Vescovi coraggiosi. L'aquila di Ferrara:
"No ai musulmani alle messe cattoliche"
di Andrea Morigi, per Libero del 17 agosto
Ora basta con i musulmani a messa. Al termine della celebrazione eucaristica del 15 agosto, nella Cattedrale di Ferrara, l' arcivescovo Luigi Negri ha qualche sassolino da togliersi dalle scarpe. Così, prima della benedizione solenne, torna all' ambone e si rivolge all' assemblea: «Mi sembra fondamentale una chiarificazione», esordisce. Quel che aveva ritenuto di omettere nella predica è un avvertimento: «È certamente importante che in un tempo così delicato come quello che stiamo vivendo, si attivino tutte le possibilità di dialogo e di incontro per favorire la reciproca conoscenza tra gli appartenenti alle diverse religioni. Sono infatti sinceramente convinto che la conoscenza attraverso il dialogo possa favorire un clima sociale migliore».
Fin qui, tutto bene. Se non che, dopo la partecipazione di alcuni esponenti della comunità islamica alle celebrazioni liturgiche anche nel territorio della diocesi di Ferrara-Comacchio, un decreto di espulsione disposto il 10 agosto dal Viminale nei confronti dell' albanese Hidri Sajmir, residente nella vicina Vigarano Mainarda, ha fatto venire alla luce il lato oscuro delle moschee locali, quello violento. Per dirla con le parole del ministro dell' Interno Angelino Alfano, l' uomo svolgeva «un' attività di proselitismo rivolta ai fedeli con un linguaggio denso di tratti di fanatismo e consultava online, freneticamente, siti con contenuti riferibili allo Stato Islamico».
Gente così, meglio tenerla fuori dai confini italiani. In ogni caso, per quanto riguarda la pratica pastorale, non è di nessuna utilità invitare in chiesa fedeli di altre religioni o persone non battezzate che generano soltanto confusione e sconcerto fra i cattolici. Soprattutto dopo che meno di un mese fa, il 26 luglio, a Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia, proprio dei fedeli di Allah hanno sgozzato un prete che stava celebrando. È naturale che anche fra i cattolici praticanti sorga qualche dubbio sull' improvviso embrassons-nous.
Infatti, in Francia, un' indagine sociologica dell' istituto Ifop pubblicata da Le Monde il 12 agosto indica che il 45% dei cattolici francesi percepiscono l' islam come «una minaccia». L' anno scorso, erano appena il 33%. Fra i francesi in genere, invece, solo una lieve variazione, dal 32 al 33%. Il buonismo delle gerarchie ecclesiastiche appare sempre meno convincente, secondo il sondaggio che registra anche l' opinione del 71% dei fedeli, per i quali l' islam è troppo influente e troppo visibile, alla faccia dei proclami sulla laicità. Quattro anni fa chi la pensava così era soltanto il 60%. E ora i cattolici non sopportano più nemmeno l' ostentazione del velo da parte delle donne musulmane: dal 54% di quattro anni fa, sono saliti al 67, contro il 63% della media francese. Altro che sottomissione.
Indipendentemente dalla lettura dei quotidiani d' Oltralpe, monsignor Negri coglie la medesima atmosfera nel suo piccolo gregge. È convinto «che le iniziative intraprese nelle celebrazioni eucaristiche delle scorse domeniche - da inquadrarsi nel momento drammatico dell' uccisione di P. Jacques Hamel, in cui i rappresentanti delle comunità islamiche hanno espresso vicinanza alle comunità cristiane - dopo aver raggiunto il loro obiettivo abbiano anche esaurito la loro funzione». Grazie a tutti, insomma.
Ma adesso ognuno torni a frequentare i propri luoghi di culto.
«È infatti un bene che i cattolici possano ora vivere autonomamente la santa messa come è nella natura della celebrazione liturgica di questo sacramento, che non è stato istituito allo scopo di far dialogare le diverse religioni, ma per far partecipare i battezzati al mistero della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio», spiega ancora il vescovo.
Quel che gli preme, infine, è scardinare le argomentazioni di quanti nell' occasione hanno sottolineato la presunta devozione mariana dei musulmani, o almeno la significativa presenza della Vergine Maria in una sura del Corano. La differenza con chi la venera come Madre di Dio è enorme. Dunque «noi non possiamo accettare che neanche per scherzo si possa parlare di Maria con un' accentuazione soltanto storica o storicistica. Non possiamo accettare di ridurre il mistero della Madre del Signore a realtà secondaria, che non toccherebbe la sostanza del dogma di Cristo. Chi riduce l' importanza del mistero della divina maternità della Vergine Maria attacca decisamente la sostanza della fede».
Non è nemmeno necessario che nomini i musulmani. Tanto il popolo di Dio, raccolto lì davanti, ha già capito tutto.
di Andrea Morigi