ESCLUSIVO: il cardinale Burke afferma che l'esortazione post-sinodale deve essere letta 'criticamente'
[Traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
Alcune persone mi hanno criticato per aver detto che il documento non è magistero; essi sostengono che si tratta di una Esortazione post-sinodale e, pertanto, deve essere parte del magistero; ma non è il titolo del documento a conferire la qualifica di magistero. Occorre leggere i contenuti e quando lo si fa, ci si accorge che questo documento va letto criticamente alla luce del Catechismo e del Magistero della Chiesa. Quelle parti che supportano e danno piena espressione al Magistero della Chiesa vanno bene, ma ci possono essere altre cose che sono riflessioni del Santo Padre, ma non sono magistero.
ROMA, 18 Maggio 2016 ( LifeSiteNews ) - Due giorni dopo il Rome Life Forum nel corso del quale ha esortato i fedeli cattolici a prepararsi a subire il "Martirio di testimonianza" [qui] per la "difesa della vita umana e della sua culla nell'unione coniugale di marito e moglie", ho avuto il privilegio di ottenere un colloquio personale con il cardinale Raymond Burke per LifeSiteNews. Nell'occasione egli ha chiarito che a suo parere, Amoris Laetitia può esser letta "criticamente", ha parlato con gravità, deplorando anche purtroppo che molti cattolici oggi sono "ignoranti della loro fede cattolica" [...]
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L'intervista:
Eminenza, lei ha parlato forte e chiaro sulla necessità di sostenere il vero insegnamento della Chiesa sul matrimonio, sulla famiglia e sulla sessualità umana. Questo insegnamento è sufficientemente noto ai cattolici?
No non lo è. Nella Chiesa ormai da diversi decenni abbiamo sofferto di una pessima catechesi e anche di una certa tendenza a predicare evitando una esposizione sistematica della fede, che ha lasciato molti cattolici ignoranti della loro fede cattolica come pure degli insegnamenti della legge morale, che è una parte importante della nostra fede cattolica. Quindi il nodo della questione è che in un mondo in cui cresce in maniera sempre più folle la ribellione contro Dio e la sua legge, i cattolici sono mal equipaggiati per rispondere e compiere il loro dovere in difesa della fede per la salvezza del mondo.
Cosa vorrebbe consigliare ai cattolici da leggere e meditare per entrare nella loro vita adulta e quali punti devono essere ben evidenziati durante la preparazione al matrimonio?
Esorto tutti i cattolici a leggere il Catechismo della Chiesa cattolica, che è il compendio della nostra fede cattolica e, se non hanno il tempo di leggere tutto il Catechismo, almeno leggano il Compendio, e poi consultino il Catechismo intero per l'ulteriore illustrazione di punti che potrebbero non aver capito. Ciò è fondamentale per noi oggi. La nostra fede è la nostra salvezza, e se non conosciamo la nostra fede certamente corriamo il rischio di perdere la nostra salvezza. Ciò, per noi, significa la salvezza eterna, ma significa anche la nostra felicità su questa terra, che è un anticipo della pienezza della felicità nel mondo a venire. Ma per quanto riguarda la preparazione al matrimonio penso che si debbano sottolineare i maggiori valori fondamentali del matrimonio, in altre parole, l'unione tra un uomo e una donna, nella fedeltà. Dobbiamo insistere sulla fedeltà, che è una virtù, per molti aspetti spesso violata nella nostra cultura. In secondo luogo, che [l'unione] è permanente; e in terzo luogo, che è per sua natura generosamente procreativa. E dobbiamo sottolineare a coloro che si preparano al matrimonio che la vita coniugale è una particolare partecipazione alla vita di Dio. Essa riflette l'amore delle tre Persone della Santissima Trinità, fedele, durevole e vivificante. Di conseguenza, è opportuno sottolineare che l'amore del matrimonio è maggiormente compreso e più efficacemente nutrito dalla nostra comunione con Dio nella preghiera e attraverso i Sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia. Quindi penso che queste sono le cose che dovrebbero essere maggiormente messe in risalto. Poi, mi sembra importante aiutare i giovani a riconoscere gli aspetti della nostra cultura, che minacciano particolarmente il valore del matrimonio, in modo che possano essere vigili e proteggersi contro questo tipo di influenze che li porterebbe a tradire la verità del loro matrimonio.
Non si potrebbe pensare che si possa rompere il legame tra una madre e suo figlio o un padre e il suo bambino: è lo stesso tipo di legame che esiste tra un uomo e una donna sposati?
Ovviamente. In effetti, il legame tra padre madre e figli è un legame costituito dall'amore del padre e della madre uno per l'altro. Un bambino non cresce e si sviluppa correttamente se il padre e la madre non comunicano l'amore che hanno l'uno per l'altro. Abbiamo assolutamente bisogno di questo per la nostra crescita e sviluppo: avere l'amore di un padre e di una madre, e la sua comunicazione da parte di entrambi i genitori.
In questa epoca di divorzio dilagante e fallimento matrimoniale, qual è la responsabilità della contraccezione artificiale, e pensa che la Chiesa possa cambiare il corso della mentalità contraccettiva?
Il ruolo svolto dalla contraccezione artificiale è fondamentale e letale, perché ha come effetto l'affievolimento dell'amore tra marito e moglie, eliminando la totalità dell'amore insita nell'unione coniugale, che include sempre il grande dono della procreazione: la corona del'unione matrimoniale è il dono dei figli. E così quando una mentalità contraccettiva vi entra, l'amore viene distorto. E infatti vediamo che c'è chi usa l'argomento che l'unione sessuale senza il suo aspetto fecondo è di per sé coniugale nel discutere sull'attività sessuale tra due persone dello stesso sesso e così via, perché si dice: "Beh, si tratta di un atto d'amore, anche se non è fecondo". Ma questo è un uso illecito dell'unione coniugale: l'unione coniugale può essere solo tra un uomo e una donna uniti nell'amore. Così la mentalità contraccettiva è alla base di un certo numero di minacce più gravi per il matrimonio di oggi. E la Chiesa, a mia conoscenza, è l'unica istituzione che afferma il male insito nella contraccezione, e così oggi più che mai è chiamata a difendere la verità circa l'unione coniugale e la sua natura fondamentalmente feconda. Credo fermamente che il beato Papa Paolo VI lo riconobbe nel 1968, quando ci fu una pressione enorme su di lui da parte dei cosiddetti "teologi", teologi morali, per attenuare l'insegnamento della Chiesa, e in effetti per modificarlo. Egli ha difeso in maniera eroica l'insegnamento della Chiesa, e ringraziamo Dio per questo. E poi il suo successore, Papa Giovanni Paolo II, dopo il breve pontificato di Papa Giovanni Paolo I, ha speso tanto del suo magistero a illustrare la verità contenuta nella Lettera Enciclica del Beato Papa Paolo VI Humanae vitae.
Ci sono molti peccati ripetitivi e infedeltà abituali che ci tagliano fuori dalla grazia santificante, ma che possono essere assolti nella Confessione; potrebbe spiegare il motivo per cui i divorziati "risposati" non possono ottenere l'assoluzione senza decidere di separarsi o almeno di vivere "come fratello e sorella"?
Qui è importante distinguere tra un peccato individuale, ad esempio, un atto individuale in cui si non si riesce a rispettare la fedeltà e il vivere in uno stato pubblico che è in violazione di tale fedeltà. Prima di tutto si può sostenere che nell'atto individuale c'era una forza della passione, una pressione, qualunque essa sia che potrebbe costituire in qualche aspetto una diminuzione della colpa. Lo stesso non si può dire di uno status, perché si sceglie liberamente di vivere con un'altra persona come marito e moglie, anche se l'uno o l'altro è vincolato, o entrambi sono legati da un matrimonio precedente. Confondere queste due situazioni è molto dannoso. E così la persona che pecca e va a confessarsi, veramente pentita e con il fermo proposito di correzione di non farlo di nuovo, può essere assolta, ma chi va a confessare il peccato di infedeltà, quando ha l'intenzione di continuare a vivere in quella situazione, e quindi un elemento essenziale del pentimento - il fermo proposito di modifica - non c'è, quella persona non può essere assolta e, naturalmente, non può accostarsi a ricevere la Santa Comunione. Si parla di una soluzione in foro interno. In altre parole, una soluzione non oltre il sacramento della Penitenza. Esiste solo una soluzione, e cioè che, nel Sacramento della Penitenza l'uomo e la donna si impegnino a vivere come fratello e sorella, in altre parole, ad osservare la continenza ed a rispettare la fedeltà del rapporto matrimoniale a cui sono legati. Poi possono essere autorizzati a ricevere i sacramenti, ma solo in un luogo in cui questo non dà scandalo, cioè in un luogo dove la gente non conosce la loro situazione. Si riconosce in questa disciplina della chiesa - molto antica - come la verità sul matrimonio è enormemente importante per tutta la vita della Chiesa e come la Chiesa garantisce la verità. Conosco molte persone i cui matrimoni sono falliti che dedicano il resto della loro vita a vivere nella fedeltà alla loro unione matrimoniale, anche se il loro coniuge li ha abbandonati. Alla fine, mi dicono molto chiaramente, che è in questa fedeltà che trovano la loro felicità.
La sua prima reazione ad "Amoris laetitia" è stata quella di dire che bisogna ascoltare il Romano Pontefice con rispetto, ma che non tutti i suoi detti e scritti sono parte del "magistero infallibile". Questo significa che è possibile fare una rispettosa lettura critica della Esortazione post-sinodale o anche che alcuni dei suoi elementi sono aperti a un'interpretazione non ortodossa?
Non credo che possa essere altrimenti perché il Papa stesso dice che il documento è costituito dalle sue riflessioni dopo l'esperienza Sinodale, e quelle riflessioni sono personali. La Chiesa non ha mai affermato che tutto ciò che il Papa dice o tutte le sue riflessioni sono parte del magistero. L'insegnamento nella Chiesa è una questione molto seria, in cui si comprende che non il papa non parla personalmente, ma che sta parlando come Successore di Pietro. E dunque è così che questo documento deve essere letto . Alcune persone mi hanno criticato per aver detto che il documento non è magistero; essi sostengono che si tratta di una Esortazione post-sinodale e, pertanto, deve essere parte del magistero; ma non è il titolo del documento a conferire la qualifica di magistero. Occorre leggere i contenuti e quando lo si fa, ci si accorge che questo documento va letto criticamente alla luce del Catechismo e del Magistero della Chiesa. Quelle parti che supportano e danno piena espressione al Magistero della Chiesa vanno bene, ma ci possono essere altre cose che sono riflessioni del Santo Padre, ma non sono magistero.
Molti cattolici sono turbati dal testo, ma sono riluttanti a esprimere i loro dubbi e perplessità anche perché il suo autore è il Papa. Cosa vorrebbe consigliar loro di fare?
Non siamo stati abituati a questo tipo di scrittura da parte del Santo Padre. In passato il Santo Padre parlava molto di rado, o scriveva molto raramente, e lo faceva sempre con una grande attenzione al fatto che egli è il Vicario di Cristo in terra e che, quindi, ogni espressione della Fede deve essere aderente alla verità del magistero della Fede. Papa Francesco ha scelto di scrivere e parlare in un modo tale per cui vi è una sorta di commistione tra l’esposizione dell’insegnamento della Chiesa e l’espressione dei propri pensieri personali, e molte volte lo fa in un linguaggio molto colloquiale, nel quale a volte non è così facile capire esattamente che cosa intende dire. E quindi penso che dobbiamo renderci conto che qui abbiamo un diverso modo di scrivere del Papa, e noi possediamo tutti gli strumenti nella nostra nostra fede per comprendere correttamente questo modo di scrivere, ma non ci è familiare. Tuttavia è semplicemente non vero sostenere che questo documento sia parte del magistero come lo erano, ad esempio, le Lettere Encicliche Evangelium vitae, o Familiaris consortio – che era anch’essa una Esortazione Apostolica post-sinodale -, giacché questo documento non è scritto nello stesso modo di quelle. È scritto in stile molto differente. A tale proposito, inoltre, credo che la cosa importante sia che quando si legge criticamente il documento, si sia sempre rispettosi della persona del Papa. Indulgere nella mancanza di carità rispetto a qualsiasi compagno di fede, e in modo particolare verso il Romano Pontefice, è del tutto inappropriato e sbagliato.
In particolare, sembra essere stata messa da parte la questione della dannazione eterna : "Nessuno può essere condannato per sempre, perché non è la logica del Vangelo" anche se la misericordia di Dio vuole raggiungere ogni uomo, non è vero che è possibile per l'uomo rifiutare la grazia e scegliere l'inferno?
Ovviamente. La Chiesa ha sempre insegnato che Dio rispetta la nostra libertà e così si può essere duri di cuore anche nel momento della morte. Cristo stesso ha parlato nel Vangelo. La logica del Vangelo è: Dio vuole salvare tutti gli uomini, non c'è dubbio su questo. Ha mandato il suo unico Figlio per salvare tutti gli uomini. Ma gli uomini restano liberi e alcuni di loro rifiutano la salvezza, e se lo fanno, meritano la dannazione eterna: se si rifiuta la salvezza, come si può essere salvati?
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