Nonostante la forte attenzione riservata dai massmedia al Santo Padre, sembra che il popolo di Dio stia disertando sempre più i pellegrinaggi alla Sede Apostolica.
I dati delle Udienze Generali, della Confcommercio e CNA.
Altro che Olimpiadi, il vero scandalo è il Giubileo
Piangono alberghi, ristoranti, negozi e trasporto Nell’Anno Santo a picco turismo e consumi
[www.iltempo.it]
Il conto ufficiale dei pellegrini arrivati nella Capitale in oltre otto mesi di tempo dall’inizio del Giubileo segna 16.348.566; è aggiornato al 18 settembre e cresce di ora in ora. Eppure, questi 16 milioni e più di visitatori non hanno avuto un minimo di impatto economico sulla città: niente segno più per l’occupazione alberghiera, tantomeno per i pubblici esercizi, niente ancora per il commercio al dettaglio né per i trasporti su gomma. Insomma, mancano un paio di mesi alla fine dell'evento giubilare e per le categorie produttive è stato un vero e proprio flop. Tanto da far dare un giudizio unanime: «Saremmo andati molto meglio se il Giubileo non ci fosse stato».
TURISMO
Il più categorico nel suo giudizio è Giuseppe Roscioli, presidente Federalberghi Roma: «Da gennaio 2016 a luglio, gli arrivi sono aumentati dell’1,5% ma l’anno scorso sull’anno precedente nello stesso periodo considerato l’incremento era stato del 4,61%. Questo significa che siamo cresciuti molto di più quando il Giubileo non c’era». È vero, precisa Roscioli, «c’è stato anche l’allarme terrorismo che ha rallentato il flusso turistico, ma in Europa, al netto dell’Italia, il turismo è cresciuto del 5%, quindi il problema sta proprio nella Capitale». Sono i dati dell’occupazione degli alberghi 1 e 2 stelle i più emblematici: avrebbero dovuto raccogliere il maggior numero di pellegrini visto che si tratta di un turismo di qualità bassa. Invece, nel periodo gennaio/luglio 2016 gli alberghi a 1 stella hanno segnato una diminuzione dello 0,08% degli arrivi e dell’1,03% delle presenze mentre quelli a 2 stelle del 2,69% delle presenze e del 2,33% degli arrivi.
EXTRALBERGHIERO
Un po’ meglio è andata al settore extralberghiero, almeno a livello di occupazione delle stanze che sono rimaste tra gennaio e agosto al 70-80%. Ma, spiega Claudio Cuomo, presidente extralberghiero della Confesercenti: «Il Giubileo ha influito negativamente sul fronte prezzi, scesi fino a 35-40 euro a camera. Questo è stato causato dal fatto che la clientela che di solito spende di più ha evitato di venire a Roma proprio perché c’era il Giubileo e quella che è venuta ha una capacità di spesa molto più bassa». In poche parole è stata la qualità del turismo a risentirne maggiormente.
BAR E RISTORANTI
Più turisti che girano e che, si diceva, avrebbero consumato nei bar e nei ristoranti. Almeno così speravano gli esercenti. Tutt’altro. Claudio Pica, presidente Associazione esercenti di Roma e Provincia, parla addirittura di un danno per il settore. «La flessione degli incassi è intorno al 6-8% da inizio del Giubileo ad oggi quando invece avevamo stimato un incremento di almeno il 10% degli affari. Gli esercenti hanno grossi problemi ad essere in regola con i pagamenti ai fornitori e a mantenere gli stessi livelli occupazionali». Anche nell’area attorno ai Musei Vaticani i ristoratori lamentano scontrini medi di 15 euro, segno che il turista che entra si ferma alla bibita e al panino più che consumare seduto al tavolo.
TRASPORTI
Da sempre i pellegrini richiamano i pullman privati che li trasportano da una parte all’altra della città. Per questo Giubileo, tuttavia, il via vai dei torpedoni è stato ridotto proprio all’osso. Parla di vero e proprio flop Paolo Delfini, presidente Cna trasporto: «Prima del Giubileo registravamo una media di 400 pullman al giorno. Oggi siamo al 60/70 per cento in meno, un danno notevole per il settore». Una prova? «Basta vedere che nelle zone a più alta concentrazione di pellegrini, come ad esempio via della Conciliazione o via Gregorio VII, altezza San Pietro, non si registrano per nulla file di pullman o traffico».
SHOPPING
E sul fronte commercio? Peggio che mai. Per David Sermoneta, presidente dell'Associazione Piazza di Spagna «questo turismo non è certo quello che spende nei negozi del centro per fare shopping». Ma neppure nelle vie più periferiche si registra il minimo movimento da poter imputare al Giubileo.
Damiana Verucci
Alle udienze di Papa Francesco si registra un forte calo di presenze.
da:
[www.lalucedimaria.it]
Cerchiamo di capire il motivo del vistoso calo di popolarità e di consensi nei confronti di Papa Francesco che secondo questi dati ufficiali riguardanti le presenze alle udienze di Bergoglio mettono in luce questa realtà indiscutibile. Una spiegazione plausibile secondo noi potrebbe essere che molti hanno frainteso le dichiarazioni del Pontefice su alcune tematiche delicate [...].
Un’emorragia lenta e costante, che in poco più di due anni ha assunto proporzioni preoccupanti. Il numero delle persone che il mercoledì si reca a piazza San Pietro per assistere all’ udienza del Papa ha iniziato a calare con l’ avvento di Francesco al soglio di Pietro, ed il trend non accenna a cambiare verso.
Da che è diventato Pontefice, Bergoglio ha perso suppergiù due fedeli su tre. I numeri non potrebbero essere più ufficiali: a diffondere il conto delle presenza è stata infatti la Prefettura della casa pontificia, ossia l’ organismo vaticano che ha tra i propri compiti quello di provvedere all’organizzazione delle udienze. L’occasione per la pubblicazione del riepilogo è stata offerta dalla centesima udienza tenuta da Bergoglio questo mercoledì.
I numeri: ai cento appuntamenti di Francesco hanno preso parte in totale 3.147.600 persone.
Interessante il dato disaggregato sui singoli anni. Nel 2013, primo anno di pontificato del Papa argentino, i fedeli presenti sono stati 1.548.500 per un totale di 30 udienze (da tenere a mente che il pontificato è iniziato nel marzo di quell’ anno); nel 2014 alle 43 udienze officiate da Francesco hanno preso parte 1.199.000 fedeli; per l’ anno in corso, dove si contano 27 udienze compresa quella di questa settimana, il totale si ferma a quota 400.100.
Per rendersi conto della portata di questa emorragia è utile fare il calcolo delle presenze medie per udienza: nel 2013 l’ udienza papale media è stata seguita da 51.617 persone, nel 2014 da 27.883, nel 2015 da 14.818. E il trend sembra essere in ulteriore contrazione, dato che dal Vaticano fanno sapere che all’ ultima udienza l’ affluenza si è attestata in circa sulle diecimila persone. In ultima analisi, da quando è diventato Papa Jorge Bergoglio ha perso per strada poco meno di due fedeli su tre.
Il confronto diventa ancora più stridente se si va a fare il confronto con chi lo ha preceduto alla guida della Chiesa. I numeri di Giovanni Paolo II, non a caso passato alla storia come Pontefice tra i più amati di sempre, restano irraggiungibili: nel suo primo anno di pontificato, in sole nove udienze, Wojtyla raggiunse quota 200mila fedeli, arrivando nel corso dell’ anno successivo al picco fatto senare a quota 1.585.000 fedeli. Dopo qualche anno di relativa stanca, il grande exploit con l’ Anno Santo del 2000, quando i pellegrini tornarono ad essere in numero superiore ad un milione e 400mila.
MEGLIO RATZINGER
Se da un Pontefice dal carisma unanimemente riconosciuto come Wojtyla certi numeri non stupiscono, lo stesso non può tuttavia dirsi per un Papa al contrario dipinto come respingente e poco incline a suscitare il carisma delle folle: Joseph Ratzinger.
Negli otto anni di Pontificato, Benedetto XVI ha fatto registrare un totale di 20.544.970 fedeli tra incontri in Vaticano e a Castel Gandolfo. Particolarmente lusinghieri i risultati del 2012 (quando i pellegrini sono stati in tutto 2.351.200), del 2011 (2.553.800, persino meglio dell’ anno che sarebbe seguito) e quelli relativi all’ inizio del pontificato: nei primi otto mesi da guida della Chiesa, infatti, Ratzinger aveva fatto registrare oltre 2 milioni e 800 mila fedeli, con 810mila fedeli in appena nove udienze da aprile (momento dell’ elezione) alla fine dell’ anno.
Un trend che, come detto, in seguito all’elezione di papa Francesco ha conosciuto una brusca ed inattesa inversione di tendenza. E che, visti i dati di questi ultimi mesi, le carte in regola per peggiorare pare averle tutte.