Padre TOMAS TYN O.P.:
predicatore del Rosario

di Paolo Risso
(L'Osservatore Romano, 24-9-2003, p. 6)

In queste ultime setttmane dell'anno dedicato dal Santo Padre Giovanni Paolo II al Rosario, ritorna alla memoria ciò che l'indimenticabile domenicano, P. Tomas Tyn, predicò sulla corona di Maria SS.ma. Qualcuno ci ha ricordato la devozione che il giovane Tomas ebbe al Rosario di Maria fin dalla sua fanciullezza, nella sua patria oppressa dai comunisti, la Cecoslovacchia, là dov'era nato il 3 maggio 1950.

Sappiamo della gioia grande che egli provò quando, vestendo il bianco abito di s. Domenico il 28 settembre 1969 e Warburg (Germania), poté cingere ai fianchi il Rosario quale distintivo della sua identità di religioso domenicano.

II Rosario e Maria, sulle orme di s. Domenico di Guzman, di s. Pio V, di P. Lacordaire, del Beato Giacinto Cormier, e dei domenicani santi, egli, diventato sacerdote il 29 giugno 1975 per l'imposizione delle mani da parte di Papa Paolo VI, l'avrebbe vissuto e predicato con il suo nobilissimo insegnamento allo «Studium» dei Padri Predicatori di Bologna, nelle conferenze e nelle omelie, negli incontri, in mezzo alle anime, verso le quali sarebbe andato con una vera passione per la loro salvezza eterna.

P. Tomas, con questa sua visione e fedeltà al Rosario, è sulla linea della più pura predicazione domenicana, meglio, della predicazione della Chiesa, riguardo a Gesu Cristo.

Come s. Domenico predicava il Verbo incarnato e fatto uomo agli albigesi - gli gnostici del suo tempo - che negavano l'incarnazione, e lo faceva accompagnato e sostenuto dalla preghiera mariana, così nel nostro tempo, che in una nuova gnosi rifiuta Gesù Cristo, Uomo Dio e unico Salvatore dell'umanita, P. Tomas vede il tentativo piu grave di scardinare tutto il Cattolicesimo e l'opera della Chiesa, dissolvendo il dogma della divinità di Cristo: a rimedio e salvezza, egli predica e diffonde il Rosario di Maria SS.ma, come sintesi del mistero di Cristo, Dio fatto uomo, e dato agli uomini dalla Madre sua, « l'Emmanuele» il Dio-con-noi, visibile e palpabile, mediatore tra Dio e gli uomini, crocifisso in espiazione dei nostri peccati per la nostra redenzione, risorto e glorificato, emissore dello Spirito Santo sui credenti in Lui.

Un giorno, P. Tomas così concludeva la sua omelia: «Cari fratelli, cerchiamo di fare tesoro di questa preghiera; cerchiamo soprattutto con amore apostolico, con amore per le anime redente da Cristo, di diffondere questa preghiera; facciamoci, in tutta la nostra vita, apostoli del S. Rosario a Maria, e Maria ci benedirà nel momento della nostra morte».

La diffusione del Rosario come segno dell'amore apostolico per le anime, come passione missionaria, come difesa della fede in mezzo agli errori del mondo d'oggi, come intercessione di salvezza presso Dio. La «piccola via del Rosario», come sintesi possibile a tutti, come «summa» di professione di fede e di preghiera, di azione e di apostolato, per radicare Gesù Cristo, Uomo-Dio, nelle anime.

Docente, contemplativo e apostolo è il P. Tomas Tyn, proprio perché domenicano, tomista e rosariante: dai misteri dell'Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del Figlio di Dio, contemplati nel Rosario, egli passa, nella sua predicazione e nel suo insegnamento, a condurre le anime all'Eucaristia, là dove Gesù Cristo è realmente presente e immolato, vivo e vero con il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità.

Di lui, vero «uomo eucaristico» e «sacerdos propter Eucaristiam», possediamo tra mano alcune stupende istruzioni sull'Eucaristia, nelle quali ha raccolto e diffuso la più autentica dottrina della Chiesa, da Gesù nella sinagoga di Cafarnao (Gv 6, 22-59), al Cenacolo del suo Sacrificio (Mt 26, 25-29, e simili), a Tommaso d'Aquino, al Concilio di Trento, fino al Servo di Dio Pio XII (Mediator Dei, l947), e alla Dominicae Coenae (1980) e, potremmo dire, all'Ecclesia de Eucaristia (2003) di Giovanni Paolo II.

In quella sua parola appassionata per il più grande Tesoro che abbiamo, il Sacramento SS. del Corpo e del Sangue del Signore, noi comprendiamo perché egli abbia voluto, nell'estate 1989, offrire a Dio la sua giovane vita, affinché Gesù Eucaristico non avesse mai a essere profanato da mani immonde e sacrileghe, ma soltanto adorato e glorificato dai sacerdoti e dai credenti sulla terra, così come lo è dagli Angeli e dai santi in Cielo.