La fecondità della Chiesa stà nella sua stabilità millenaria
(di Cristina Siccardi)
La vita viene dalla fecondità, il nulla dalla sterilità. Il nostro tempo è caratterizzato da una diffusa sterilità voluta (aborti, contraccezioni) e involuta (problemi legati allo stile di vita: matrimoni tardivi, stress, vita da single…) ed ecco che l’Europa è vecchia.
Anche la Chiesa è vecchia, lo ha affermato, con angoscia, Papa Francesco all’incontro con i partecipanti al Giubileo della Vita consacrata lo scorso lunedì 1° febbraio, nell’Aula Paolo VI: «(…) vi confesso che a me costa tanto quando vedo il calo delle vocazioni, quando ricevo i vescovi e domando loro: “Quanti seminaristi avete?” – “4, 5…”. Quando voi, nelle vostre comunità religiose – maschili o femminili – avete un novizio, una novizia, due… e la comunità invecchia, invecchia…. Quando ci sono monasteri, grandi monasteri, e il Cardinale Amigo Vallejo (si rivolge a lui) può raccontarci, in Spagna, quanti ce ne sono, che sono portati avanti da 4 o 5 suore vecchiette, fino alla fine… E a me questo fa venire una tentazione che va contro la speranza: “Ma, Signore, cosa succede? Perché il ventre della vita consacrata diventa tanto sterile?”».
Domanda legittima, domanda doverosa, domanda alla quale il Santo Padre non ha però dato una risposta, si è limitato ad invitare le comunità religiose a pregare affinché la fecondità torni nelle congregazioni e negli ordini religiosi. Ma la Madre Chiesa è infeconda perché è molto malata. E una madre assai malata non può mai generare figli. Nella storia le maggiori chiamate vocazionali sono giunte quando ci sono stati Pontefici che hanno riformato la Chiesa nel solco della Tradizione, quando hanno rivolto lo sguardo severo agli errori e li hanno, come un buon padre di famiglia, evidenziati, definiti, invitando i fedeli a starne ben lontani per non essere a loro volta contaminati.
Oggi questo non sta avvenendo e le conseguenze delle piaghe/rughe degli errori ecclesiali ricadono, inevitabilmente, sulla Chiesa stessa, con una sua tragica senilità. «Ma, Signore, cosa succede? Perché il ventre della vita consacrata diventa tanto sterile?»: adattandosi al mondo e adagiandosi sul mondo, la Chiesa perde la sua vitalità rigenerante, il suo essere principio di virgulto. «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15, 5-11).
I germogli primaverili della Fede sono alimentati da una Chiesa che ha in sé la linfa dei principi e valori eterni, sempre uguali a se stessi; se la linfa viene mutata con surrogati proposti dal mondo la Chiesa perde la sua forza attrattiva: il profumo del sacro rapisce le anime; l’odore e l’olezzo del mondo allontana l’anima assetata di vita spirituale. Le chiamate non mancano fra i giovani perché Dio non si stanca mai di espirare il suo richiamo d’amore, ma sono le risposte che sono insoddisfacenti e il giovane chiamato rinuncia, perché non trova la fonte in grado di appagare la sua arsura. Per trovare il mondo nella Chiesa, tanto vale appartenere al mondo.
La forza di attrazione della Chiesa non sta nella sua umiliante piegatura alle direttive ideologiche e culturali del momento, ma nella sua stabilità millenaria di proposta della Verità: «Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità» (Gv 17, 15-19). Questo è ciò che cerca il giovane: dare un senso alla propria vita e darlo nella Verità.