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Credere - N. 16 2015
La storia di copertina | Mario Tremore
Mario Trematore il pompiere che ha salvato la sindone
Durante l’incendio del 1997 riuscì a portare fuori dal duomo di Torino la teca con il Sacro lino. «Ho capito che il messaggio della Passione è il servizio e che Gesù è la via».
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Il cardinale Rai: "Le tenebre ci avvolgono, ma non ci rassegneremo alla catastrofe"
di Matteo Matzuzzi | 27 Aprile 2015 ore 10:57
Sabato scorso, il Patriarca di Antiochia dei Maroniti, il cardinale Béchara Boutros Rai, ha parlato all'assemblea dell'Unesco, a Parigi. Un discorso lungo (qui il testo completo, in francese), che ha ruotato attorno a tre cardini: la storia della presenza bimillenaria dei cristiani in medio oriente, gli spazi per la promozione della cultura della pace, i mezzi per salvaguardare la presenza cristiana.
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#Divorzio breve, è Legge. Ma chi si prende cura dell’amore?
Autore: Buggio, Nerella Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
giovedì 23 aprile 2015
D’ora in poi si potrà divorziare in tempi molto più rapidi. È arrivato infatti il sì definitivo dell’Aula della Camera all’introduzione del divorzio breve. Il provvedimento è stato licenziato a Montecitorio con 398 sì, 28 no e 6 astenuti
Quando fu introdotta la Legge sul divorzio in Italia, io avevo dieci anni. Negli anni che seguirono che portarono poi al referendum sul divorzio nel 1974, ero un ragazzina molto sensibile all’argomento perché vivevo in una famiglia litigiosa, mia madre e mio padre non facevano che scontrarsi, noi figli diventavamo la causa o il pretesto delle loro liti, delle loro insoddisfazioni. Vivevo quell’inferno nell’attesa della lunga estate, quando per tre mesi ero spedita nel Veneto, da nonni, zii, cugini. Da loro ho imparato che c’era un altro modo di fare famiglia, che i problemi si potevano superare, che l’altro/a non è perfetto ma si poteva perdonare e ricominciare.
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il Foglio
Corano a catechismo “Basta girare attorno ai problemi: Ci perseguitano perché siamo cristiani”, dice un vescovo keniota
di Matteo Matzuzzi | 24 Aprile 2015 ore 06:15
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Il flop del sondaggio per cacciare mons. Cordileone: l’88 per cento dice no
Popolo fedele contro crème de la crème a San Francisco
di Matteo Matzuzzi | 22 Aprile 2015 ore 06:11
Roma. Le veglie notturne davanti alla cattedrale di St. Mary per implorare tutti i santi di far sloggiare l’arcivescovo Salvatore Cordileone non avevano avuto effetto. Così, cento rappresentanti dell’intellighenzia cattolica di San Francisco, quella edulcorata e naïf à la Nancy Pelosi, tanto per farsi un’idea, hanno deciso di comprare una pagina intera sul quotidiano a grande tiratura San Franciso Chronicle per supplicare il Sommo Pontefice, il Papa di Roma, di rimuovere il vescovo dalla sua cattedra. Il motivo è presto detto: Cordileone è troppo conservatore. Non è in linea con il cattolicesimo da Golden Gate, che contempla pure la possibilità di invitare in parrocchia alcune drag queen a condurre un evento benefico.
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Nosiglia: pellegrini alla Sindone
Marco Bonatti
Avvenire 18 aprile 2015
Alla vigilia dell’apertura dell’ostensione della Sindone – da domani nel Duomo di Torino –, l’arcivescovo Cesare Nosiglia parla ad Avvenire delle attese e delle speranza che questo grande evento porta con sé. E lancia l’invito non tanto a guardare la Sindone, bensì a «lasciarsi guardare» da essa. E poi la visita di papa Francesco, «un dono» per l’arcidiocesi, che in questo evento dell’ostensione vede un’apertura a tutti credenti e non credenti. I pellegrini potranno vedere la Sindone fino al 24 giugno prossimo.
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Avvenire 16 aprile 2015
Palermo
«Gettati in mare perché cristiani»
Quindici immigrati sono stati arrestati a Palermo con l'accusa di aver gettato in mare durante la traversata del Canale di Sicilia dodici loro compagni di religione cristiana. I 15 sono tutti musulmani e tra loro c'è anche un minorenne.
A firmare la richiesta di arresto è stato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, perché i fatti sono accaduti in acque internazionali. Era stato il Procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, a inoltrare la richiesta di arresto al ministro.
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SARAH: GRAVE ERRORE NON INTERVENIRE SU SACERDOTI E VESCOVI CHE DIFFONDONO ERRORI DOTTRINALI
di Marco Tosatti
Il prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il cardinale Robert Sarah, ha concesso una lunga intervista alla rivista bimestrale francese “L’Homme Nouveau”, in cui tocca numerosi temi: la fede, la liturgia, e l’Africa cattolica, con le sue forze e le sue debolezze. Il Porporato della Guinea ha sottolineato che la Chiesa deve avere un ruolo materno e paterno, di educatrice, ricordando l’enciclica «Mater et Magistra»
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Vatican Insider
Il Medioevo e la nascita della scienza moderna
Tradotta anche in italiano «La genesi della scienza», l’opera del fisico Hannam che, fra l’altro, dimostra come gli studi e le scoperte di Galilei si fondino sui suoi «precursori medievali»
Giuseppe Brienza
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Il Foglio
Il Papa sfida i turchi (e l'islam) sul genocidio armeno
di Giulio Meotti | 12 Aprile 2015
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Avvenire 13-3-15
Città del Vaticano
Martirio armeno monito per ogni conflitto
“Solo Dio può colmare i vuoti che il male apre nei nostri cuori e nella nostra storia”: così il Papa nella domenica della Divina Misericordia, celebrando nella Basilica di San Pietro la Messa per il centenario del “martirio” armeno, durante la quale ha proclamato San Gregorio di Narek, monaco, teologo e poeta del X secolo, dottore della Chiesa. Il rito eucaristico è stato concelebrato dal Patriarca cattolico Nerses Bedros XIX, alla presenza dei due Catholicos Karekin II e Aram I e del presidente armeno Serz Azati Sargsyan. A loro Francesco ha consegnato un messaggio in memoria dell’orribile massacro del popolo armeno, generalmente considerato “il primo genocidio del XX secolo”.
Fare memoria delle tragedie è doveroso
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il Foglio
La lenta escalation di Bergoglio
Molto sangue è passato dal digiuno per la Siria. Ora si cambia (un po’)
di Maurizio Crippa | 08 Aprile 2015
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GIARRE. UN NEONATO SALVATO DALLA CULLA PER LA VITA
Giarre (Ct) 4apr2015 – Intorno alle 4 di questa notte un neonato è stato abbandonato a Giarre, in provincia di Catania. Per una volta non è finito nel cassonetto, come tanti altri in tutta Italia, ma è stato affidato alle amorevoli cure della Culla per la vita realizzata dal locale movimento per la vita in via Umbria, a lato della chiesa di Gesù lavoratore.
Immediatamente sono scattati i sistemi di rilevamento e la Centrale operativa del 118 è stata attivata. Il neonato è stato prelevato e trasferito in ambulanza prima all’ospedale di Acireale, dov’è stato visitato e stabilizzato, e quindi al Policlinico di Catania. Le sue condizioni sono buone e non sembra essere in pericolo di vita
La Culla di Giarre, una della cinquantina attive in tutta Italia, garantisce un completo anonimato alla donna che vuole abbandonare il figlio, è dotata di un sensore e di una telecamera che rilevano una presenza all’interno del vano e attivano l’allarme collegato con la centrale del 118.
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Mentre i cristiani vengono perseguitati, la Francia discute di “neutralità” sui manifesti
Roma. Il Papa, durante il Regina Coeli, ha chiesto che la comunità internazionale “non assista muta e inerte” di fronte al dramma dei “nostri fratelli perseguitati, esiliati, uccisi e decapitati per il solo fatto di essere cristiani” e anche la società pubblica dei trasporti parigini, la Ratp, alla fine ha deciso di dare il via libera ai manifesti che pubblicizzano il concerto benefico del gruppo Les Pretres (14 giugno, all’Olympia) proprio in favore dei cristiani perseguitati. La vicenda era divenuta imbarazzante anche per i vertici della società, che giorni fa aveva motivato la decisione di rimuovere le affissioni perché quei cartelloni “rappresentano un attentato al principio di neutralità del servizio pubblico”. La presenza della parola “cristiano” avrebbe potuto disturbare non solo qualche sostenitore occulto del califfo Abu Bakr al Baghdadi in attesa del primo treno per la fermata Marché de Saint-Denis, ma anche i razionalisti che non vogliono tornare a casa dall’ufficio con impressa negli occhi l’immagine di tre preti canterini.
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Si è parlato molto in questi giorni di Dom Helder Câmara, il cui processo di beatificazione è stato recentemente approvato dal Vaticano.
Per l’italiano medio la figura di mons. Helder Pessoa Câmara (1909-1999), vescovo ausiliare di Rio de Janeiro, e poi arcivescovo metropolita di Olinda-Recife, è pressoché sconosciuta.
Chi era Dom Helder?
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Una propaganda ai limiti del ridicolo
Le uniche notizie su mons. Câmara che filtrano dalla stampa nostrana provengono da fucine propagandistiche tanto sbilanciate che non ho paura a definirle ai limiti del ridicolo.
Ricordo benissimo, per esempio, la reazione della stampa all’epoca della scomparsa di Dom Helder, nell’agosto 1999. I mass media italiani gareggiarono in panegirici, conferendogli titoli altisonanti come “Profeta dei poveri”, “Santo delle favelas”, “voce del Terzo Mondo”, “San Helder d’America” e via discorrendo. Fu una sorta di canonizzazione massmediatica (1).
Questa stessa macchina propagandistica sembra essersi riattivata a proposito dell’apertura del processo di beatificazione, firmato in Vaticano lo scorso 25 febbraio. Qualche informazione in merito non nuocerebbe affatto.
Militante filo-nazista
Forse pochi lo sanno, ma Helder Câmara iniziò la sua vita pubblica come militante nella destra filo-nazista.
Egli fu, infatti, gerarca della Ação Integralista Brasileira (AIB), il movimento filo-nazista fondato da Plinio Salgado. Nel 1934, l’allora padre Câmara entrò a far parte del Consiglio Supremo dell’AIB. Due anni dopo divenne segretario personale di Salgado, e quindi Segretario nazionale dell’AIB, prendendo parte da protagonista ai raduni e alle marce paramilitari che scimmiottavano quelle dei nazisti in Germania. Le sue convinzioni filo-naziste erano così profonde, che si era fatto ordinare sacerdote portando sotto la talare la divisa delle milizie integraliste, la famigerata “camicia verde”.
Nel 1946 l’arcivescovo di Rio di Janeiro volle farlo suo vescovo ausiliare ma la Santa Sede si rifiutò a causa della sua precedente militanza filo-nazista. La nomina arrivò solo sei anni dopo. Nel frattempo, Helder Câmara aveva maturato il suo passaggio dall’integralismo filo-nazista al progressismo filo-marxista.
Quando nel 1968 lo scrittore brasiliano Otto Engel scrisse una biografia di mons. Câmara, egli ricevette “ordini sommari” dalla Curia di Olinda-Recife che lo diffidava dal pubblicarla. L’arcivescovo non voleva far conoscere il suo passato filo-nazista…
Dalla JUC al Partito Comunista. L’Azione Cattolica brasiliana
Nel 1947 padre Câmara fu nominato Assistente generale dell’Azione Cattolica brasiliana che, sotto il suo influsso, iniziò a scivolare verso sinistra fino ad abbracciare, in alcuni casi, il marxismo-leninismo. La migrazione fu particolarmente evidente nella JUC (Juventude Universitária Católica), alla quale Câmara era particolarmente vicino. Scrive Luiz Alberto Gomes de Souza, già segretario della JUC: “L’azione dei militanti della JUC (…) sfociava in un impegno che, a poco a poco, si è rivelato socialista” (2).
La rivoluzione comunista a Cuba (correva l’anno 1959) fu accolta dalla JUC con entusiasmo. Secondo Haroldo Lima e Aldo Arantes, dirigenti della JUC, “la recrudescenza delle lotte popolari e il trionfo della rivoluzione cubana nel 1959 aprirono la JUC all’idea di una rivoluzione brasiliana”. La deriva a sinistra fu molto agevolata dal coinvolgimento della JUC con l’UNE (União Nacional de Estudantes), vicina al Partito comunista. “Come risultato della sua militanza nel movimento studentesco - proseguono Lima e Arantes - la JUC fu obbligata a definire un’agenda politica più ampia per i cristiani di oggi. Fu così che, nel congresso del 1960, approvò un documento (…) in cui annunciava l’adesione al socialismo democratico e all’idea di una rivoluzione brasiliana” (3).
Durante il governo di sinistra del presidente João Goulart (1961-1964), prese forma all’interno della JUC una fazione radicale inizialmente chiamata O Grupão, il Grande Gruppo, poi trasformatasi in Ação Popular (AP) che, nel 1962, si definì socialista. Nel congresso del 1963, l’AP approvò i propri Statuti nei quali “si abbracciava il socialismo e si proponeva la socializzazione dei mezzi di produzione”. Statuti che contenevano, tra l’altro, un elogio alla rivoluzione sovietica e un riconoscimento dell’“importanza decisiva del marxismo nella teoria e nella prassi rivoluzionaria” (4).
La deriva, tuttavia, non si fermò lì. Nel congresso nazionale del 1968 Ação Popular si proclamò marxista-leninista, cambiando il nome in Ação Popular Marxista-Leninista (APML). Visto che niente più la separava dal Partito comunista, nel 1972 decise di sciogliersi e di incorporarsi al Partido Comunista do Brasil. Attraverso questa migrazione, molti militanti dell’Azione Cattolica finirono per partecipare alla lotta armata durante gli anni di piombo brasiliani.
Contro il parere di non pochi vescovi, mons. Helder Câmara fu uno dei più entusiasti e convinti difensori della migrazione a sinistra nella JUC (5).
Contro Paolo VI e altre stramberie
Nel 1968, mentre Papa Paolo VI si accingeva a pubblicare l’enciclica Humanae Vitae, mons. Helder Câmara si schierò apertamente contro il Pontefice, qualificando la sua dottrina sugli anticoncezionali “un errore destinato a torturare le spose e a turbare la pace di tanti focolari” (6).
In una poesia che fa davvero scalpore, l’arcivescovo di Olinda-Recife ironizzava pure sulle donne “vittime” della dottrina della Chiesa, costrette, secondo lui, a generare dei “mostriciattoli”: “Figli, figli, figli! Se è il coito che vuoi, devi procreare! Anche se tuo figlio ti nasce senza viscere, le gambette a stecchino, la testona a pallone, brutto da morire!”.
Helder Câmara difendeva anche il divorzio, approvando la posizione delle chiese ortodosse che “non precludono la possibilità di un nuovo matrimonio religioso a chi è stato abbandonato [dal coniuge]”. Interrogato se questo non avrebbe dato ragione ai laicisti, egli rispose: “Cosa importa che qualcuno canti vittoria, se ha ragione?”.
L’irrequieto arcivescovo chiedeva a gran voce anche l’ordinazione sacerdotale delle donne. Rivolgendosi a un gruppo di vescovi durante il Concilio Vaticano II, domandava con insistenza: “Ditemi, per favore, se trovate che ci sia qualche argomento effettivamente decisivo che impedisca alle donne l’acceso al sacerdozio, oppure si tratta di un pregiudizio maschile?”.
E che importa se il Concilio Vaticano II ha poi precluso questa possibilità. Secondo Câmara, “dobbiamo andare oltre i testi conciliari [la cui] interpretazione compete a noi”.
Ma i vagheggiamenti non finivano lì. In una conferenza tenuta di fronte ai Padri Conciliari nel 1965, egli affermava: “Credo che l’uomo creerà artificialmente la vita, arriverà alla risurrezione dei morti e (…) otterrà miracolosi risultati di rinvigorimento di pazienti maschi tramite l’innesto di ghiandole genitali di scimmia”.
Schierato con l’URSS, Cina e Cuba
Le prese di posizione concrete di Dom Helder in favore del comunismo (anche se a volte ne criticava l’ateismo) furono numerose e coerenti.
Per esempio, è rimasto tristemente notorio il suo intervento del 27 gennaio 1969 a New York, nel corso della VI Conferenza annuale del Programma Cattolico di Cooperazione interamericana. Intervento in tal modo schierato col comunismo internazionale, che gli valse l’epiteto di “Arcivescovo rosso”, appellativo indissolubilmente poi legato al suo nome.
Dopo aver duramente rimproverato agli USA la loro politica anti-sovietica, Dom Helder propose un drastico taglio delle forze armate statunitensi, mentre invece chiedeva all’URSS di mantenere le proprie capacità belliche per poter far fronte all’“imperialismo”. Conscio delle conseguenze di tale strategia, egli si difese a priori: “Non ditemi che tale approccio metterebbe il mondo nelle mani del comunismo!”.
Dall’attacco agli Stati Uniti, Helder Câmara passò a tessere il panegirico della Cina di Mao Tse-Tung, allora in piena “rivoluzione culturale”, che provocò milioni di morti. L’Arcivescovo Rosso chiese formalmente l’ammissione della Cina comunista all’ONU, con la conseguente espulsione di Taiwan. E finì il suo intervento con un appello in favore del dittatore cubano Fidel Castro, all’epoca impegnato a favorire sanguinose guerriglie in America Latina. Chiese anche che Cuba fosse riammessa nell’OEA (Organizzazione degli Stati Americani), dalla quale era stata espulsa nel 1962.
Questo intervento, così sfacciatamente pro-comunista e anti-occidentale, fu denunciato dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira nel manifesto «L’Arcivescovo rosso apre le porte dell’America e del mondo al comunismo»: “Le dichiarazioni contenute nel discorso di Dom Helder tratteggiano una politica di resa incondizionata del mondo al comunismo. Siamo di fronte a una realtà sconvolgente: un vescovo di Santa Romana Chiesa impegna il prestigio derivante dalla sua dignità di successore degli Apostoli per demolire i bastioni della difesa militare e strategica del mondo libero di fronte al comunismo. Il comunismo, cioè il più radicale, implacabile, crudele e insidioso nemico che mai si sia scagliato contro la Chiesa e la civiltà cristiana” (7).
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CorSera 2 aprile 20015
Gli spettatori del male che non vedono Dio
Uno scritto di Ratzinger sul Venerdì Santo. Cristo, Auschwitz, i demoni della Storia
Joseph Ratzinger
Il Venerdì Santo della storia negli orrori del Novecento, dalla Shoah al grido dei poveri, «gli slums degli affamati e dei disperati». Il testo che pubblichiamo è la prima parte del saggio di apertura del libro «Gesù di Nazaret. Scritti di cristologia», secondo tomo del volume VI della Opera omnia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, che verrà pubblicato a novembre in traduzione italiana dalla Libreria Editrice Vaticana. Scritto nel 1973, il testo è uscito nel 2014 in Germania presso la casa editrice Herder, che sta pubblicando le Gesammelte Schriften di Ratzinger, a cura del cardinale Gerhard Ludwig Müller. Una riflessione vertiginosa in risposta al grido degli ultimi: «Dove sei, Dio, se hai potuto creare un mondo così?»
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Uteri affitati, ritorno alla schiavitù
di Costanza Miriano
Quando ho saputo la prima volta di essere incinta ero davvero una squinternata. Ancora più di adesso, dico subito per chi mi conosce bene, e se lo sta chiedendo. Ero ancora più squinternata, e di parecchio. Eppure sapere di avere una vita dentro di me ha cominciato immediatamente – non si vedeva ancora niente, niente era cambiato, apparentemente, ma io sapevo – un cammino di guarigione, un miracolo di allegria, consapevolezza, paura, responsabilità, terrore, coraggio, un cambiamento che io non controllavo in nessun modo, e che mi ha stupita per la sua irruenza. Uno sconvolgimento radicale di ogni cellula, e insieme la certezza inattesa di essere nel mezzo dell’avventura per la quale ero programmata da sempre.
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GENDER/ CEI: QUALCUNO HA GIA’ ALZATO BANDIERA BIANCA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 31 marzo 2015
Scorrendo i titoli dei giornali dopo la recente conferenza-stampa al termine del Consiglio permanente, sembrerebbe che la Conferenza episcopale italiana sia decisa a contrastare seriamente la diffusione dell’ideologia del gender e i tentativi di istituire de facto un “matrimonio omosessuale” con tutte le conseguenze connesse in materia ad esempio di adozione. E’ certo questa l’intenzione – espressa con molta chiarezza e insistenza - del presidente e anche della maggioranza del Consiglio permanente, ma purtroppo non di qualcun altro che è in posizione-chiave…