Sotto la guida del Card. Biffi, i vescovi dell'Emilia Romagna firmarono il primo e forse unico documento episcopale di studio serio dell'islam. Si tratta di un testo semplice ed essenziale, che tutti i presbiteri e laici dovrebbero leggere e conservare. Benchè ormai introvabile, è disponibile qui:
- Islam e Cristianesimo (01):
[www.paginecattoliche.it]
- Islam e Cristianesimo (02):
[www.paginecattoliche.it]
- Islam e Cristianesimo (03):
[www.paginecattoliche.it]
- Islam e Cristianesimo (04):
[www.paginecattoliche.it]
- Islam e Cristianesimo (05):
[www.paginecattoliche.it]
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Proponiamo anche un istruttivo video sul tema sempre attuale:
Non esiste un Islam moderato o estremista ma esiste un solo Islam. A dirlo sono i musulmani
[www.rightsreporter.org]
A un musulmano sono concessi con il mondo infedele solo trattati di tregua, non di pace. Una tregua può essere dovuta solo a un fattore: i musulmani sono in stato di inferiorità e necessitano di tempo per riorganizzare le proprie fila. Hamas, come l’Olp, sono disposti ad accordarsi su tregue, mai sulla pace. Tutto il mondo è terra dell’islam.
Quando noi doniamo a un islamico raccattato in mezzo al Mediterraneo di che sopravvivere e un qualsiasi tipo di sussidio, secondo la nostra mentalità stiamo facendo un atto di generosità. Secondo quella islamica stiamo pagando il tributo che è dovuto. Riconosciamo il nostro obbligo a questo tributo che deve essere congruo. E nessuna gratitudine ci spetterà, ma solo la sacrosanta protesta ogni volta che il tributo non sarà sufficiente. L’islam domina e non è dominato. La nostra democrazia offende l’islam, come ci ricordano gli imam, per cui saremo puniti.
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E' dunque indispensabile studiare e riflettere sul tema
Dhimmitudine
Il “dhimmi”, nella storia e nella legislazione islamica è colui che si “sottomette alla legge islamica per salvarsi la vita”.
I paesi non musulmani sono chiamati “dar al-harb”, paesi di guerra. Una possibilità di tregua può esistere solo a certe condizioni: il pagamento di un tributo e lo sviluppo dell’islamismo nel paese che sancisce la tregua. In questa situazione la “dhimmitudine” è una condizione simile a quella dell’ostaggio.
La "dhimmitudine" è la condizione assegnata ai cristiani e agli ebrei dalla dottrina musulmana.
Ne deriva che, per ogni musulmano, anche non osservante, i cristiani d´Europa, col loro dialogo e tolleranza, cercano protezione.
Non è sorprendente che il gruppo "Stato islamico in Iraq e Siria" stia imponendo le disposizioni della dhimmitudine sui cittadini cristiani di al-Raqqa. Inoltre non è sorprendente che ciò che questo gruppo ha fatto sia stato accolto con censura da molti tra i musulmani.
ISIS ha soltanto applicato un sistema messo in pratica in molti periodi della storia e che ha molte giustificazioni nella giurisprudenza islamica, che non ammette, né nel passato né oggi, l'uguaglianza dei diritti e dei doveri dei cittadini in uno stato basato sulla legge islamica.
Tale giurisprudenza, anche se pretende di adottare la cittadinanza come la base delle norme, continua a discriminare tra cittadini, su basi religiose. Quando alcuni giuristi e pensatori islamici parlano della cittadinanza, li vedi fare eccezioni legislative o riserve per quanto riguarda la partecipazione dei non-musulmani nello stato islamico.
Oggi, le posizioni degli islamisti variano in relazione alla questione dell'applicazione della jizya nei paesi islamici, dove gruppi di "dhimmi" vivono.
Queste posizioni oscillano tra riportare l’ imposizione della jizya, in quanto è stabilita nel Corano, e cancellare o cambiarne il nome se disturba i cittadini "dhimmi".
Gli Islamisti considerano che il principio della jizya è una distinzione per il popolo del Libro stabilita nel Corano, che distingue tra gente del Libro – tra cui i cristiani -, e politeisti. Così, mentre il Corano pone i politeisti tra due scelte, o inserirsi nell'Islam o essere uccisi, chiede ai cristiani solo di pagare la jizya, in cambio di essere mantenuti sani e salvi. Così essi deducono che l'Islam ha dato solo ai cristiani una distinzione, poiché ha imposto loro la jizya, mentre comanda ai musulmani di combattere i politeisti fino a che non si sottomettano.
Lo Sheikh Yusuf al-Qaradawi, un pilastro di moderazione, insiste sulla dominanza delle obbligazioni religiose su eventuali altri legami. Così egli rifiuta tolleranza e apertura che si basano sul "diluire" la religione con il pretesto di "nazionalismo o patriottismo" poiché egli ritiene che sia ipocrisia assoluta far prevalere il legame patriottico o nazionale sul legame di religione o elevare la laicità sopra il legame della religione. Per lui, "Non è tollerato per i musulmani il tornare indietro dai decreti della loro religione e dalla legge del loro Signore, nel vanificare i suoi confini e nel dissolvere il suo stile di vita per il bene delle minoranze non musulmane, in modo da non da farle preoccupare o non ferire i loro sentimenti".
Per lui, la tolleranza si basa "sul buon vicinato comandato da entrambe le religioni, l'amore del bene per tutti, e l'obbligo di giustizia con tutti."
Lo Sheikh Said Hawwa dei Fratelli Musulmani in Siria, segue esattamente la stessa tendenza quando rifiuta di abbandonare i principi islamici per la preferenza di una formula non-islamica che riunisce insieme musulmani e non musulmani in un unico stato.
Egli dice: "I popoli della Umma islamica non abbandoneranno l'Islam. La Storia testimonia. I fatti testimoniano. E così i non -musulmani hanno una scelta: partire o fare un accordo con i musulmani sulla base di una sola formula. Se si vuole una terza opzione - per i musulmani abbandonare il loro Islam - né loro né altri potranno avere questo".
Hawwa poi avverte i non-musulmani che l'Islam inevitabilmente governerà e così li consiglia di affrettarsi "per trovare le formule per un accordo con i musulmani che piaccia a tutte le parti, prima del giorno in cui venga imposto unilateralmente loro l'accordo."
Il sistema di dhimmitudine non è un'invenzione di ISIS. Infatti, si trova nel cuore della giurisprudenza islamica. Ora abbiamo un urgente bisogno di innovazioni giuridiche islamiche che ammettano la partnership nazionale e l'uguaglianza totale tra i cittadini senza riserve, siano esse legislative o di qualsiasi altro tipo.
Fr. Georges Massouh
(da
[oraprosiria.blogspot.it] )