Il no di Strasburgo
Il no all'utero in affitto, una scelta di civiltà
Lucia Bellaspiga
Avvenire 18 dicembre 2015
Una scelta di civiltà. La scelta di un’Europa che sembra ritrovare se stessa, le migliori conquiste della sua secolare storia. Ieri, infatti, il Parlamento europeo ha espresso per la prima volta una limpida e ferma condanna all’utero in affitto, pratica che «compromette la dignità umana della donna» e «deve essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani». Quando le sfide sono così dure, esigono risposte forti, civili sussulti, in grado di far comprendere a tutti la china su cui si stava scivolando e quindi di fermarsi in tempo: ogni volta che ciò non è accaduto, la storia dell’intera umanità e delle singole nazioni, come insegna soprattutto il Novecento, si è imbattuta in orrori da cui uscire è sempre lungo e doloroso. E non si pensi che l’utero in affitto – in aumento a macchia d’olio nel mondo – sia da meno rispetto a derive apparentemente superate come razzismo, schiavitù, tratta umana, sfruttamento della donna o eugenetica, perché in qualche modo li comprende tutti.