Sono le sedici Carmelitane Scalze del monastero dell'Incarnazione di Compiègne (Francia). Durante la rivoluzione francese furono arrestate e incatenate il 24 giugno 1794. Condannate a morte per la loro fedeltà alla Chiesa e alla vita consacrata, furono ghigliottinate a Parigi il 17 luglio 1794, mentre cantavano inni e dopo aver rinnovato i voti nelle mani della priora, Teresa di Sant'Agostino. Furono beatificate da San Pio X il 13 maggio 1906.
Che dire allora delle obiezioni o delle anguste vedute, che si accampano spesso contro l'ufficio e l'efficacia sociale della religione, come quella per esempio, che afferma la religione essere buona per le masse, una specie di instrumentum regni a favore dei governanti e delle classi dirigenti? Non si esce da quella alta e completa veduta della religione senza cadere nell'assurdo; e coloro che pronunciando quella sentenza magari si daranno vanto di democratici, non si avvedono di creare una aristocrazia di nuovo stampo, quella della miscredenza e quella della irreligiosità.
P. L. Taparelli d'A. S.J., Risorgimento – Il trionfo della Chiesa nei suoi disastri. Minacciato nei suoi Stati, nella sua popolarità, nella sua libertà, nella sua vita, sorge fra tanta codardia l'augusto Pontefice e tutto espone per difendere i diritti della Chiesa, l’inviolabilità dei Principi, le basi della società: e serba nella verità dei principii il germe di men tristo avvenire. Che ve ne pare? Non è questo per la Chiesa un portentoso trionfo?
P. L. Taparelli d'A. S.J., Risorgimento – La libertà tirannia. «La Civiltà Cattolica», Serie IV, Vol. VIII - 1 Dicembre 1860, pag. 553 e segg. Ma no! non è cominciata l’era della libertà: la pretesa libertà d’Italia è un gran passo, un passo gigantesco verso la schiavitù del mondo incivilito. Schiavitù che vi parrà spaventevole, considerando i mezzi colossali di cui dispone per opprimere il mondo, e la saldezza della tirannide che dovrà maneggiarli.
P. L. Taparelli d'A. S.J., Risorgimento – Non musulmani ma selvaggi. «La Civiltà Cattolica», Serie IV, Vol. VII - 7 luglio 1860, pag. 25 e segg. Sì, dissero tutti: l'empietà demagogica minacciante sterminio alla società cristiana è giunta a tale che se tutte non si armano a resistenza concorde le genti cristiane, troveranno oggi sotto il pugnale mazziniano quella universale schiavitù, che un dì minacciavasi dalla scimitarra turchesca.
P. L. Taparelli d'A. S.J., Risorgimento – Il regno dell’opinione. «La Civiltà Cattolica», Serie IV, Vol. VI - 16 giugno 1860, pag. 653 e segg. Leggete le Memorie per la storia del Giacobinismo, che furono, può dirsi, la prima denuncia solenne dell'immensa congiura illuministica; scorrete poi tutta la storia degli sconvolgimenti europei: interrogate finalmente tutti coloro, dai quali fu insegnata in teoria, o esercitata in pratica l'arte (vera arte oggidì che s'insegna per principii, che ha pronti i metodi, sperimentati i mezzi, calcolato il tempo, sicuri i risultamenti) di sconvolgere una società quieta: tutti vi dimostreranno che è uopo padroneggiare le teste prima di comandare nelle piazze.
Quinta di dieci figli, Anna Maria Javouhey nacque il 10 novembre 1779 a Jallongers vicino Seurre in Francia. Bambina assistette agli sconvolgimenti sociali e alla crisi religiosa scaturita in quegli anni, dalla Rivoluzione Francese e dall’imposizione della Costituzione civile del clero, con alcuni ecclesiastici che aderirono e altri no. Ed è proprio uno di questi ultimi, l’abate Ballanche diventa il suo consigliere e guida; Anna a partire dall’11 novembre 1798, prende ad interessarsi dell’educazione dei fanciulli e con molta premura degli ammalati poveri. Fondò a Parigi la Congregazione Cluniacense delle Suore di San Giuseppe, dedicate alla cura degli infermi e alla formazione cristiana della gioventù femminile. Madre Anna Maria morì a Parigi il 15 luglio 1851 e venne seppellita a Senlis, nella grande cappella della Congregazione. La causa per la sua beatificazione fu introdotta a Roma il 13 febbraio 1908; è stata beatificata il 15 ottobre 1950 in San Pietro da papa Pio XII.
"Nella storia si riscontra che, fuori del cristianesimo, sempre le religioni panteiste tendono a divinizzare l'ente sociale; per esse la società è tutto e di fronte l'individuo è nulla. All'opposto le religioni politeiste per eccellenza, sempre divinizzano l'individualità, ogni suo bisogno, ogni sua virtù, ogni sua passione e tendono a dissolvere ogni suo vincolo sociale; per esse l'individuo è tutto, la società è nulla".
"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. GALLICANESIMO: è un complesso di teorie maturate in Francia, specialmente nel sec. XVII, che tendevano a restringere l'autorità della Chiesa di fronte allo Stato (Gallicanesimo politico) o l'autorità del Papa di fronte ai Concili, ai Vescovi, al Clero (Gallicanesimo ecclesiasticoteologico).
Clelia Barbieri nasce il 13 febbraio 1847 a San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna. Nel 1862 entra nel nucleo degli «operai della dottrina cristiana» e si fa sempre più attenta e sensibile alla situazione della Chiesa. Ventenne, elabora con un gruppo di amiche (Teodora, Orsola, Violante) un progetto di vita consacrata. La presenza instancabile accanto ai piccoli, ai poveri, ai malati, agli emarginati, le merita da parte della gente l'appellativo di Madre. Nel 1878 il cardinale Lucido M. Parocchi, arcivescovo di Bologna, chiamerà «Minime dell'Addolorata» le eredi spirituali di Madre Clelia, morta nel 1870.