha in somma stima la Parola di Dio e la medita "giorno e notte". Possiamo affermare che tutta la Bibbia è attraversata da questa verità. Su di essa si fonda la speranza del popolo, soprattutto nei momenti di maggior angoscia e avversità, perché la Parola di Dio non può rimanere incompiuta. Il testo di Isaia si inquadra nel periodo della dura prova dell’esilio, di fronte alla quale Israele medita la promessa del Signore: Dio ha promesso la liberazione dall’esilio come un nuovo esodo; non si può dubitare che questo avverrà, perché Dio compie ciò che promette. La sua parola non è vana, ma efficace. Questa Parola possiede, inoltre, una dimensione creativa. Produce una nuova realtà che prima non esisteva, e che fa nuove tutte le cose.
Il salmo 32 spiega questa verità:
"Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
[...] perché egli parla e tutto è fatto,
comanda e tutto esiste".
Sal. 32, 6,9.
Così la Parola di Dio è creatrice. Creatrice della storia, specialmente della storia dela salvezza. In ogni istante ha il potere di creare, di dare la vita, di offrire la salvezza. In realtà questa Parola di Dio è il suo piano salvifico, è l’espressione del suo amore che si è realizzato nella sua alleanza con Abramo (la promessa di una discendenza numerosa – e la promessa della terra), con Mosè (l’Alleanza sinaítica costituisce il popolo e dimostra la vicinanza del Signore). Questa alleanza trova la sua massima espressione in Gesù Cristo, la Verbo di Dio fatto carne. Egli ci manifesta l’amore del Padre e ci manda il suo Spirito per portare a compimento il piano di salvezza nel suo corpo che è la Chiesa.
2. Il seminatore e la speranza
L’esperienza umana ci dimostra che, con la semina, nasce la speranza del seminatore. La semina ha la sua origine e la sua radice nella speranza, perché nessuno seminerebbe se non nutrisse la fiducia di raccogliere frutto un giorno; ma allo stesso tempo, la semina alimenta la speranza. Quando il seminatore si mette a lavorare alla preparazione della terra e allo spargimento del seme, il suo spirito si riempie di speranza e di gioia, vedendo realizzata nel futuro la promessa del suo lavoro. In questo modo, il seminatore fissa il suo sguardo non tanto sul lavoro presente, pieno di fatica e di sudore, bensì sul futuro che promette un prezioso raccolto.
La fecondità di cui ci parla la parabola del Signore è simbolica. In realtà, nel suolo della Palestina la fertilità della terra dà, al massimo, il dieci per uno. Quindi, parlare del trenta, sessanta e cento per uno, suppone una fertilità che supera di molto le possibilità della terra stessa, e assume piuttosto un carattere simbolico. Dunque, il seminatore lancia il suo seme a spaglio, e sa che parte del suo seme si perde, cade in terra infertile, resta al margine della strada, o lo mangiano gli uccelli, o cade tra pietre e spine... Tuttavia, non per questo smette di seminare; ben al contrario, quanto maggiore possa essere il rischio che il terreno non produca secondo le aspettative, tanto maggiore sarà l’impegno a seminare con la più ampia generosità. Cattivo seminatore sarebbe colui che conservasse il seme nel sacco per paura che si perda tra i pericoli. Deve affrontare con pienezza di coraggio i rischi del terreno e deve continuare a seminare, perché solamente con una semina generosa potrà aspettarsi un raccolto rigoglioso.
Il dato splendido della parabola è che nonostante che il terreno sia irregolare e non offra eccessive garanzie, il seminatore lancia comunque il suo seme e, alcuni mesi più tardi, il seme incomincia a produrre il suo frutto, dove il trenta, dove il sessanta e dove il cento per uno. Questo conferma che il seminatore aveva ragione a seminare con generosità e gran sacrificio. È stato saggio a non risparmiare sforzo alcuno e a sfruttare con intelligenza il tempo disponibile. Un seminatore che, prevedendo che parte del suo seme rimarrà fuori della strada, rinunciasse a seminare ed a tentare nuove strade, si comporterebbe da insensato. Manifesterebbe scarsa fiducia nella capacità del seme di vincere gli ostacoli e crescere, perfino in quei posti dove la terra non assicura neppure il trenta per uno. In realtà, il seminatore non può smettere di seminare. È qui che si rivela la profondità di vita di quegli uomini, i santi, che non si concedono riposo nella loro opera apostolica. Ci sorprende osservare quante e quanto preziose opere hanno messo in piedi in archi relativamente brevi di tempo. Pensiamo per esempio a san Tommaso d’Aquino e la sua Summa Theologiae, o a san Giovanni Bosco che fondò innumerevoli istituzioni a favore dei giovani, in breve tempo. Il mondo attende sempre la manifestazione dei Figli di Dio.
-
L’ultimo baluardo dei cattolici progressisti alle prese con Scola. Preoccupazioni (e qualche malumore) per l’arrivo a Milano di un arcivescovo chiamato a chiudere un’epoca
6 luglio 2011 - Paolo Rodari
Non sono stati pochi coloro che hanno visto nella nomina di Angelo Scola ad arcivescovo di Milano uno “sfregio” al cattolicesimo ambrosiano e, in particolar modo, a quella parte di cattolicesimo che ha avuto nella diocesi di Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi un terreno fertile di sviluppo: il cattolicesimo democratico.
-
I preti d’Austria vogliono le ordinazioni femminili e lo dicono coi manifesti
1 luglio 2011 - di Paolo Rodari
Un anno fa fece parecchio scalpore una notizia proveniente dall’Austria, la terra del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, discepolo e amico di Papa Benedetto XVI: non era semplicemente una minoranza a chiedere che i preti potessero sposarsi e avere una loro famiglia, o che persone sposate potessero diventare preti. Era ben l’80 per cento dei parroci del paese a dichiararsi favorevoli all’abolizione del celibato ecclesiastico.
-
Vatican Insider
5/07/2011 Vaticano, dall’Archivio spuntano documenti inediti sul genocidio armeno
Le agghiaccianti testimonianze verranno pubblicate in un libro. L’anticipazione è giunta durante la presentazione della mostra “Lux in Arcana” che esporrà "tesori" fra i più antichi al mondo
alessandro speciale
-
Avvenire 2 LUGLIO 2011
INTERVISTA
«I capolavori di Liszt? Sono merito della fede»
Difficile trovare un autore come Franz Liszt capace di dividere il pubblico e critica. Lisztomaniaci e Lisztofobiaci. Ieri come oggi, a 200 anni dalla nascita del pianista e compositore ungherese, avvenuta il 22 ottobre 1811. Funambolo della tastiera ma compositore confuso o geniale anticipatore del Novecento? «Ridotto in questi termini non capiremo mai davvero Liszt».
-
Lettera di Benedetto xvi per il centocinquantesimo anniversario di fondazione dell’«Osservatore Romano»
All’Illustrissimo Signore Prof. Giovanni Maria Vian
Direttore de «L’Osservatore Romano»
Per un giornale quotidiano centocinquant’anni di vita sono un periodo davvero considerevole, un lungo e significativo cammino ricco di gioie, di difficoltà, di impegno, di soddisfazioni, di grazia.
-
Scott Hahn, La Cena dell’Agnello. La Messa come Paradiso sulla terra, Cantagalli, Siena, 2011, EAN: 9788882726335, pp. 163, € 14,50
Sconto su:
[www.theseuslibri.it]
Nella Premessa a La Cena dell’Agnello, padre Benedict J. Groeschel C.F.R. ci spiega che quello che abbiamo tra le mani è un libro su cose apparentemente diversissime quali «[...] la fine del mondo e la Messa quotidiana; l’Apocalisse e la Cena del Signore; la monotonia della vita quotidiana e la Parusia, il ritorno del Signore» (p. 7). Ciò che le unisce è appunto l’Agnello divino, figura centrale di questo libro ma anche della conversione del suo autore, il teologo e apologeta cattolico statunitense Scott Hahn (n. 1957) , già ministro protestante presbiteriano poi entrato nella Chiesa cattolica nel 1986 – seguito pochi anni dopo da sua moglie Kimberly. Autore di numerosissimi libri e saggi, meriterebbe ben altra fortuna in Italia dove purtroppo finora era stato tradotto soltanto Roma dolce casa. Il nostro viaggio verso il cattolicesimo (Ares, Milano 2003).
L’autore introduce la prima parte – Il dono della Messa (pp. 13-62) – chiedendosi cosa abbiano in comune una realtà tanto familiare come la Messa e un libro tanto strano come l’Apocalisse? Semplicemente – si fa per dire – il libro dell’Apocalisse ci mostra che la Messa è il Paradiso sulla terra. Scott Hahn parte dal racconto della sua prima Messa. Ancora protestante, almeno fino alla consacrazione, viene poi colto di sorpresa quando scopre di essere nientemeno che nell’Apocalisse: «In meno di un minuto l’espressione "Agnello di Dio" era ricorsa quattro volte. […] Ero al banchetto nuziale che Giovanni descrive alla fine del libro conclusivo della Bibbia. Ero davanti al trono celeste, dove Gesù è sempre salutato come l’Agnello. Non ero pronto per questo, comunque – ero a Messa!» (p. 20).
Quella Bibbia che aveva sempre studiato da protestante improvvisamente era diventata viva e concreta sull’altare: «Finora nessun libro era per me così visibile, in quella cappella buia, come il Libro della Rivelazione, l’Apocalisse, che descrive la liturgia degli angeli e dei santi in cielo» (p. 21). Scott Hahn pensa di aver (ri)scoperto qualcosa di nuovo ma si accorge che la sua idea – il collegamento tra liturgia e Apocalisse – è già stata "rubata" dalla Chiesa cattolica…
Perché proprio l’Agnello? A Gesù sono attribuiti molti altri appellativi nelle Scritture, sicuramente ben più autorevoli e maestosi dell’agnello che tuttavia compare nell’Apocalisse compare ben 28 volte! Per capirlo, dobbiamo fare un passo indietro, fino ai sacrifici antichi - che Gesù porta a compimento – riuniti nel Tempio di Gerusalemme: Gesù è il nuovo e definitivo agnello sacrificale. «Il nostro supremo atto di culto è un atto supremo di sacrificio: la Cena dell’Agnello, la Messa» (p. 35).
-
UDIENZA
AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA DEL
PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
30.05.2011
Il termine "nuova evangelizzazione" richiama l’esigenza di una rinnovata modalità di annuncio, soprattutto per coloro che vivono in un contesto, come quello attuale, in cui gli sviluppi della secolarizzazione hanno lasciato pesanti tracce anche in Paesi di tradizione cristiana ...
Sottolineare che in questo momento della storia la Chiesa è chiamata a compiere una nuova evangelizzazione, vuol dire intensificare l’azione missionaria per corrispondere pienamente al mandato del Signore ...
La crisi che si sperimenta porta con sé i tratti dell’esclusione di Dio dalla vita delle persone, di una generalizzata indifferenza nei confronti della stessa fede cristiana, fino al tentativo di marginalizzarla dalla vita pubblica.
-
Quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario – Ciclo A
I Lettura: Zc 9, 9-10;
Salmo: Sal 144;
II Lettura: Rm 8, 9.11-13;
Vangelo: Mt 11, 25-30
Nesso tra le letture
Il gioioso annuncio messianico del profeta Zaccaria diretto agli abitanti di Gerusalemme (questo indica la metonimia "figlia di Sion, figlia di Gerusalemme"), proclama con la massima semplicità la venuta di un re umile ("a te viene il tuo re") che ristabilirà la pace e la giustizia tra le nazioni, e sintetizza meravigliosamente tutta la speranza di salvezza del popolo d’Israele (prima lettura). Un simile annuncio profetico trova il suo perfetto compimento in Gesù Cristo, "mite e umile di cuore", che viene a portare sollievo e ristoro (Vangelo) a tutti coloro che sono affatticati e oppressi dal giogo della legge antica. Egli, che conosce intimamente il Padre, rivela il vero volto di Dio che è "paziente e misericordioso, lento all’ira" (salmo) e generoso nel perdonare chiunque, con umiltà, si riconosca bisognoso di misericordia: "ricordati, Signore, della tua misericordia". Da parte sua, san Paolo ci ricorda che il piano di salvezza che questo re è venuto ad instaurare nel mondo, inizia con la conversione del cuore, che implica non vivere sotto il dominio disordinato ed egoistico dell’uomo, bensì secondo la guida sapiente dello Spirito di Cristo (seconda lettura).
Messaggio dottrinale
1. Gesù, epifanìa del volto del Padre
Nel Vangelo di Matteo, che la liturgia sottopone oggi alla nostra considerazione, ci viene offerta una delle rivelazioni più profonde di carattere cristologico: Gesù è Figlio eterno del Padre. "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra". Con queste parole di lode e benedizione Gesù Cristo inizia la sua "confessione", rivolgendosi al Padre. Esse esprimono chiaramente il riconoscimento del primato del Padre da parte del Figlio, (Signore del cielo e della terra) e, pertanto, evidenziano il carattere trascendente di Dio che è creatore di tutto quanto esiste. Ma, allo stesso tempo, Gesù si rivolge al Creatore dell’Universo con l’appellativo più intimo e immediato con cui mai uomo alcuno avrebbe osato dirigersi a Dio: "Padre". Il termine preciso in ebraico è "abbà", che può essere tradotto come "papà". Così, se da un lato Gesù ci manifesta la grandezza del Padre, la sua signoria e trascendenza, dall’altro egli ci rivela pure la sua vicinanza e la sua bontà. Il Dio che ci rivela Gesù Cristo è un Dio Padre nel senso più profondo e vero. In questo senso, il catechismo della Chiesa cattolica ci dice:
"Chiamando Dio col nome di "Padre", il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d’amore per i tutti i suoi figli", (CCC, n° 239).
Grazie a questa conoscenza reciproca che il Figlio dichiara di avere col Padre ("nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio"), Gesù Cristo può ben essere considerato, fuori di ogni dubbio, come manifestazione, "epifanìa", del volto del Padre.
2. I segreti del Regno rivelati ai piccoli ed umili
L’oggetto della lode che Gesù rivolge al Padre: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra" (Mt 11, 25), sta in questo: "perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11,25b). Ciò che Gesù indica in modo indeterminato, usando l’espressione "queste cose", è con ogni probabilità il piano divino della salvezza, il mistero del regno dei cieli che il Figlio è venuto a instaurare sulla terra, ma che non è stato riconosciuto dai sapienti e dagli intelligenti del mondo suo contemporaneo. In questa categoria di sapienti e intelligenti sono compresi le autorità del popolo ebraico, gli scribi e i farisei che osservavano la legge con scrupolosità esasperata, tralasciando la giustizia e l’amore per Dio (cfr Lc 11, 42), che avevano la legge sulle labbra, ma non l’avevano compresa col cuore (cfr Is 29, 13). Questi si ritenevano la classe colta del popolo, ritenevano di essere esperti nello studio della Scrittura e, tuttavia, non seppero riconoscere il proposito divino, realizzato davanti ai loro stessi occhi, proprio nella mansuetudine del Figlio. Questo mistero di salvezza è, invece, compreso da coloro che sono umili e semplici di cuore, i poveri di spirito (cfr Mt 5,3), che si pongono di fronte a Dio in atteggiamento di ascolto e di disponibilità, e lo riconoscono come Signore del cielo e della terra, come il padre da cui proviene ogni bene e ogni dono.
3. Un volto misericordioso
Presentando se stesso come "mite ed umile di cuore", Gesù Cristo ci rivela un volto misericordioso di Dio che è "paziente e misericordioso, lento all’ira e ricco di grazia". Sono innumerevoli i salmi che proclamano la nota peculiare caratteristica di Dio, nel suo rapporto col suo popolo: la bontà e la misericordia. Il salmo 103 è in se stesso un inno che esalta questo atteggiamento di Dio verso il suo popolo eletto:
"Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie;/ salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia;/ egli sazia di beni i tuoi giorni e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza./ (…) Buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore./ Egli non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno./ Non ci tratta secondo i nostri peccati, né ci ripaga secondo le nostre colpe./ Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono./ Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere", (Sal 103, 3-5. 8-10. 13-14).
-
Il 2 luglio e' la grande Festa del Cuore Immacolato di Maria. Vogliamo mettere totustuus.it, i suoi operatori e i suoi utilizzatori sotto la protezione di questo Cuore che tutto perdona, onorandolo con il dono di due nuovi importanti libri:
San Tommaso d’Aquino: Principi non negoziabili sulla società e sulla politica
Aristotele: Trattato dei governi
(Cortesia di "progetto Manuzio"
[www.liberliber.it]
Descrizione: Né i tiranni possono fare affidamento sulla fedeltà dei sudditi. Infatti non si trova in molti una virtù di fedeltà così grande che li trattenga dallo scuotere, avendone la possibilità, il giogo di una servitù indebita. Anzi, secondo l'opinione di molti, non è da reputare contrario alla fedeltà qualsiasi tipo di resistenza alla perfidia del tiranno. Dunque resta che un governo tirannico si regge solo sul timore; perciò i tiranni si sforzano in tutti i modi di essere temuti dai sudditi. Ma il timore è un debole fondamento. Infatti coloro che sono tenuti sottoposti per mezzo del timore, se si offre l'occasione in cui possono sperare l'impunità, insorgono contro i loro capi con tanto maggior ardore quanto più contro la propria volontà erano trattenuti soltanto dal timore: come fa l'acqua, la quale, se viene chiusa con forza, appena trova uno sbocco irrompe con maggior impeto. E Io stesso timore non è senza pericolo, poiché molti per il troppo timore cadono nella disperazione. La disperazione della salvezza poi spinge a tentare audacemente qualunque cosa. Dunque il dominio del tiranno non può durare a lungo.
* * *
1) Cercate "Formazione" nella barra di navigazione in alto alla pagina
2) Cliccate su "Libri scaricabili gratis"
3) Cercate e cliccate la categoria "Dottrina sociale":
[www.totustuus.it]
* * *
* Vi ricordiamo che occorre essere registrati:
[www.totustuus.it] altrimenti la riga "Libri scaricabili gratis" e' invisibile.
* Se non vi siete ancora mai registrati cliccate invece qui:
[www.totustuus.it]
* * *
iGpM
totustuus.it
Regina Sacratissimi Rosari, ora pro nobis!
-
Il primo tweet di un Papa
2011-06-29 L’Osservatore Romano
Dear friends, I have just launched
[www.news.va] Praised be Our Lord Jesus Christ. With my prayers and blessing. Benedictus XVI ("Cari amici, ho appena lanciato
[www.news.] va/. Sia lodato Nostro Signore Signore Gesù Cristo. Con le mie preghiere e benedizioni. Benedetto XVI").
-
Il Papa ha scelto il patriarca di Venezia come successore di Tettamanzi sulla cattedra di Sant'Ambrogio
Andrea Tornielli
Il Papa ha scelto il cardinale Angelo Scola come successore di Dionigi Tettamanzi sulla cattedra di sant’Ambrogio. L’annuncio è previsto a mezzogiorno di oggi, vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo, e sarà dato contemporaneamente dal bollettino della Sala Stampa vaticana e dalle curie di Milano e di Venezia: il cardinale Tettamanzi diventerà amministratore apostolico della diocesi ambrosiana fino al momento dell’ingresso del suo successore, che avverrà con molta probabilità nella seconda metà di settembre.
-
AsiaNews - VATICANO - CINA
Ordinazioni illecite in Cina: la Santa Sede spiega cosa fare con i vescovi scomunicati
di Bernardo Cervellera
Su richiesta di molti fedeli cinesi, sotterranei e ufficiali, il Vaticano pubblica una Dichiarazione per spiegare le questioni legate alle ordinazioni illecite e alla conseguente scomunica dei vescovi (ordinanti e ordinato). I colpevoli devono fare un gesto pubblico di penitenza, astenersi dall’eucarestia, da altri sacramenti e dal governo delle diocesi. Il tutto è una cura “medicinale”, per essere reintegrati nella comunione cattolica. Il testo completo della Dichiarazione.
-
Il 27 giugno la Chiesa festeggia la Madonna del Perpetuo Soccorso. Per impetrare la protezione di Maria sull'Italia in questo mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore di Suo Figlio, , totustuus.it offre in dono agli utenti registrati di totustuus.it il libro:
Vita di San Claudio della Colombiere
* * *
Presentazione: Ascende alla gloria degli Altari, fra l'esultanza di tutti i Cristiani, ma specialmente dei devoti del S. Cuore di Gesù, San Claudio de la Colombière. All'indomani della sua morte, pubblicate le sue opere, si levò intorno a lui un coro di ammirazione, perché una grande anima si palesava al mondo attraverso quegli scritti: anima di Sacerdote e di Apostolo, dalle pure e classiche linee evangeliche, dalla valida intelligenza e dalla pietà tenerissima. Lo stesso Divino Salvatore s'era però compiaciuto di tracciare le linee di questa grandezza chiamando S. Claudio «suo fedele Servo e perfetto Amico» e scegliendolo, come tale, a direttore della sua confidente, S. Margherita Alacoque, e a primo Apostolo della devozione al suo S. Cuore. Lo sappiamo da S. Margherita.
Questa del P. de la Colombière è la fisionomia morale rimasta nella mente dei suoi devoti, i quali hanno avuto solo qualche notizia di lui; poiché il meglio che di lui si è detto, fu tratto dal diario dei suoi Esercizi spirituali e dagli scritti di S. Margherita Maria, specialmente dalla corrispondenza di questa col P. Croiset, i quali scritti vennero alla luce molto più tardi delle Opere oratorie del P. de la Colombière.
Bisogna però confessare che nel campo storico la figura di quest'uomo di Dio è rimasta sempre un po' sbiadita, sebbene alcuni tratti vigorosi ne abbiano lasciato intravedere le proporzioni ammirabili, accendendo la brama di rivedere in luce il molto bello che sotto i veli doveva essere nascosto.
Per ridare pertanto a quelle linee la loro integrità e a tutta la figura la pienezza delle tinte e l'armonia delle luci, non c'è di meglio che trasfondere sui pochi cenni della storia tutta l'esuberante spiritualità, che emana dagli scritti del Servo di Dio: si rivelano allora le sue bellezze interiori, che sono poi le sole che formino il santo.
* * *
1) Cercate "Formazione" nella barra di navigazione in alto alla pagina
2) Cliccate su "Libri scaricabili gratis"
3) Cercate e cliccate la categoria "Vite di Santi":
[www.totustuus.it]
* * *
* Vi ricordiamo che occorre essere registrati:
[www.totustuus.it] altrimenti la riga "Libri scaricabili gratis" e' invisibile.
* Se non vi siete ancora mai registrati cliccate invece qui:
[www.totustuus.it]
* * *
iGpM
totustuus.it
Regina Sacratissimi Rosari, ora pro nobis!