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Cronaca
ABORTO/ D'Agostino: il ricorso che mette i genitori contro la vita dei figli
Francesco D'Agostino
martedì 28 gennaio 2014
Nuovo caso di ricorso alla Consulta contro la legge 40. Lo ha presentato il Tribunale di Roma sollevando la questione di costituzionalità sul divieto per le coppie fertili di accedere alla procreazione assistita e alla diagnosi pre impianto. Lo spunto è stata la richiesta di una donna portatrice sana di distrofia muscolare Becker a cui, insieme al marito, era stato negato l'accesso alla procreazione assistita e la diagnosi pre impianto partendo da quanto dice la legge 40 che vieta queste richieste. Ma il Tribunale di Roma sostiene che la legge sull'aborto permette di interrompere la gravidanza in caso il feto sia affetto da una patologia. Esisterebbe dunque una contraddizione di fondo tra le due leggi. Secondo Francesco D'Agostino, contattato da il sussidiario.net, questo presunto contrasto nasce da una ipocrisia oggi imperante: "C'è una contraddizione effettiva, ma nasce solamente dalla linea interpretativa che si dà a queste due leggi. Se cioè si vuole leggere la legge 194 come diritto assoluto della donna ad abortire, cosa che non è nelle sue fondamenta, perché essa nasce con altri presupposti. Se non si fa ipocrisia linguistica, allora non ci sarà contraddizione con la legge 40 che è e rimane una legge anti eugenetica".