Sabato 20 maggio a Roma - Marcia per la Vita, ritrovo alle ore 15 in piazza della Repubblica
Intervista a Virginia Coda Nunziante
COS’E’ LA MARCIA PER LA VITA? CHI L’ORGANIZZA?
La Marcia per la Vita è una iniziativa che intende affermare pubblicamente la sacralità della vita umana innocente ed indifesa. La Marcia si prefigge dunque l’obiettivo chiaro di contrastare tutte quelle leggi che non riconoscono il valore universale della vita umana ma che, al contrario, la feriscono mortalmente: in particolare l’iniziativa intende condannare la legge italiana sull’aborto, la 194/1978, che ha reso legale l’omicidio del bambino non nato, con oltre, finora, sei milioni di morti ufficiali. Ma contrastare anche la legge sull’eutanasia attualmente in Parlamento.
La Marcia per la Vita è nata dall’idea di alcuni laici che hanno deciso di organizzare una manifestazione pubblica in difesa della vita, sull’esempio di molti paesi europei ed extraeuropei dove già da alcuni decenni le marce sono realtà consolidate.
E’ CRESCIUTA IN QUESTI ANNI?
Nel corso della prima edizione, a Desenzano sul Garda, nel 2011, la Marcia riuscì a raccogliere circa ottocento partecipanti e, cosa ancora più importante, a suscitare un’onda crescente di consensi che ci spinsero a compiere il grande passo: spostare la manifestazione a Roma, il centro della cristianità e del potere politico. Negli anni successivi, nonostante le poche risorse finanziarie e la totale assenza di visibilità mediatica, la Marcia è cresciuta diventando una delle più imponenti manifestazioni pro-life a livello europeo. Nel frattempo la Marcia si è consolidata ed ha assunto un volto non solo nazionale ma anche internazionale, con la presenza di molte delegazioni estere. Anche quest’anno, oltre 120 leader di movimenti pro-life provenienti da tutto il mondo, si riuniranno a Roma nei giorni che precedono la Marcia per la Vita, per discutere insieme di strategie e scambiare opinioni per affrontare insieme una cultura della morte che pervade tutti i continenti.
QUALCUNO L’HA DEFINITA MARCIA ECUMENICA, QUALCUN ALTRO MARCIA DEI CATTOLICI, A VOLTE PERSINO “FASCISTA”. MA CHI PARTECIPA, DAVVERO, ALLA MARCIA?
Chi la definisce così vuol dire che non è mai stato alla Marcia. Alla Marcia partecipano famiglie con bambini, associazioni, movimenti, parrocchie, scuole, singoli individui, tutti uniti esclusivamente dall’intento di voler difendere la vita umana innocente attaccata da leggi ingiuste ed omicide. Il fatto che tale manifestazione sia organizzata da cattolici non impedisce la chiamata a raccolta di tutti gli uomini di buona volontà che abbiano a cuore la causa della vita, indipendentemente dal loro credo religioso o politico. La difesa della vita umana innocente non può essere prerogativa di qualcuno, bensì deve coinvolgere tutti coloro che sono sensibili ad un tema che riguarda direttamente il presente e il futuro dell’umanità. E’ un fatto che l’intero continente europeo stia letteralmente estinguendosi sotto la spinta di pseudo leggi che attaccano frontalmente la vita umana, specialmente nelle sue fasi più delicate, ossia il nascere ed il morire.
C’E’ UN RAPPORTO TRA LA MARCIA E LE GERARCHIE CATTOLICHE?
La marcia è un’iniziativa di laici, totalmente indipendente. Ciò significa che essa non dipende da nessuno e da nessun punto di vista: economico, politico, religioso, ecc. Anche se questo non vuol dire che uomini di Chiesa o politici non aderiscano a titolo personale. Numerose sono infatti le adesioni alla marcia di prelati, alcuni dei quali partecipano al corteo, altri si adoperano per diffondere l’iniziativa tra i fedeli. Alla Marcia per la Vita americana, ad esempio, partecipano rappresentanti ufficiali della gerarchia ecclesiastica ma anche la Fraternità San Pio X. Le Marce, per la loro stessa essenza, sono aperte a tutti coloro che condividono il principio della difesa della Vita, senza compromesso o distinguo alcuno.
QUALE RITIENE ESSERE, NEL MOMENTO PRESENTE, LA PIU’ GRAVE MINACCIA PER LA VITA?
Quando il potere politico si arroga il diritto di legiferare negando alla base i principi del diritto naturale, non vi può essere barriera etica che non possa essere prima o poi superata. In questi ultimi decenni abbiamo assistito ad una vera e propria escalation di attacchi inauditi alla vita innocente e alla moralità. In ordine di tempo, potremmo dire che l’introduzione dell’eutanasia nel nostro ordinamento giuridico e la negazione del diritto all’obiezione di coscienza rappresentino i settori dove la cultura della morte spinge di più. Ma uno degli errori più comuni è quello di considerare i diversi attacchi nei confronti della vita come eventi isolati o come accadimenti estemporanei. In realtà, essi fanno parte di un unico processo di erosione della moralità che contiene alla base una serie di presupposti filosofici errati, circa l’uomo ed il suo essere nel mondo. Per questo è necessario che il mondo pro-life si formi bene anche intellettualmente e la Marcia per la Vita, con i suoi tanti eventi correlati (convegni, incontri di formazione ecc.) e con la proclamazione di principi netti e privi di ambiguità, funge anche da bacino di conoscenza e formazione. La Marcia dunque, seppur si prefigge di combattere in modo particolare l’aborto di stato, tende in realtà a contrastare tutti gli attacchi alla vita umana innocente, dall’utero in affitto all’eutanasia, dal divorzio alla teoria del gender.
La Marcia è un momento di condivisione, poi però bisogna riprendere il confronto quotidiano con un mondo, e soprattutto con delle élites, che non hanno in minima cura la vita nascente o morente e che anzi adoperano ogni mezzo (mediatico, politico, giudiziario) per far sì che il più debole venga eliminato. Come combattere per la Vita?
Naturalmente parlando, non c’è partita: tutto rema contro la vita nascente e terminale e i mezzi a nostra disposizione sono nulla in confronto a quelli in possesso dell’establishment. Ma il popolo della vita, la Marcia per la Vita, hanno qualcosa che gli altri non hanno: innanzi tutto la forza della preghiera e poi la forza delle idee che trae origine dall’adesione alla Verità tutta intera, quando i nemici della vita hanno dalla loro, oltre all’enorme dispiegamento di forze, solo la menzogna sistematica. La Marcia non è solo un momento di condivisione dunque, ma è anche e soprattutto un momento di formazione e di diffusione di buone idee e di sani principi, coerenti con la stessa natura umana. E’ un lavoro che non produce frutti immediati ma che ha bisogno di molto tempo, pazienza e abnegazione. L’obiettivo è di ricreare una cultura della vita che rimetta in discussione i falsi e traballanti pseudo principi propagati con l’inganno dalle avanguardie rivoluzionarie. L’esempio americano è illuminante in tal senso e ci incoraggia a proseguire nel nostro impegno di diffusione di una sana cultura della vita. La marcia di Washington è nata negli anni settanta e nel corso del tempo ha contribuito in maniera decisiva a formare intere generazioni ai valori della vita. Un primo risultato è che ora la metà, e forse più, della popolazione americana si dichiara pro-life; un secondo risultato è che nell’ultima edizione della Marcia di Washington ha partecipato il vice presidente americano, il quale ha parlato dal palco anche a nome del neo eletto presidente Trump. Ultimamente, diversi e significativi sono stati i provvedimenti della presidenza americana volti a contrastare la macchina infernale degli aborti. E non è detto che nel prossimo futuro, l’amministrazione americana non possa mettere mano alla legge abortista che da decenni sta decimando la popolazione. Tutto ciò grazie alla mobilitazione del popolo della vita, tutto ciò grazie alla Marcia per la Vita.
Ciascuno di noi è importante e può fattivamente contribuire, in qualche modo, al buon esito della battaglia. Adesso tocca a noi scendere in piazza e per questo invitiamo tutte le persone che hanno a cuore la causa della Vita a partecipare sabato 20 maggio a Roma alla settima edizione della Marcia per la Vita, con ritrovo alle ore 15 aa piazza della Repubblica, per scrivere insieme nuove pagine per la nostra Italia: promuovere la cultura della vita e contrastare leggi ingiuste ed omicide.
Virginia Coda Nunziante è tra coloro che per primi hanno dato concretezza all’dea della Marcia per la Vita in Italia: la pensa e promuove anno per anno, ne cura gli aspetti organizzativi, si impegna da sempre per la difesa dell’essere umano dal concepimento alla morte naturale.
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