culturacattolica.it - martedì 21 luglio 2015
Che cosa renderà buona la «buona scuola»?
Autore: Bruschi, Franco
Scriveva Alexia, una studentessa di quinta liceo, a proposito della riforma “La buona scuola”.
“Professori scelti e qualificati con stipendi in base al merito, niente più supplenti, lingue straniere fin dalla scuola elementare, maggiori competenze informatiche, più alternanza scuola lavoro, questo si legge nella proposta di riforma. Cose positive, ma a quando la riforma che tratterà del cuore, delle domande, dei desideri e del destino dei ragazzi?
A quando una riforma che farà di tutto per dare agli studenti dei professori che li “porteranno dentro la propria materia” per scoprire quel centro di bellezza che anni prima ha ricordato agli insegnanti stessi il significato del loro destino e che ha fatto scaturire in loro l’esigenza di trasmettere ai giovani la stessa scoperta? Solo questo aspettiamo! E’ la sola riforma necessaria e leggendo i punti de “La buona scuola” aspettavo finalmente di trovare un titolo, un paragrafo che trattasse il problema del destino di ciascun ragazzo; è di questo che dovrebbe trattare la scuola ed è proprio su questo che si dovrebbe concentrare una buona riforma che abbia a cuore le generazioni future”.