(di Amerigo Augustani)
Lo scorso 17 aprile 2014 tutte le principali testate italiane hanno lanciato la seguente notizia: Riabilitato un libro di don Milani. Il riferimento è al volume Esperienze pastorali (lo citeremo come EP, ndr), edito a Firenze nel 1958.
Il giorno prima, l’arcivescovo di Firenze, cardinal Betori, aveva concesso un’intervista al settimanale “Toscana Oggi”; sul finire della conversazione, il porporato diede a sorpresa la seguente notizia: «nel novembre scorso, dopo un accurato lavoro di ricerca, ho inviato al Santo Padre un’ampia documentazione su Esperienze pastorali. (…) Questo dossier il Papa lo ha passato alla Congregazione per la dottrina della fede che proprio in questi giorni mi ha risposto sottolineando (…) che non c’è stato mai nessun decreto di condanna contro EP né tantomeno contro don Lorenzo Milani. Ci fu soltanto una comunicazione data dalla Congregazione all’Arcivescovo di Firenze nella quale si suggeriva di ritirare dal commercio il libro e di non ristamparlo o tradurlo. (…) L’intervento aveva un chiaro carattere prudenziale ed era motivato da situazioni contingenti. Oggi la Congregazione mi dice che ormai le circostanze sono mutate e pertanto quell’intervento non ha più ragione di sussistere. Da ora in poi la ristampa di EP non ha nessuna proibizione da parte della Chiesa e torna a diventare un patrimonio del cattolicesimo italiano».
Questa la dichiarazione del presule fiorentino che ha fatto la gioia dei sostenitori del Priore di Barbiana, spesso purtroppo ideologizzati in senso cattocomunista. Tuttavia, il comunicato riferito da Betori non sembra esente da imprecisioni e silenzi nella ricostruzione della tormentata vicenda di EP. Anzitutto, la lettera del S. Uffizio all’arcivescovo di Firenze non “suggeriva” ma “ordinava” il ritiro dal commercio di EP; questo proprio perché il 10 dicembre 1958 un decreto della Suprema aveva sancito che il Liber Esperienza Pastorali Sacerdotis Laurentii Milani e commercio retrahatur. Eidem Sacerdotis Ordinarius inviliget. Non è ben chiaro, inoltre, cosa intendessero gli esperti vaticani quando hanno giudicato che «ormai le circostanze sono mutate e pertanto quell’intervento non ha più ragione di sussistere». Si allude forse al preteso superamento della nota condanna del comunismo voluta da Pio XII?