Il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, insieme con il cardinale Burke, ha presentato il libro di Nicola Bux «Non si scherza con i sacramenti» (Cantagalli), introduzione di Vittorio Messori. «Ho proposto al Papa lo stop alle foto durante le celebrazioni»
I sacramenti sono, oggi, vittime di abusi e «deformazioni» a causa di «cattive decisioni deliberatamente prese da non pochi sacerdoti» che, declassando ad esempio l’eucaristia «a nome di un fantomatico conflitto dei segni», «confondono i fedeli».
E’ la denuncia del cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che, insieme al cardinale statunitense Raymond Leo Burke, patrono del Sovrano militare ordine di Malta, e all’economista Ettore Gotti Tedeschi, ha presentato il libro «Con i sacramenti non si scherza» (Cantagalli, 222 pagine), prefazione di Vittorio Messori.
La presentazione, organizzata dalla casa editrice in collaborazione con la Pia Fondazione Paventi di San Bonaventura e avvenuta ieri sera in un’affollata sala dell’hotel Columbus, su via della Conciliazione, è stata moderata da Jacopo Coghe (Generazione famiglia). Al dibattito sono intervenuti Paolo Rodari (Repubblica) e Guillame Ferluc (Paix Ltiurgique). Avevano inviato messaggi di adesione i cardinali Gehrard Ludwig Mueller, Peter Erdo, Mauro Piacenza, oltre al defunto cardinale Georges Cottier, i monsignori Enrico Dal Covolo, Jean Lafitte, Guido Marini, e lo stesso Vittorio Messori, che firma la introduzione, e che parteciperà ad una successiva presentazione del volume che si terrà a Milano il prossimo due maggio.
Presenti in sala, tra gli altri, i cardinali Walter Brandumuller, Velasio De Paolis, José Saraiva Martins, mons. Agostino Marchetto, mons. Carlo Maria Viganò, mons. Guido Pozzo, e i parlamentari italiani Gaetano Quagliariello e Alfredo Mantovano.
«Come è possibile anche solo immaginare di prendersi gioco della presenza di Dio?», ha detto Sarah nell’intervento di apertura. «I sacramenti sono segni efficaci, farmaci che rimettono dal peccato: si può scherzare con i farmaci che ti salvano e ti rimettono in salute?».
Eppure, ha proseguito il porporato guineano, «come ci ha più volte ricordato Papa Benedetto XVI, in questi decenni del post Concilio assistiamo a deformazioni della liturgia al limite del sopportabile, in un crescendo che non trova fine». E «per questo Papa Giovanni Paolo II scrisse l’enciclica Ecclesia de Eucharistia, a cui seguì l’istruzione Redemprionis sacramentum, che ribadiva come nei sacramenti è in gioco la lex credendi. La stessa preoccupazione ha mosso Papa Benedetto XVI a promulgare l’esortazione apostolica Sacramentum caritatis e il motu proprio Summorum pontificum».
Per Sarah, «non scherzare con i sacramenti significa mettere al centro il sacramento dei sacramenti, il santissimo, oggi inspiegabilmente declassato a nome di un fantomatico conflitto dei segni, altrettanto è accaduto con la croce.
Ma il tabernacolo fornisce l’orientamento ad Dominum, così necessario in questo tempo in cui tanti vorrebbero vivere come se Dio non esistesse, e fare ciò che vogliono».
Oggi, per il prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, «sta avvenendo un passaggio culturale e generazionale nella percezione della liturgia, ma pochi se ne avvertono, malgrado il tanto parlare dei segni dei tempi». E «anche Papa Francesco scrive nella enciclica Lumen fidei che Gesù ci ha toccato», così come «il Concilio vaticano II parla di sacramenti della fede, perché i sacramenti non solo suppongono la fede, ma la nutrono e la irrobustiscono».
Eppure, ha proseguito Sarah, oggi «si crede così poco nel loro potere di trasformazione. Oggi si va affermando il bisogno di capirli, di spiegarli di nuovo, a causa di deformazioni e cattive decisioni deliberatamente prese da non pochi sacerdoti che confondono i fedeli, i quali finiscono per non capirli». Per il porporato, «alcuni preti hanno modi da conduttore televisivo, capita di assistere a sacramenti trasformati in lunghe didascalie». Ma «per capire i sacramenti non bisogna aprire gli occhi, ma chiuderli. I sacramenti non si capiscono con gli occhi della carne, ma con quelli dello spirito».
Quindi il cardinale ha aggiunto: «Ho incontrato il Papa sabato e gli ho detto: `se vogliamo ritrovare la vera liturgia Lei ha il potere di cacciare i fotografi dell’altare. Abbiamo trasformato le liturgie in uno spettacolo”».
Nei loro interventi, il card. Burke ha tra l’altro sottolineato che dopo il Concilio vaticano II «si è diffusa una mentalità mondana, secolare, che ha disprezzato la ricca tradizione della Chiesa». [...]
La Chiesa, si legge in una presentazione del volume di Nicolas Bux, «pare voler dissolvere i contorni netti della fede in una sorta di brodo indeterminato e rimescolato dal “secondo me” di certi sacerdoti. Ebbene, della fede, i sacramenti sono l’espressione, il frutto, il dono più alto e prezioso. Ecco, dunque, il nostro liturgista dedicarsi al tema, con la passione consueta. Per ognuno dei sette “segni efficaci” l’autore chiarisce l’oggetto, il significato, la storia. Poi – necessaria, e più che mai attuale – l’avvertenza circa le deformazioni, gli equivoci, le aggiunte o le sottrazioni che oggi minacciano quel sacramento. Dunque, una catechesi in uno stile che sa essere al contempo dotto e divulgativo, seguìta da una sorta di “manuale per l’uso”. Alla base di tutto quanto succede nella Catholica ormai da decenni, c’è quanto l’autore denunciava anche nei libri precedenti: quella “svolta antropocentrica che ha portato nella Chiesa molta presenza dell’uomo, ma poca presenza di Dio!”. La sociologia invece della teologia, il Mondo che oscura il Cielo, l’orizzontale senza il verticale, la profanità che scaccia la sacralità. La sintesi cattolica – quella sorta di legge dell’et-et, di unione degli opposti che regge l’intero edificio della fede – è stata troppo spesso abbandonata per una unilateralità inammissibile».