Il Papa chiede ai leader musulmani di condannare il fanatismo religioso
di Matteo Matzuzzi | 12 Gennaio 2015 ore 12:07
"Quest'oggi desidero far risuonare con forza una parola a noi molto cara: pace!". Il Papa inizia così il suo lungo e tradizionale discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa sede. Tanti i temi toccati, dalla crisi della famiglia alla condizione dei migranti, "costretti ad affrontare anche il dramma del rifiuto". Per questo, ha aggiunto, "è necessario un cambio di atteggiamento nei loro confronti, per passare dal disinteresse e dalla paura a una sincera accettazione dell'altro". Tutte le tematiche toccate, a ogni modo, hanno a che fare con "i racconti della Natività che ci mostrano il cuore indurito dell'umanità, che fatica ad accogliere il Bambino". Parla di Parigi, Francesco, quando tuona contro "la dimensione personale del rifiuto", cui si associa "inevitabilmente una dimensione sociale, una cultura che rigetta l'altro, recide i legami più intimi e veri, finendo per sciogliere e disgregare tutta quanta la società e per generare violenza e morte". Talvolta, "l'essere umano da libero diventa schiavo, perfino di forme fuorviate di religione".