Lo scopo: rivoluzione contro la famiglia. La tattica: infiltrarsi nelle scuole e intimidire chi resiste.
Un elenco dei progetti pro-gender nelle scuole (cliccare su Leggi tutto in fondo a questa pagina)
Dopo il portale del Governo Renzi per diffondere l'omosessualismo, un esempio
Nuovi obiettivi per l’associazione Lgbt “RAIN”
’associazione “RAIN” di Caserta facente parte addirittura della categoria ONLUS, ha da poco eletto i nuovi organi. Fra tutti spicca il nome di Bernardo Diana, che ricoprirà la carica di nuovo presidente, confermando la sua voglia di fare, a partire dalle tante attività che devono esser promesse sul territorio.
Il neo-presidente, che fra l’altro risulta studente presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, lo stesso in cui vengono organizzate le manifestazioni sportive e non contro “omofobia” e “bullismo omofobo”, ha espresso un commento in seguito all’inaspettata elezione:
«Assumere la presidenza di questa associazione mi rende fiero e davvero felice: abbiamo molte attività che bollono in pentola, speriamo di essere all’altezza ed essere pronti per questo periodo post Pride nel quale ci prepariamo per la celebrazione delle prime unioni civili a Caserta»
Nel mirino di tutti come possiamo vedere, ci sono i frutti del ddl Cirinnà, che si estende ora sempre più in ogni città, sotto il presidio degli entusiasti sindaco e delle comunità LGBT locali.
Tra le attività che inizieranno a settembre sono in evidenza lo sportello di assistenza legale, la biblioteca e centro di documentazione di cultura omosessuale e queer, una rassegna cinematografica nonché appuntamenti settimanali di discussione e conoscenza presso la nuova sede che sarà inaugurata in autunno proprio a Caserta. Siamo certi che in tutte queste “belle” attività di formazione sociale vi sarà l’accompagnamento dei partiti, ivi del comune stesso.
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Gender: “paradigma etico” o rivoluzione contro la famiglia?
L’ideologia gender negli ultimi tempi ha conquistato, rapidamente, spazi sempre più ampi, arrivando a mettere in discussione e a ribaltare concetti elementari e fondamentali del vivere quotidiano di qualsiasi società.
Essa si presenta come un nuovo “paradigma etico“. In realtà è una vera rivoluzione morale.
Il fondamento di tale rivoluzione etica è riassumibile nell’espressione “negazione della realtà”.
In tal senso, alla realtà, così come noi la vediamo e la conosciamo, si sostituisce una pura astratta costruzione sociale, priva di alcun carattere stabile e oggettivo. Tutto è lasciato alla illimitata interpretazione del singolo che, in maniera del tutto soggettiva ed autonoma, sarà libero di attribuire, a qualsiasi fatto o cosa, la propria personale ed esclusiva spiegazione.
Da qui discende, in maniera logica e coerente, il rifiuto di ogni limite o confine naturale o morale.
Come ben osserva, infatti, a tal proposito, la Peeters, se il “dato” non esiste, allora le norme e le strutture sociali, politiche, giuridiche, spirituali possono venire decostruite e ricostruite a piacere, secondo le trasformazioni socioculturali del momento e l’assoluto diritto di scelta. Il “diritto di scelta” diviene, dunque, l’intoccabile valore supremo di questa nuova cultura al quale tutto si deve sottoporre e sacrificare.
In tale ottica, il nuovo paradigma prescinde da implicazioni etiche e morali reclamando ed esercitando ogni diritto «contro la legge naturale, contro le tradizioni e contro la rivelazione divina».
Da tale constatazione si evince il carattere distruttivo di questa ideologia che, per affermare se stessa, deve prima fare tabula rasa delle strutture portanti e consolidate della società.
Un altro lucido autore, mons. Michel Schooyans, ricorda come, il sociologo tedesco Max Weber (1864-1920) distingue tra “etica della convinzione” ed “etica della responsabilità”.
La prima, di origine cristiana, impone di sottomettere le proprie azioni alle norme e ai principi morali, anche a costo della propria vita, secondo l’esempio dei profeti, degli eroi e dei santi; ad essa, si contrappone la nuova “etica della responsabilità”,
«l’etica dell’uomo politico che, impegnato in un mondo violento, dovendo salvare la vita e affermare la sua supremazia, non si lascia intralciare da considerazioni sul bene e sul male». Un etica procedurale per la quale, «ciò che è corretto (right) o non corretto (wrong) risulterà da una decisione consensuale, convenzionale, nata – se necessario – da un voto. Una decisione “democratica” sarà una decisione uscita da un voto di maggioranza».
Per la teoria del gender, la famiglia naturale composta da un uomo e da una donna, che costituisce il nucleo primario di formazione dell’uomo, viene considerata come il principale nemico da abbattere.
Essa viene vista come un’istituzione che frena ed ostacola la libera autodeterminazione dell’individuo e, per tale ragione, va combattuta.
All’interno del processo storico descritto dal pensatore brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira si tratta di una Rivoluzione, la Quarta, che punta a distruggere la più importante microsocietà che è la famiglia naturale, dopo aver distrutto o almeno gravemente ferito, la “macrosocietà” politica.
Se i teorici del Sessantotto proclamavano la “morte della famiglia”, gli ideologi del gender celebrano la comparsa di diverse forme di famiglia per proclamare che “tutto è famiglia”: uno slogan astuto e dall’evidente sapore ideologico per dire che “niente è famiglia”. Si tratta di un chiaro stratagemma che, equiparando i diversi modelli di unione, punta a minare l’identità dell’istituto famigliare naturale, svuotandolo della sua peculiarità e specificità.
Le nuove “famiglie” si basano su legami volubili e appaiono come giocattoli, componibili e scomponibili secondo i propri gusti. Una famiglia emancipata dalla natura, costruita a misura dei propri desideri dove la confusione dei ruoli regna sovrana con buona pace dei figli. Un imprudente e letale approccio teorico che, mettendo da parte il giudizio morale, spalanca, potenzialmente, le porte a qualsivoglia tipo di relazione e rapporto.
(tratto da Gender Diktat. Origini e conseguenze di un’ideologia totalitaria – Rodolfo de Mattei,Solfanelli, Chieti 2014)
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Per i progetti pro omosessualismo introdotti surrettiziamente nelle scuole clicca qui.
In questo dossier riportiamo una selezione dei principali progetti e iniziative, applicati nelle scuole italiane o comunque rivolti a studenti o docenti, che si ispirano alla teoria di genere, prodotto dei “gender studies”, o/e alle teorie omosessualiste delle associazioni LGBT. Questeteorie hanno infatti principi e conseguenze comuni e nella pratica spesso si presentano assieme.
Il dossier riguarda principalmente gli anni 2014 – 2016 e non pretende difornireun elenco completo. Sono stati inclusi solo i progettie le iniziative che ci sono stati segnalati ela cui applicazione poteva essere precisamente determinata quanto a data, luogo e contenuti. Spesso il progetto esaminato non si riferiscesoloa unsingolo “caso”, in quanto un progetto è suscettibile di applicazione in più istituti scolastici ein alcune ipotesisi tratta di progetti che hannocoinvolto gran parte del corpo docente, o molteplici scuole, di intere Regioni o Province.
I progettie le iniziativedi questo tipo, con il pretesto di educare all’uguaglianza edi combattere lediscriminazioni, il bullismo, la violenza digenere o i cattivi stereotipi, spesso promuovono: l’equiparazione di ogni orientamento sessuale e di ogni tipo di “famiglia”; la prevalenza dell’ “identità di genere”sul sesso biologico(e la conseguente normalizzazione della transessualità e del transgenderismo); la decostruzione di ogni comportamento o ruolo tipicamente maschile o femminile insinuando chesi tratterebbe sempre di arbitrarie imposizioni culturali; la sessualizzazione precoce dei giovani e dei bambini.