Il Foglio - 31 ottobre 2011
Io, cattolico pacelliano, dico al card. Ravasi che ad Assisi ha sbagliato atei
Al direttore - Da tempo il cardinal Ravasi porta avanti il celebre Cortile dei gentili. Con successo mediatico non indifferente. Il cardinale non troverà mai sulla sua strada oppositori urlanti e giornalisti acidi. Flirta con il mondo, nel senso evangelico del termine, e questo gli procura amici, a destra e a manca. Non è, lui, come altri, un cattolico “oscurantista”. Poco fa al Corriere si tifava per la sua elezione a cardinale di Milano. Come successore di quel cardinal Martini che piace tanto in via Solferino perché contrario alla “Humanae vitae” e alla disciplina bimillenaria della chiesa. Ravasi insomma, “piace alla gente che piace”.
15 ottobre 2011 :: Convegno sulla Nuova Evangelizzazione
Il Credo, la verità e la ragionevolezza. Quell'araldo e l' annuncio dei primi cristiani
di Vittorio Messori
* Versione integrale dell'intervento di V. Messori al convegno dei Nuovi Evangelizzatori (pubblicato in versione più ridotta nel Corriere della Sera del 17/10/2011)
Il tempo assegnatoci è ristretto. Meglio così, siamo chiamati ad imitare la secchezza, la volontà di sintesi dei Vangeli. Dobbiamo tornare alla consapevolezza che ciò in cui crediamo, ciò da cui tutto il resto deriva, è racchiuso (così ci insegna san Paolo) in tre sole parole: <<Gesù è risorto>>. Da qui la conseguenza: << Dunque, Gesù è il Cristo annunciato dai profeti e atteso da Israele>>. E’ ciò che i primi cristiani chiamavano il kérygma, cioè il grido dell’araldo che –per strade e piazze– annunciava al popolo le novità urgenti, quelle che tutti dovevano sapere.
Credo che la rievangelizzazione dell’Occidente, chiestaci con sacrosanta insistenza da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, non sia che questo: non, innanzitutto, complesse dottrine, bensì il ricominciare dal kérygma, dalla base su cui tutto si regge. Tornare a proclamare un semplice e al contempo scandaloso: Jesùs estì kyrios, Gesù è il Signore.