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Tempi.it
Io, cardinale, convertito dallo spettacolo moderno eppure cattolicissimo della Sagrada Familia
Febbraio 16, 2015 George Pell
Il “ministro dell’Economia” di papa Francesco, George Pell, racconta la sua visita sconvolgente a Barcellona. Dove ha scoperto che la basilica di Gaudí sa parlare di Cristo alle persone come nessun altro posto al mondo
Già arcivescovo di Sydney e primate d’Australia, il cardinale George Pell è stato nominato da papa Francesco prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede. Proponiamo di seguito in una nostra traduzione il suo articolo dedicato alla Sagrada Familia di Barcellona, la basilica che secondo il porporato «può salvare la Chiesa in Europa». Il testo è apparso originariamente nel numero di febbraio 2015 delCatholic Herald e riprodotto integralmente in inglese in questa pagina.
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Non potrete dire «Io non lo sapevo»!
Autore: Saro, Luisella Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
Fa impressione vedere presentati tutti insieme i percorsi attuati in alcune scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado: cosa diversa sono le tessere di un mosaico singolarmente prese e, invece, il disegno nella sua completezza. E’ esattamente questo disegno che la stampa ufficiale non vuole farci vedere. Chiedetevi perché.
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La Cassazione parla però di diritti che non sono affatto automatici come sostiene: siamo sicuri che le unioni civili (omo o etero) siano utili "allo sviluppo della personalità umana"? (ndr)
Avvenire 9/2/15
Cassazione: non esiste diritto alle nozze gay
Niente matrimonio e pubblicazioni di nozze per le coppie omosessuali: l'Europa e la Costituzione - afferma la Cassazione - non impongono al legislatore di estendere il vincolo del matrimonio alle persone dello stesso sesso che, invece, hanno il diritto ad uno "statuto protettivo",
già 'azionabile', con diritti e doveri delle coppie di fatto.
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AsiaNews 5-2-15
Marcia pacifica a Delhi: la polizia picchia e arresta sacerdoti, suore e bambini
di Nirmala Carvalho
I manifestanti si erano radunati per protestare contro gli attacchi alle chiese cattoliche avvenuti negli ultimi due mesi. Gli agenti: "Illegale". Card. Gracias: "Una vergogna per l'India laica e democratica, cristiani trattati come criminali". Il governo nega il visto a due funzionari vaticani senza dare spiegazioni: dovevano solo partecipare a un convegno.
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SENTINELLE, IN PIEDI!
Sono aggredite, insultate e ridicolizzate, abbandonate persino da molti nella Chiesa, eppure costituiscono l'unica novità in un Paese alla deriva
Autore: Vincenzo Sansonetti
Rovereto, domenica 5 ottobre 2014. Manca una manciata di minuti alle 16 quando un commando di decine di anarchici vestiti di nero irrompe in piazza Loreto. Hanno il volto scoperto, sanno che nessuno li fermerà e li identificherà. Ingiuriano i presenti, li chiamano «omofobi» e «fascisti», intimano loro di andarsene. Poi cominciano a lanciare uova: un prete è colpito alla tempia, una donna viene strattonata, presa a calci e minacciata. Un altro dei presenti riceve una testata sul setto nasale e finisce in ospedale con la faccia spaccata. Minuti interminabili, poi il blitz finisce e i facinorosi lasciano la piazza, uscendo dal vicolo da dove erano entrati. Un sacerdote colpito alla tempia è portato via dal 118. La polizia arriverà mezz'ora dopo i fatti.
Torino, stesso giorno e stessa ora. Qui le forze dell'ordine invece ci sono e solo il loro impegno straordinario impedisce che un gruppo di esaltati dilaghi in piazza Carignano pronto ad aggredire. Si "limitano" a urlare al megafono tutto il loro odio con insulti, bestemmie e oscenità, galvanizzati dai flash dei fotografi. Una mamma crolla e porta via il figlio di dieci anni da quella gazzarra: a casa il bambino rimarrà in stato di choc per tutto il pomeriggio. Sempre il 5 ottobre, ma siamo a Bologna, nota culla della democrazia. Qui all'assalto si presentano in quattrocento, militanti dei centri sociali, contro cinquanta inermi padri e madri di famiglia. Manganellate a volontà, teste spaccate e sangue, lancio di bottiglie di vetro: una sfiora la testa di una bimba di sei anni. Una mamma che spinge una carrozzina con un piccino di pochi mesi è ricoperta di ingiurie e sputi. A Napoli lancio di uova, solite irriferibili bestemmie urlate al megafono, solita fantasia di volgari insulti, cori osceni e gay che si baciano con ostentazione davanti ai bambini dopo aver gettato anche addosso a loro preservativi pieni d'acqua. A Pisa prendono di mira una madre che ha con sé i cinque figli. Circondano il minore, 11 anni, che legge accanto a uno dei fratelli, e l'apostrofano così: «Che razza di genitori hai che ti portano in questo posto? Fanno schifo i tuoi!». E poi: «Per cosa manifesti? Che ne sai tu dell'amore?»; finché il ragazzino non scoppia in lacrime. E loro, esultanti: «Bene che pianga!».
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Sussidiario.net
CRISTIANOFOBIA/ Inghilterra: scuole cristiane a rischio chiusura, non promuovono fedi diverse e omosessualità
Redazione martedì 3 febbraio 2015
La motivazione ufficiale è difendere i valori inglesi contro il pericolo di estremismo religioso, soprattutto quello islamico. Con questa motivazione i responsabili dell'educazione inglese hanno minacciato di chiusura due scuole cristiane e minacciato anche alcuni istituti ebraici. Ma le scuole controbattono dicendo sia solo una scusa per imporre l'agenda educativa secolarista e pro gay del governo inglese.
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IL DELITTO DI NEW YORK
Klinger, le ricerche sul «Kgb» di Tito e sulla strage delle foibe
Gli studi sulla polizia segreta del regime comunista jugoslavo, altrettanto importante di quanto non lo fosse per quelle dell’Unione Sovietica e della Germania orientale
Antonio Carioti
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Via Crucis: i profughi di Mosul oltre l'emergenza
di Bernardo Cervellera
Sono almeno mezzo milione le persone che si sono rifugiate in Kurdistan per sfuggire all'ISIS. Nello Shlama Mall a Erbil: 350 persone vivono nello scheletro di un edificio in costruzione, con panni stesi e coperte a fare da pareti. L'ordinazione sacerdotale di un giovane, anch'egli profugo dimostra che con la fuga, c'è qualcosa che non è stato distrutto: la fede, le tradizioni, il sacerdozio.
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il Foglio 28-1-15
Sodoma e misericordia
Con soldi e novene, le missionarie francesi rilevano un gay bar a Tolone. Ma forse urge esorcismo
di Matteo Matzuzzi | 28 Gennaio 2015 ore 20:03
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Avvenire - 28 gennaio 2015
I mille (inquietanti) scenari dei gameti artificiali
Assuntina Morresi
Ironia della sorte, proprio la vigilia di Natale è stato pubblicato online, sulla rivista Cell, l’articolo scientifico che spiegava come si fosse riusciti a produrre in laboratorio i precursori di spermatozoi e ovociti umani, a partire da cellule della pelle. Ironia della sorte, dicevamo, perché mentre ci si preparava a festeggiare la Nascita per eccellenza si annunciava una svolta importante e attesa da tempo nella ricerca sulle staminali, potenzialmente rivoluzionaria per le future nascite ell’umanità, che fin d’ora interroga la comunità scientifica, la politica e l’opinione pubblica tutta.
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Cardinal Baldisseri altra confusione, dice la coalizione pro-famiglia
Posted on January 25, 2015
ROMA, 25 Gennaio 2015: I commenti del Cardinal Lorenzo Baldisseri hanno ulteriormente minato l’insegnamento della Chiesa riguardo all’indissolubilità del matrimonio, ad affermarlo è Voice of the Family, una coalizione internazionale di gruppi pro-famiglia.
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La natura teologica delle Commissioni Dottrinali e il compito dei Vescovi come maestri della fede
Relazione del Card. Gerhard L. Müller
(Esztergom, 13 gennaio 2015)
Carissimi confratelli nell’episcopato!
Sono lieto di incontrarvi in questa terra così ricca di storia e di vita! Come non pensare al bel fiume Danubio che l’attraversa dividendola idealmente in due parti. Proprio nel mezzo troviamo la capitale, Budapest, a sua volta frazionata in due dal Danubio: da una parte vi èPest, la città bassa, commerciale, frenetica di attività; dall’altra Buda, la città alta, residenziale, elegante ed affascinante, nella quale la presenza della Cattedrale di Santo Stefano ci richiama l’anima cattolica di questa terra.
Sempre sulle rive del Danubio troviamo Esztergom, il cuore storico dell’Ungheria, città nella quale oggi ci troviamo, adagiata sulle colline che spalleggiano il fiume, e nella quale risalta subito l’imponenza della Co-cattedrale, dedicata a Nostra Signora e Sant’Adalberto. Entrambe queste belle Chiese cattedrali costituiscono un ideale e permanente slancio verso l’alto di questi territori, che la presenza del Danubio ricollega a tanta parte della nostra Europa.
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CorSera - scuola&fondi
Roma, Marino «stanga» le scuole paritarie con la tassa rifiuti
Sono arrivate bollette con un improvviso aumento da 6.000 a 20.000 euro
Claudia Voltattorni (cvoltattorni@corriere.it)
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LA STRATEGIA FALLIMENTARE DEL DIALOGO CON L'ISLAM
Siamo in guerra eppure non vogliamo prenderne coscienza (VIDEO: l'imam di Londra annuncia la conquista di Roma)
Autore: Vittorio Messori
Di rabbi Giuseppe Laras - eminente nell'ebraismo italiano non solo per cultura ma anche per sensibilità religiosa - ho sempre apprezzato la schiettezza nell'esporre le sue convinzioni. Così, nell'articolo di ieri su questo giornale, non esita a iniziare affermando che «siamo in guerra, siamo solo agli inizi eppure non vogliamo prenderne coscienza».
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il Sussidiario.net
ABORTO/ Obama: veto al progetto di legge per vietare l'interruzione di gravidanza dopo la ventesima settimana
mercoledì 21 gennaio 2015
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culturacattolica.it
#Islam: tra fede e ragione
Autore: Oliosi, Don Gino
A livello culturale un ritorno, oggi, alla sintesi tra fede e ragione è la sola via perché l’interpretazione del Corano si liberi dalla paralisi fondamentalista islamica e dalla ossessione della “jihad”. E’ il solo terreno per un dialogo veritiero del mondo Musulmano tra Cristianesimo e Occidente
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il Foglio
Dice un gesuita francese: “Quando la Compagnia era ancora cattolica”
di Redazione | 15 Gennaio 2015 ore 06:30
Roma. In nome della fraternité e della liberté, la rivista di cultura contemporanea Etudes, una sorta di Civiltà Cattolica francese pubblicata dalla Compagnia di Gesù, ha inserito nel suo ultimo numero qualche vignetta di Charlie Hebdo che ha come oggetto la chiesa cattolica. Niente riferimenti al profeta Maometto né all’autoproclamato califfo Abu Bakr al Baghdadi. Su Etudes c’è Benedetto XVI che amoreggia con una guardia svizzera, tra sguardi languidi e guance rosse, c’è Franceso seminudo con tanto di peli sul petto che balla al carnevale di Rio de Janeiro. C’è perfino Cristo, crocifisso, che supplica l’umana pietà per essere schiodato da quel legno. “Anche noi siamo Charlie”, scrivono i soldati d’Ignazio francesi, redattori della rivista.
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La satira, il senso del limite e i giornalisti di Charlie Hebdo
di Alessandro Gnocchi
La satira di Guareschi, che non perdeva mai il senso del limite, aveva un fine educativo.. . I giornalisti di Charlie Hebdo non volevano e non vogliono salvare i musulmani da una falsa religione, ma farli partecipi della loro stessa perdizione, violentarli della stessa violenza che li ha portati nel baratro del nulla.
Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana - 13 gennaio 2015
È pervenuta in Redazione:
Caro dott. Gnocchi,
dopo l’attentato di Parigi penso che urga una riflessione chiarificatrice, fra noi cristiani, circa il valore, o disvalore, della satira. Lei probabilmente, in quanto grande esperto di Giovannino Guareschi, è la persona più giusta ad illuminarci in proposito.
In altre parole: entro quali limiti la satira può essere considerata uno strumento utilizzabile dai cristiani? Può esserci una satira cristiana o forse è meglio parlare di una comicità o ironia cristiana? Lo scopo di tale opera può essere la pura corrosività o ridicolizzazione dell’avversario, senza avere un fine positivo ed educativo?
La ringrazio per l’eventuale risposta
Marco Bongi
Caro Bongi,
chiamiamola pure satira e non temiamo se la usano i cristiani, anzi. Ma, se tengo come parametro il lavoro di Guareschi, stento a dare lo stesso nome a ciò che, nel corso degli anni, ho visto su “Charlie Hebdo”. Fatico perché in ciò che faceva, e che continua fare, il giornale francese, manca l’essenziale di ogni attività umana, anche quando si tratta di imprese intellettuali che per definizioni stanno in una zona franca fuori dagli schemi e dalle convenzioni: il senso del limite.
Fatico a dare lo stesso nome a ciò che faceva Guareschi su “Candido” e a quanto facevano e fanno i francesi di cui ci stiamo occupando in questi giorni perché non sono la stessa cosa. Chiamiamola satira, ma allora, seguendo il suo ragionamento, bisogna dire che esiste una satira cristiana, così come esiste una filosofia cristiana, una cultura cristiana, una pittura cristiana, una musica cristiana, una letteratura cristiana e via elencando.
Caro Bongi, se c’è qualcosa che contraddistingue la satira fatta da cristiani come Guareschi è proprio il senso del limite. Che non consiste nel dosare l’intelligenza, la durezza o l’invettiva, ma nella consapevolezza che su alcuni bersagli non si può alzare la matita.
I bersagli che devono godere l’immunità dall’attività satirica sono i simboli.
Badi bene, caro Bongi, che non ho ancora detto le divinità poiché, in quanto cristiani, sappiamo che esiste un solo Dio in Tre Persone e che le altre espressioni sono tutte false in quanto frutto di religioni false.
Qui bisogna distinguere tra bestemmia e malcostume, ma non è necessario inoltrarsi per questa strada.
Non per questo, in quanto simboli di un credo religioso, i falsi dei e le relative figurazioni e manifestazioni possono essere in qualche modo soggetti alla minima denigrazione satirica.
Che una religione è falsa lo si può mostrare solo porgendo quella vera. Lo si fa con l’apostolato, con l’apologetica, con le opere di carità, con la santità della vita personale. Farlo con lo sberleffo lanciato su simboli e figure impregnate di un senso del sacro, anche se mal riposto, prima ancora che irreligioso è inumano. O meglio, è inumano in quanto irreligioso: ma questa, appunto, è l’essenza dell’Occidente che ha voltato le spalle a Cristo e alla civiltà cristiana. I giornalisti di Charlie Hebdo non volevano e non vogliono salvare i musulmani da una falsa religione, ma farli partecipi della loro stessa perdizione, violentarli della stessa violenza che li ha portati nel baratro del nulla.
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Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti…
di Roberto de Mattei
Articolo pubblicato su Corrispondenza Romana
~Marcher contre la Terreur , “Marcia contro il Terrore”, è stato il titolo con cui “Le Monde”, il “Corriere della Sera” e i principali giornali occidentali hanno presentato la grande sfilata laicista dell’11 gennaio.
Mai nessuno slogan è stato più ipocrita di questo, imposto dai mass media come reazione alla strage di Parigi del 7 gennaio. Che senso ha infatti parlare di Terrore senza aggiungere al sostantivo l’aggettivo “islamico”?
L’attacco alla redazione di “Charlie Hebdo” è stato perpetrato al grido di «Allah akbar ! » per vendicare Maometto offeso dalle caricature e dietro i kalashnikof dei terroristi c’è una visione del mondo precisa: quella musulmana. Solo ora i servizi segreti occidentali cominciano a prendere sul serio le minacce di Abu Muhamad al Adnani, contenute in un comunicato multilingue diffuso il 21 settembre 2014 dal quotidiano on line “The Long War Journal”.
«Conquisteremo Roma, spezzeremo le sue croci, faremo schiave le sue donne col permesso di Allah, l’Eccelso», ha dichiarato ai suoi seguaci il portavoce dello “Stato islamico”, che non ha semplicemente ripetuto di sterminare gli “infedeli” ovunque si trovino, ma ha indicato loro anche le modalità: «Piazzate l’esplosivo sulle loro strade. Attaccate le loro basi, fate irruzione nelle loro case. Troncate loro la testa. Che non si sentano sicuri da nessuna parte! Se non potete trovare l’esplosivo o le munizioni, isolate gli Americani infedeli, i Francesi infedeli o non importa quale altro loro alleato: spaccate loro il cranio a colpi di pietra, uccideteli con un coltello, travolgeteli con le vostre auto, gettateli nel vuoto, soffocateli oppure avvelenateli».
Ci si illude che la guerra in corso non sia quella dichiarata dall’Islam all’Occidente, ma una guerra che si combatte all’interno del mondo musulmano e che l’unico modo per salvarsi sia di aiutare l’Islam moderato a sconfiggere l’Islam fondamentalista, come ha scritto sul “Corriere della Sera” dell’11 gennaio Sergio Romano, un osservatore che pure passa per intelligente. In Francia, lo slogan più ripetuto è quello di evitare l’“amalgama”, ossia l’identificazione tra l’Islam moderato e quello radicale. Ma il fine comune a tutto l’Islam è la conquista dell’Occidente e del mondo. Chi non condivide questo obiettivo non è un moderato, semplicemente non è un buon musulmano.
Le divergenze, semmai, non riguardano il fine, ma i mezzi: i musulmani di Al Qaeda e dell’Isis hanno abbracciato la via leninista della azione violenta, mentre i Fratelli Musulmani utilizzano l’arma gramsciana dell’egemonia intellettuale. Le moschee sono il centro di propulsione di quella guerra culturale che Bat Ye’or definisce il soft-jihad, mentre con il termine hard-jihad definisce la guerra militare per terrorizzare e annientare il nemico. Si può discutere, e certamente si discute all’interno dell’Islam, sulla scelta dei mezzi, ma c’è concordia sull’obiettivo finale, l’estensione al mondo della sharia’a, la legge coranica.
Islam è in ogni caso un sostantivo verbale traducibile con “sottomissione”. La sottomissione per evitare il Terrore, lo scenario del futuro europeo immaginato dal romanziere Michel Houellebecq nel suo ultimo libro, precipitosamente ritirato dalle librerie francesi.
No al Terrore significa per i nostri uomini politici no alla sottomissione violenta degli jihadisti, sì ad una sottomissione pacifica, che porti dolcemente l’Occidente in una condizione di dhimmitudine.
L’Occidente si dice disposto ad accettare un Islam “dal volto umano”, ma in realtà, ciò che dell’Islam rifiuta non è solo la violenza, ma anche il suo assolutismo religioso.
Per l’Occidente c’è licenza di uccidere in nome del relativismo morale, ma non in nome di valori assoluti.
Eppure l’aborto è sistematicamente praticato in tutti i Paesi occidentali e nessuno dei capi di Stato che hanno sfilato a Parigi contro il Terrore lo ha mai condannato.
Ma cos’è l’aborto se non la legalizzazione del Terrore, il Terrore di Stato promosso, incoraggiato, giustificato? Che diritto hanno i leader occidentali di manifestare contro il Terrore?
Su “La Repubblica” del 13 gennaio 2015, mentre l’ex capo di Lotta Continua Adriano Sofri celebra L’Europa che rinasce sotto la Bastiglia, la filosofa postmoderna Julia Kristeva, cara al cardinale Ravasi, afferma che «la piazza illuminista ha salvato l’Europa», e che «di fronte al rischio che stavano correndo, libertà, uguaglianza e fratellanza hanno smesso di essere concetti astratti, incarnandosi in milioni di persone».
Ma chi ha inventato il Terrore se non la Francia repubblicana, che lo ha usato per annientare tutti gli oppositori alla Rivoluzione francese?
L’ideologia e la prassi del terrorismo si affacciano per la prima volta nella storia con la Rivoluzione francese, soprattutto a partire dal 5 settembre 1793, quando il “Terrore” fu messo dalla Convenzione all’ordine del giorno e divenne una parte essenziale del sistema rivoluzionario.
Il primo genocidio della storia, quello vandeano, venne perpetrato in nome degli ideali repubblicani di libertà, uguaglianza e fratellanza.
Il comunismo che pretese di portare a compimento il processo di secolarizzazione inaugurato dalla Rivoluzione francese, attuò la massificazione del terrore su scala planetaria, provocando, in meno di settant’anni, oltre 200 milioni di morti.
E che cos’è il terrorismo islamico se non una contaminazione della “filosofia del Corano” con la prassi marx-illuminista importata dall’Occidente?
“Charlie Hebdo” è un giornale in cui, fin dalla sua fondazione, la satira è stata posta al servizio di una filosofia di vita libertaria, che affonda le sue radici nell’illuminismo anticristiano. Il giornale satirico francese è stato reso noto dalle sue caricature di Maometto, ma non vanno dimenticate le disgustose vignette blasfeme pubblicate nel 2012 per rivendicare l’unione omosessuale.
I redattori di “Charlie Hebdo” possono essere considerati un’espressione estrema ma coerente della cultura relativista ormai diffusa in tutto l’Occidente, così come i terroristi che gli hanno sterminati possono essere considerati espressione estrema ma coerente dell’odio contro l’Occidente di tutto il vasto mondo islamico.
Coloro che rivendicano l’esistenza di una Verità assoluta e oggettiva vengono equiparati dai neoilluministi ai fondamentalisti islamici. Mai noi equipariamo il relativismo all’islamismo, perché entrambi sono accomunati dal fanatismo. Il fanatismo non è l’affermazione della verità, ma lo squilibrio intellettuale ed emotivo che nasce dall’allontanamento della verità.
E c’è una sola verità in cui il mondo può trovare la pace, che è la tranquillità dell’ordine: Gesù Cristo, Figlio di Dio, a cui tutte le cose devono essere ordinate in Cielo in terra, perché si realizzi la pace di Cristo nel Regno di Cristo additata come l’ideale di ogni cristiano da Papa Pio XI nella enciclica Quas Primas dell’11 dicembre 1925.
Non si può combattere l’Islam in nome dell’illuminismo e tanto meno del relativismo. Ciò che sola vi si può opporre è la legge naturale e divina, negata in radice sia dal relativismo che dall’Islam.
Per questo leviamo in alto quel Crocifisso che il laicismo e l’islamismo rigettano e ne facciamo una bandiera di vita e di azione.
«Noi ‒ affermava san Paolo ‒ predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani» (I Cor 1, 23).
Potremmo ripetere:
«Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti».
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IL CONVEGNO CHE NON S'HA DA FARE, NOI LO FAREMO LO STESSO
Non ci credevo quando mi dicevano che tutti mi avrebbero tirato per la giacchetta... eppure anche Giuliano Ferrara mi attribuisce cose che non ho mai detto
Autore: Costanza Miriano