E' facilissimo reperire manualetti, opuscoli, brochure che pretendono di insegnare come difendersi dal gender nella scuola. Purtroppo, quasi tutti invitano al dialogo, alla collaborazione, all'immischiarsi nella scuola: sono cioè in qualche modo subalterni al pensiero dominante, spesso anche collusi con i partiti che il gender hanno permesso, in primis i fedelissimi al cattolicesimo democratico: Area Popolare, NCD e UCD.
Si dimentica che, fin dall'Unità d'Italia, lo Stato totalitario liberale "affidò alla scuola il fare gli italiani" (D. Bertoni Iovine), cioè il condizionarne l'istruzione in modo da favorire che gli scolari divengano individui isolati e schiavi dello Stato.
Si dimentica che, in questa quarta fase della dissoluzione dell'identità occidentale e cristiana, il divorzio, l'aborto, la pillola omicida del giorno dopo, la fecondazione artificiale, le unioni gay, l'eutanasia, la canna libera per tutti e la legge che ha introdotto il gender in tutte le scuole sono tasselli di un unico mosaico.
In questa prospettiva, la lotta per la difesa ai valori non negoziabili non può ammettere nè dialogo, nè accordi, ma deve sempre cercare il maggior bene possibile senza mai omettere di annunciare la verità piena.
Quel che segue non è il solito manualetto, ma pochi semplici consigli per una lotta intransigente, l'unica che abbia qualche efficacia immediata e in prospettiva.
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La prima cosa di cui si deve tener conto è che il gender a scuola è legge dello Stato, come previsto dalla c.d. legge sulla “Buona scuola” (approvata grazie al voto determinante di NCD-Area Popolare-UDC) e quel che possiamo e dobbiamo fare è limitare i danni. Stessa situazione per l’educazione sessuale, anche se travestita da educazione all’affettività et similia.
La difesa da queste iniziative va fatta da noi laici, preparandola per tempo e con intelligenza: teniamo conto che “il dialogo” con la scuola di Stato, anche se non sembra ideologizzata, è generalmente inefficace. La via legale e amministrativa, specialmente se coadiuvata dai media e da esponenti di vari partiti, risulta quasi sempre più efficace, ma va preparata oculatamente.
Raramente la propaganda Gender è pianificata a breve: di solito si tratta di progetti preparati accuratamente con molti mesi in anticipo.
Se ce ne accorgiamo tardi, l'unica strada percorribile è quella di una immediata richiesta di incontro col Dirigente scolastico. Un breve testo può aiutare a prepararlo:
[www.totustuustools.net]
Si può ritenere che una decina di genitori firmatari della richiesta di incontro (meglio se di più) sia un numero sufficiente ad evitare rappresaglie sui nostri figli. Se tra costoro figura almeno uno degli eletti in Consiglio di Istituto aumentano le probabilità di riuscita, ma la richiesta non va caricata solo su costui o su un solo genitore.
A volte il Dirigente offre la possibilità di ospitare un nostro co-relatore in cambio della non-belligeranza: è un’offerta che deve essere rifiutata, come eventuali altre simili, perché hanno il solo scopo di legittimare l’iniziativa tramite il consenso implicitamente ottenuto dai genitori.
Le risposte dei dirigenti scolastici, provveditori e Ufficio Scolastico Regionale seguono sempre la medesima linea: "abbiamo seguito correttamente le procedure previste dalla normativa".
In quest'ottica è opportuno imparare dal "caso Galvani 2015”:
- La Curia contro l'Arcigay: "Colonizza la scuola":
[bologna.repubblica.it] (un cardinale, da solo, ottiene al massimo eco massmediatica)
- Il provveditore: “Legittimi i corsi con Arcigay”
[bologna.repubblica.it] “Iniziative legittime, al Galvani come in altri istituti, si tratta di progetti approvati dagli organi collegiali”
- La difesa della Ministro Valeria Fedeli:
[www.totustuustools.net] “azioni attivate in maniera legittima e senza contravvenzione alle leggi dello Stato e alle norme del sistema di istruzione”
- Stessa linea di difesa dell’Ufficio Scolastico Regionale: “hanno operato garantendo la trasparenza, l’informazione e il coinvolgimento delle famiglie nelle scelte educative, nella definizione dell’Offerta Formativa e nella programmazione delle “attività didattiche”
[www.totustuustools.net] (prepararsi raccogliendo documentazione per dimostrare il contrario).
In particolare, per quanto concerne la preparazione, occorre raccogliere documentazioni su:
- I fatti: in quali classi, in che data, che cosa esattamente è stato fatto, chi lo ha fatto, se son state chieste spiegazioni, in che forma son state chieste e cosa ci hanno risposto.
- Il consenso informato: quale testo è stato utilizzato, come è stato mandato al dirigente scolastico, se costui ha risposto qualcosa.
- Il Comitato Genitori: esiste? sono disposti ad esporsi o sono socialisti? da quanti genitori è composto? qualcuno di costoro è rappresentante di classe o di istituto?
- Procedimento amministrativo. Un rappresentante dei genitori ha titolo per chiedere l’accesso a documenti amministrativi relativi al testo del progetto (sia esso extra curriculare o “simil-curricolare”), al verbale del Collegio docenti e del Consiglio di Istituto che lo hanno deliberato. Da questi ultimi si ricava se il progetto è stato oneroso per l’Istituto.
- Altre forme di protesta. Le forme di protesta pubblica (ad es. volantinaggio all’uscita) possono essere utili se permettono di coinvolgere nuovi genitori.
In generale, visto che ormai le iniziative intese a diffondere l'ideologia omosessualista sono diffuse (sono pochissime le scuole che ne sono immuni), conviene non farsi sorprendere ma prepararsi per tempo, anche quando non c'è l'esigenza immediata.
Ciò vale anche per gli istituti dove il fenomeno si è già manifestato. Se vi sono anche pochi operatori dotati di buona volontà, in tali istituti la resistenza dovrebbe essere più facile da organizzare.
A questo scopo si offre un Vademecum di base da leggere prima di agire:
[www.totustuustools.net]
iGpM
totustuus.it