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AsiaNews 30-5-2011
Prof. Del Boca: La Nato sta fallendo in Libia, i media nascondono la verità
di Simone Cantarini
Per Angelo Del Boca, giornalista e storico esperto di Libia, gli alti costi della No Fly Zone hanno dissolto le speranze di un conflitto-lampo, che invece potrà durare per diversi mesi. Gheddafi ha ancora a disposizione truppe, armamenti e un patrimonio personale di 1 miliardo di euro. Il presidente del Sud-africa in Libia per tentare un ultima trattativa con il governo libico.
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Il 31 maggio la Chiesa di Cristo festeggia la Visitazione della B. Vergine Maria. Per onorare la Vergine del "magnificat", anche in vista della prossima festa di Pentecoste, totustuus.it offre in dono agli utenti registrati di totustuus.it il libro:
I doni dello Spirito Santo
Studio di psicologia soprannaturale e letture per il tempo della Pentecoste
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Presentazione: Qual è l'ufficio dei Doni nell'economia della nostra vita spirituale? Questione interessante in supremo grado!
Dalla sua soluzione dipende forse la cognizione delle più meravigliose tra le operazioni dello Spirito Santo nelle anime nostre, l'intelligenza dei nostri più alti doveri soprannaturali, e perfino, giacché Dio non ci giustifica senza di noi, il frutto e il felice successo di queste divine operazioni.
Alla scuola di S. Tommaso d'Aquino e del pio teologo che pare abbia penetrato più profondamente il suo pensiero su quest'argomento, Giovanni di S. Tommaso, noi cercheremo di renderei conto dell'ufficio dei Doni nell'anima fedele.
Indice. Introduzione: L'Ufficio dei Doni dello Spirito Santo; 1. I Doni dello Spirito Santo e la Vita soprannaturale; 2. Il Dono del Timore: san Lodovico Bertrando, san Vincenzo Ferreri, santa Rosa da Lima; 3. Il Dono della Forrezza: santa Caterina de' Ricci, San Giovanni di Gorcum, san Pietro martire; 4. Il Dono della Pietà: santa Agnese di Montepulciano, san Pio V, san Raimondo da Pennafort; 5. Il Dono del Consiglio: sant'Antonino; 6. Il Dono della Scienza: san Domenico, san Giacinto; 7. Il Dono dell'Intelletto: santa Caterina da Siena; 8. Il Dono della Sapienza: san Tommaso d'Aquino; 9. I Doni dello Spirito Santo nel Cuore purissimo della Vergine Maria.
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iGpM
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Regina Sacratissimi Rosari, ora pro nobis!
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Don Robert Skrzypczak, Karol Wojtyła al Concilio Vaticano II. La storia e i documenti, , Fede & Cultura, 2011, pp. 448, € 35.
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Per gentile concessione dell'editore pubblichiamo le pp. 7-15 del 1° capitolo
Il Collegio Pio Latino Americano in via Aurelia a Roma vanta una bellissima biblioteca con una ricca collezione di libri, stampe e riviste.
A tre giorni dal conclave, mercoledì 11 ottobre 1978, quel luogo attirava l’attenzione di molti cardinali. Si chinavano sui documenti e, sfogliandone le pagine, rievocavano i grandi temi d’attualità di cui era vissuto il mondo cattolico ai tempi del Concilio Vaticano II, conclusosi ormai da tredici anni. Si parlava del bisogno di una Chiesa molto più biblica e meno clericale; di una fede che potesse diventare un incontro più personale con Dio anziché una sintesi dei testi sacri. Le grandi sfide del mondo contemporaneo: il comunismo e l’ateismo come il relativismo morale, pretendevano dalla Chiesa, consapevole della propria identità e missione, una risposta coerente; oltre a tutto, nel moderno dopoguerra non ci si aspettava dal cristianesimo un atteggiamento moralistico o un potere autoritario bensì un messaggio evangelico che sapesse spiegare all’uomo il suo destino e illuminare la sua esperienza.
Tutti questi testi, letti e riletti con dovuta concentrazione dai presuli in visita a quella singolare mostra, risalivano ad uno di loro – il cui nome veniva pronunciato sempre più spesso nei colloqui di corridoio, fra i commenti, battute e prove pre-elettive –: Karol Wojty
ła. Erano i testi dei suoi interventi tenuti durante le sedute plenarie del Concilio. A qualcuno dei visitatori, forse, veniva spontaneo chiedersi come mai un uomo del genere si fosse perso nella congerie dei resoconti e studi postconciliari. La mostra era stata voluta ed organizzata da due porporati che portavano singolari cognomi: il cardinale Franz König di Vienna e il cardinale John Krol di Philadelphia. Era stata per caso quella circostanza, in apparenza di poco conto, che sembrava configurare un «corteo regale»[1] che avrebbe portato l’arcivescovo di Cracovia alla dignità di Successore di san Pietro, e avrebbe arricchito la Chiesa per molti anni di uno dei più straordinari papi moderni?
Karol Wojtyła quale Padre del Concilio Vaticano II è tuttora poco conosciuto[2]. Vi è un gran numero di pubblicazioni sulla vita e le opere di questo personaggio, conosciuto successivamente con il nome di Giovanni Paolo II; tuttavia manca un adeguato studio sul periodo della sua effettiva partecipazione ai lavori della più grande assemblea dei Pastori della Chiesa Cattolica nel XX secolo. Le biografie del Santo Padre, anche le più dettagliate, vi dedicano a malapena alcune pagine nel tentativo di riempire le lacune che emergono tra due importanti tappe della vita di Giovanni Paolo II: la sua polacca «maturazione» alle dignità ecclesiastiche, e quello che ha inaugurato il giorno 16 ottobre 1978[3]. Nessuno, fino ad ora, aveva tentato di misurarsi con la totalità del contributo apportato ai dibattiti del Vaticano II da parte dell’arcivescovo di Cracovia, e ciò fa sembrare l’esperienza della sua partecipazione ai discorsi conciliari solamente un «episodio».
La presente antologia di tutti gli interventi di Karol Wojtyła al servizio del Concilio, sia orali sia messi per iscritto, esposta nella seconda parte del saggio, è alla sua primissima edizione. Essa viene anche pubblicata in polacco con il testo latino a fronte. Il latino era allora la lingua ufficiale della Chiesa, lo usavano i Padri conciliari per comunicare fra di loro, il polacco invece era il modo con il quale pensava la mente e sentiva il cuore del Pastore di Cracovia. Credo, che integrare la biografia di Giovanni Paolo II con la più ampia presentazione del suo impegno conciliare, non esaurisca l’importanza di questa pubblicazione.
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI
AD AQUILEIA E VENEZIA
INCONTRO CON IL MONDO DELLA CULTURA E DELL’ECONOMIA NELLA BASILICA DELLA SALUTE A VENEZIA
08.05.2011
L’essere Venezia "città d’acqua" fa pensare ad un celebre sociologo contemporaneo, che ha definito "liquida" la nostra società, e così la cultura europea: una cultura "liquida", per esprimere la sua "fluidità", la sua poca stabilità o forse la sua assenza di stabilità, la mutevolezza, l’inconsistenza che a volte sembra caratterizzarla.
E qui vorrei inserire la prima proposta: Venezia non come città "liquida" – nel senso appena accennato –, ma come città "della vita e della bellezza".
Certo, è una scelta, ma nella storia bisogna scegliere: l’uomo è libero di interpretare, di dare un senso alla realtà, e proprio in questa libertà consiste la sua grande dignità.
Nell’ambito di una città, qualunque essa sia, anche le scelte di carattere amministrativo culturale ed economico dipendono, in fondo, da questo orientamento fondamentale, che possiamo chiamare "politico" nell’accezione più nobile e più alta del termine.
Si tratta di scegliere tra una città "liquida", patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell’effimero, e una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo dalle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli.
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Sesta domenica di Pasqua
LETTURE
Atti 8,5-8,14-17
Salmo 66
1Pt 3,15-18
Giovanni 14,15-21
TEMA DELLE LETTURE
Le letture di oggi si riferiscono alla prima epoca missionaria dei cristiani e alla presenza e alla guida dello Spirito Santo che il Signore invia ai suoi fedeli. Nella sua lettera alle varie comunità cristiane, san Pietro le esorta ad essere pronte a spiegare agli altri il senso delle aspettative della fede cristiana. Ciò suggerisce un atteggiamento di franchezza e la capacità di comunicare ciò in cui crediamo e le ragioni della nostra fede. Questa esposizione della fede cristiana deve essere fatta con gentilezza e rispetto. San Pietro dà ad intendere che la sofferenza è una conseguenza della predicazione. È interessante il fatto che san Pietro qualifichi il cristianesimo a partire dalla speranza, dalle aspettative di quel che deve avvenire a motivo di Cristo.
Sia il vangelo di Giovanni sia gli Atti degli Apostoli parlano dello Spirito Santo di Dio che viene inviato ai cristiani. Gesù lo chiama il Consolatore, lo Spirito di verità che dimorerà nei cuori dei fedeli per consolarli e guidarli. Per quanto la presenza dello Spirito Santo sia un dono gratuito dell’amore di Dio, lo ricevono soltanto coloro che vogliono accoglierlo e che si preparano opportunamente a farlo. Gesù promette anche la sua presenza spirituale nei fedeli. Egli afferma pure che l’amore autentico di Dio si dimostra vivendo una vita autenticamente cristiana.
Gli Atti degli Apostoli ci mostrano Pietro e Giovanni che invocano e impartiscono lo Spirito Santo sui Samaritani (noti per la loro religiosità eclettica e per la loro accettazione solo parziale della Bibbia dell’Antico Testamento), tramite l’imposizione sacramentale delle mani.
Le lodi del Salmo 65 possono suonare stravaganti ai nostri orecchi, ma ci ricordano la grandezza delle opere del Signore: il mondo intero si prostri di fronte al terribile potere di Dio.
MESSAGGIO DOTTRINALE
La presenza dello Spirito Santo. Il cristianesimo è una sorgente vitale dentro di noi, un’esperienza permanente, reale, di Dio che riceviamo con il Battesimo e che viene completata nell’età della maturità con la Confermazione. La presenza dello Spirito Santo fortifica ed illumina il cristiano affinché adempia con la propria esistenza, sull’esempio di Cristo, la sua missione sulla terra. In questo modo, dimora in noi lo Spirito di Dio, e ci sentiamo ispirati ed illuminati senza essere spogliati di noi stessi. Continuiamo a determinare liberamente la nostra vita. Lo Spirito Santo ci aiuta a discernere il valore relativo di tutte le cose in rapporto alla sapienza di Dio, e ad agire di conseguenza. Lo Spirito ci fortifica nel riconoscere Dio come Signore e Creatore. Ci fortifica perché adempiamo la missione dell’evangelizzazione, con dolcezza e rispetto, nonostante gli ostacoli e la persecuzione.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 683-690 parlano dello Spirito Santo; i paragrafi 731-741 dicono dello Spirito e della Chiesa negli ultimi giorni; i paragrafi 1285-1321 trattano del sacramento della cresima.
Spiegare le ragioni della fede. San Pietro ci chiede di essere capaci di spiegare la speranza che è in noi. Ciò richiede da parte nostra una chiara comprensione delle realtà essenziali che sorreggono l’esperienza cristiana e di come esse siano compatibili con quel che sappiamo delle altre realtà. Non è un’impresa facile, ma prospetta grandi risultati e produce rispetto per la sapienza dell’uomo. I cristiani non devono temere i progressi della conoscenza umana, né si deve rifuggire da quel che appare difficile da spiegare. Il cristiano non ha una spiegazione o una risposta per tutto. Non c’è contraddizione tra conoscenza e fede; anzi, quella è perfezionata dall’esperienza di questa; la fede può guidare la ricerca della conoscenza umana. Sappiamo che la vita e la realtà sono complesse. Il cristianesimo non semplifica né deforma i fatti; piuttosto, ci aiuta a restare aperti e pieni di speranza nel proseguire l’inarrestabile ricerca di senso e di salvezza.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 904-907 si riferiscono alla partecipazione all’ufficio profetico di Cristo; i paragrafi 2471-2474 trattano del dovere cristiano di dare testimonianza alla verità.
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Il salesiano pro pedofilia e gli ultimi fuochi della rivoluzione olandese
24 maggio 2011
di Paolo Rodari
Tutti parlano di lui. Del salesiano olandese di 73 anni – si conoscono soltanto le iniziali, padre van B. – salito agli onori della cronaca in quanto dichiaratamente appartenente alla Martijn, un’associazione legalmente riconosciuta in Olanda e che sostiene le relazioni pedofile: “Sono perfettamente legittime” dicono, “seppure discriminate dalla società”
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Il cielo in una stanza (con sbarre)
19 maggio 2011
di Antonio Socci
Un albero che cade – com’è noto – fa più rumore di una foresta che cresce. I telegiornali sono pieni di alberi che cadono: lotte di potere, una serie infinita di omicidi, gli scandali sessuali, le guerre.
Ne viene fuori ogni giorno una rappresentazione mostruosa della realtà.
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Avvenire 24 maggio 2011
La Giornata indetta da Benedetto XVI
Cina, il regime reprime la Chiesa prega
Decine di sacerdoti sono stati arrestate nel Nord della Cina; altre decine sono state bloccate ieri a Shanghai e "portate in vacanza" a spese del governo, impedendo loro così di celebrare Messa per i fedeli. Il motivo: volevano partecipare al pellegrinaggio verso il santuario della Madonna di Sheshan, che si celebra oggi, 24 maggio, festa di Maria aiuto dei cristiani
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il Foglio 15 maggio 2011
Le “armi affilate” dell’uomo di Ratzinger alla guida del clero
di Paolo Rodari
La lezione che Mauro Piacenza, prefetto del Clero, attualmente il cardinale più giovane italiano (66 anni), ha tenuto alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, sezione parallela di Torino, è una spada conficcata nello spirito del mondo.
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Arturo Ruiz Freites, Mabel e la morte. L’eutanasia (EDIVI, Segni 2011), di prossima apparizione.
SULLA “DICHIARAZIONE ANTICIPATA DI TRATTAMENTO (DAT)”
Estratto dal libro, per gentile concessione dell'autore.
II.II.8.2. Dichiarazione anticipata di trattamento (DAT) ed il cosiddetto “testamento biologico”
La “dichiarazione anticipata di trattamento” (DAT), antecedente e per iscritto, avente un oggetto entro i limiti morali, non sarebbe di per sé illecita. Anche se, come indichiamo più avanti (1), sono molto discutibili la sua convenienza e la sua prudenzialità, soprattutto in certe circostanze culturali e politiche, particolarmente quando non si garantisce che non si offrirà in qualche modo la possibilità e l’occasione di leggi e pratiche eutanasiche – nell’immediato o in un futuro più o meno prossimo, una volta che si è aperta alle maggioranze numeriche la possibilità di dettare legge su di un oggetto così delicato ed importante, confinante con il divino, in un modo così volubile e contingente –.
Il problema grave sorge quando, infatti, la si vuole imporre come “diritto” di dichiarazione senza limite morale e di conseguenza senza limite legale né per il paziente né per gli eventuali responsabili, parenti o agenti sanitari. Di fatto ciò viene promosso da tanti con questo scopo immorale e contrastante con la cultura umanista e cristiana dei nostri popoli, mettendo in atto una illegittima rivoluzione culturale mossa dagli interessi politici ed economici che abbiamo indicato.
Accettare di legiferare in materia deve presupporre un contesto che eviti che la legge, sottomessa a una volontà di maggioranze senza regole, permetta di entrare nell’ambito indisponibile della vita, come ad esempio un articolo costituzionale che indichi, appunto, l’inviolabilità della vita umana e di conseguenza l’indisponibilità all’intervento umano su di essa dal concepimento fino al suo termine naturale. E quanto più si rinforza in conformità con l’etica il limite legale fondamentale per garantire la saldezza di un retto ordinamento legale secondario in materia tanto grave, data la malizia della rivoluzione culturale all’attacco contro l’integrità degli uomini, meglio è.
Occorre ancora precisare che la terminologia “testamento biologico” è di per sé abusiva, perché indicativa di una disponibilità della vita anche in ambito indisponibile, giacché si fa “testamento” dei beni disponibili, non della propria vita. Perciò è evidente l’ambigua malizia, di fatto, delle campagne per promuovere leggi di libero “testamento biologico”. È preferibile, per evitare le ambiguità, se si vuole dire ciò che è lecito, parlare piuttosto di “volontà o dichiarazione anticipata di trattamento”.
E' possibile scaricare gratuitamente l'intero estratto di 14 pagine del libro cliccando su:
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DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
ALLE NUOVE RECLUTE DELLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA, CON I GENITORI, IN OCCASIONE DEL GIURAMENTO
Sala Clementina
6 maggio 2011
Il ricordo di quel saccheggio terreno deve far riflettere che esiste anche la minaccia di un saccheggio più pericoloso, quello che potremmo definire spirituale. Nell’odierno contesto sociale molti giovani rischiano, infatti, di cadere in un impoverimento progressivo dell’anima, poiché inseguono ideali e prospettive di vita superficiali, che colmano solo bisogni ed esigenze materiali.
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Quinta domenica di Pasqua
LETTURE
Atti 6,1-7
Salmo 33
1Pt 2,4-9
Giovanni 14,1-12
TEMA DELLE LETTURE
Nelle letture odierne, c’è un evidente spostamento dell’attenzione dalla risurrezione di Gesù all’attività e all’organizzazione dei primi cristiani. Nel vangelo di Giovanni, Gesù avverte i suoi discepoli della sua partenza e ricorda loro come devono giungere alla casa del Padre celeste. Gesù deve essere il loro modo di vita, la luce sulla via e lo spirito che sostiene il loro animo. I suoi seguaci compiranno opere perfino più grandi di quelle del Maestro. C’è un chiaro senso di preparazione per i tempi a venire.
Il salmo 32 sottolinea il senso della fiducia nel Signore che sostiene il giusto. Gesù ripete l’appello all’affidamento fiducioso e, in una frase che era molto significativa per gli ebrei, chiede ai suoi discepoli di aver fiducia in Dio e in Lui. Egli è lo stesso Dio della rivelazione.
La prima Lettera di Pietro, inserendo frasi tratte dal profeta Isaia, incoraggia i cristiani ad essere consapevoli del proprio compito di "pietre vive", per costruire, insieme a Cristo quale pietra angolare, un "edificio spirituale" (v. 6). C’è il senso di qualcosa che deve essere formato in unità, che dipende dalla libera ed attiva cooperazione di tutti coloro che arrivano a credere.
Gli Atti degli Apostoli descrivono un momento di organizzazione pratica nella vita dei primi cristiani per rispondere a necessità concrete della comunità. C’è una spartizione delle funzioni per consentire agli apostoli di dedicarsi totalmente al proprio compito ministeriale, consacrando così altri affinché si dedichino alle esigenze della carità. Possiamo vedere qui il plasmarsi nel concreto dell’edificio spirituale.
MESSAGGIO DOTTRINALE
La Chiesa. Le letture richiamano le caratteristiche essenziali della Chiesa. Innanzitutto, la Chiesa è dove Dio dimora. È quel che si sperimenta nella presenza spirituale di Dio nel cuore dell’uomo. È questa vita cristiana che muove ogni fedele a stabilire un rapporto di fratellanza con tutti gli altri e, spinto dall’amore, ad offrire la stessa "via, verità e vita" agli altri. C’è una struttura e un ordine per questo proposito di comunione con Dio e con i santi in cielo, e con gli altri in questa vita temporale. Soprattutto, la Chiesa è chiamata a testimoniare l’amore salvifico di Dio per ogni uomo, e ad amare tutti gli uomini e le donne così come Dio li ama.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 748-959 trattano della Chiesa, e specialmente della sua origine, fondazione e missione, della sua cattolicità, della missione degli apostoli, della costituzione gerarchica della Chiesa e della comunione dei santi.
Vita cristiana. Al cuore della fede cristiana c’è l’esperienza interiore della presenza di Dio. È questa esperienza che può trasformare la vita del cristiano e portarlo a vivere come Gesù. Credere in lui significa impegnarsi ad essere specchio del suo amore fattivo per il prossimo, ma questo è un impegno che, a motivo dell’amore che si ha per Dio, si accoglie e volentieri. Un’esperienza cristiana autentica ci porta ad essere aperti ad una verità più grande e a voler esprimere nelle nostre azioni quel che sentiamo nel cuore. Questo è ciò che distingue il cristianesimo da un semplice codice di condotta, o da una morale dell’obbligo.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 683-686 trattano della nuova nascita del battesimo e della comunicazione della vita nuova.
Sasso d’inciampo e pietra di scandalo". Questo è una delle strane frasi delle Sacra Scrittura che necessita di essere ben intesa. L’intervento di Dio nella vita umana non è un invito casuale, nonostante esso, in questa vita, abbia sempre l’aria di un invito più che di un obbligo. Siamo sempre liberi, e la decisione spetta sempre e solo a noi. Questa espressione si riferisce alla scelta che viene offerta alla nostra libertà. La vita e gli eventi ci vengono presentati in modo tale che finiamo con l’inciampare sugli "inviti" di Dio, per decidere liberamente quel che intendiamo fare. Le nostre decisioni, anche le più piccole, o che prendiamo da soli nel santuario della nostra coscienza, fanno sempre la differenza per il nostro futuro.
Riferimenti nel Catechismo: i paragrafi 1731-1742 trattano della libertà umana e della responsabilità.
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Avvenire 18 maggio 2011
Scola: salvare l’uomo, prima ecologia
Sono quattro le parole chiave che compongono il tema di Expo 2015 «Nutrire il pianeta. Energia per la vita»: alimentazione, energia, pianeta, vita. Ciascuna forma di vita – è stato detto – ha bisogno di energia e l’energia viene fornita dall’alimentazione. A sua volta, il nesso vita-alimentazione incide sullo sviluppo del pianeta, unitamente all’interazione di una molteplicità di fattori naturali e antropici. Da questa circolarità complessa emerge allora quella che viene definita come la quinta parola chiave: la persona che – si legge nel Memorandum – «con gli strumenti del suo vivere e del suo lavoro, contribuisce a trasformare in positivo o in negativo la natura nella quale vive».
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CorSera RAPPORTO ISTAT
Matrimoni in crisi: -30.000 in due anni
Nel Nord-est uno su dieci sposa una straniera
MILANO - Agli italiani l'altare non piace più. Non è una novità dal momento che il trend negativo prosegue dal 1972, ma nel biennio 2009-2010 sono state celebrate 30.000 nozze in meno, vale a dire che il calo è del 6%. Il record negativo, reso noto dall'Istat, è molto al di sopra del -1,2% registrato, mediamente negli ultimi 20 anni. Nel 2009 sono stati celebrati 230.613 matrimoni mentre nel 2010 poco più di 217 mila (3,6 ogni mille abitanti); nel 2008 erano stati 246.613 (4,1). Il calo ha interessato tutte le aree del paese. Tra le grandi regioni, il Lazio (-9,4%), Lombardia (-8%), Toscana (-6,7%), Piemonte e Campania (-6,4%).
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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
LETTERA CIRCOLARE
PER AIUTARE LE CONFERENZE EPISCOPALI
NEL PREPARARE LINEE GUIDA
PER IL TRATTAMENTO DEI CASI DI ABUSO SESSUALE
NEI CONFRONTI DI MINORI DA PARTE DI CHIERICI
3 maggio 2011
Tra le importanti responsabilità del Vescovo diocesano al fine di assicurare il bene comune dei fedeli e, specialmente, la protezione dei bambini e dei giovani, c’è il dovere di dare una risposta adeguata ai casi eventuali di abuso sessuale su minori commesso da chierici nella sua diocesi. Tale risposta comporta l’istituzione di procedure adatte ad assistere le vittime di tali abusi, nonché la formazione della comunità ecclesiale in vista della protezione dei minori. Detta risposta dovrà provvedere all’applicazione del diritto canonico in materia, e, allo stesso tempo, tener conto delle disposizioni delle leggi civili.
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Il 24 maggio la Chiesa di Cristo festeggia la Beata Vergine Maria Ausiliatrice.
La festa è stata istituita da Papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento a Maria per la sua liberazione dai cinque anni di galera in cui lo aveva gettato Napoleone, ma la grande occasione dell’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1572) affrontarono e vinsero la flotta musulmana.
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A Dio. Sotto la guida di Sant'Ignazio
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Presentazione: Se l'autore di questo libretto, Padre Rodolfo Plus S.J., potesse vedere a che livello di degrado i suoi confratelli hanno ridotto la spiritualità di Sant'Ignazio di Loyola, chiederebbe senz'altro di passare ad una delle nuove e dinamiche Congregazioni che si ispirano agli Esercizi di Sant'Ignazio. Se, oggi, nonostante quello sfacelo, totustuus.it ripropone il testo di un antico gesuita sulla sua spiritualità, è proprio perchè essa è tornata alle vita e alle origini in almeno due nuovi e grandi istituti religiosi.
Ma che significano, prima di tutto, queste espressioni: la spiritualità, le spiritualità?
Si chiama spiritualità l'ideale di vita e l'insieme dei mezzi proposti dalla Chiesa per far progredire le anime nella virtù e nell'unione con Dio.
Il Messia ci ha detto per quale via dobbiamo andare al Padre: il Padre è il Termine; Egli, il Cristo, la via. In questo senso non c'è che un'unica spiritualità.
Ma per seguire quest'unica via, questo cammino di Gioia nella fedeltà, nell'abnegazione e nella carità, non c'è bisogno di un equipaggiamento a modello uniforme, " standardizzato".
Nel corso della vita della Chiesa nasceranno, infatti, tanti santi e specialmente tanti fondatori di Ordini religiosi; i quali praticheranno certamente tutti il Vangelo, ma daranno ciascuno a questa, pratica un'impronta propria. Tutti proclameranno tutto l'ideale del Maestro; ma, di questo ideale, ciascuno si applicherà a riprodurre, di preferenza, questa piuttosto che quell'altra virtù e perciò, evidentemente, insisteranno di preferenza piuttosto su questa che quell'altra serie di
mezzi.
Qual è lo spirito particolare della spiritualità ignaziana?
Quali i caratteri che ad essa sono propri? Ci pare che la risposta si possa stringere sui quattro punti seguenti:
- spiritualità derivata dalla vita e che si adatta ad ogni genere di vita;
- spiritualità di combattimento;
- spiritualità incentrata nel Cristo;
- spiritualità orientata verso il massimo di rendimento apostolico.
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Avvenire 11 maggio 2011
IL MISTERO
Chi ha voluto colpire il Papa?
La mano criminale che impugna una Browning calibro 9 sopra le teste ondeggianti della folla e spara con intenzione omicida al Vicario di Cristo è una delle immagini più sconvolgenti del secolo scorso. Sono passati trent’anni da quel drammatico 13 maggio 1981 ma l’attentato a Giovanni Paolo II resta, parafrasando il famoso detto di Churchill sull’Urss, «un enigma avvolto in un mistero». Nel suo senso più profondo il mistero del male troverà spiegazione durante il Grande Giubileo del 2000, quando venne svelato il terzo segreto di Fatima sul «vescovo vestito di bianco che cammina faticosamente verso la Croce e cade a terra come morto».
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Il convegno sul motu proprio "Summorum Pontificum"
Dalla liturgia antica un ponte ecumenico
di KURT KOCH
"Una speranza per tutta la Chiesa" è il titolo del 3° convegno sul motu proprio Summorum pontificum di Benedetto XVI che si è tenuto oggi, sabato 14, presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, al quale hanno partecipato, fra gli altri, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e il segretario della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei". Delle relazioni di questi ultimi due pubblichiamo, rispettivamente di seguito e in basso, ampi stralci.
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Card. Avery Dulles, C.S. Storia dell’apologetica, con una prefazione di mons. Luigi Negri, Edizioni Fede & Cultura , 2010, pp. 384, € 29
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PREFAZIONE
Sono lietissimo di presentare questo significativo volume dedicato dal Card. Dulles alla Storia dell‟Apologetica.
In qualche modo ho l‟apologetica nel sangue. Da studente universitario presso la facoltà di filosofia dell‟Università cattolica nei primi anni sessanta, sotto la guida del più grande metafisico del secolo scorso, il prof. Gustavo Bontadini, avevamo dato vita a un centro di apologetica in cui cercavamo di difendere la Fede leggendo dal punto di vista di un‟autentica coscienza cristiana e di una piena adesione alla filosofia neotomista le vicende culturali del passato e del presente.
Per me l‟apologetica è una dimensione sostanziale della fede, perché il movimento che la fede vive per comunicare le ragioni profonde della sua identità e quindi per incontrare, sulla base della razionalità umana, posizioni, istanze, questioni. Questo movimento, che implica l‟approfondimento della propria identità e quindi l‟apertura al confronto e al dialogo con tutte le posizioni, costituisce un‟eredità preziosa della posizione teologica e filosofica cattolica.
Queste formulazioni mi sembrano anche il punto di vista sostanziale di questo ottimo volume in cui le fasi dell‟apologetica storica vengono tratteggiate dal Card. Dulles con un‟interpretazione profonda, una grande maestria filologica e una grande passione ecclesiale.
Non si ama infatti la Chiesa senza difenderla, cioè senza mostrare che la verità della fede incontra e valorizza ogni autentico sforzo dell‟uomo per comprendere se stesso, non senza denunciare e negare quelle posizioni che essendo contro Dio sono inevitabilmente anche contro l‟uomo.
Mi pare che questo mio intendimento e la lettura di questo ottimo testo, cui auguro il miglior successo, sono ben espresse da questa espressione di Timothy George: «L‟apologetica è per tutti. Questa storia particolare, anche se non manca di erudizione, è stata scritta nella convinzione che gli argomenti nei quali gli apologeti cristiani si sono imbattuti nelle varie epoche sono, o dovrebbero essere, di interesse comune per chiunque si ponga le domande fondamentali sulla vita umana: chi sono? Da dove vengo e dove vado? Qual è il significato della mia vita e della vita stessa? Come dovrei vivere in questo mondo? C‟è vita oltre la tomba e dove sarò trenta secondi dopo la mia morte? Queste domande, naturalmente, non appartengono solo ai cristiani. Esse appartengono ad ogni uomo. Ma la fede cristiana non si ritrae dal compito di considerare queste domande alla luce del nostro comune umano affanno e con l‟aiuto della ragione illuminata dalla fede».
Con la mia benedizione piena di gratitudine
†Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro
Preghiera serale dell’apologeta
Da tutte le mie storpie sconfitte e oh! Molto più
da tutte le vittorie che pensavo mie;
dall‟intelligenza sparata in tuo nome
per la quale, se gli angeli piangono, la gente ride;
da tutte le mie prove della Tua divinità,
Tu, che non dai segno, liberami.
Sono solo spiccioli i pensieri. Non permettere che invece che a Te,
mi affidi alla consunta loro immagine del tuo capo.
Da tutti i miei pensieri, anche dai miei pensieri di Te,
o Tu splendido Silenzio, cadi, e liberami.
Signore della porta stretta e della cruna dell‟ago,
toglimi dal mio nulla per paura che muoia.
C.S. Lewis
PREMESSA