il Foglio 29 agosto 2012
Eugenetica a Strasburgo
Eliminare in provetta è un diritto, lo dice una sentenza europea
La decisione contro la legge 40, rivedibile, come è già successo per l’eterologa in Austria
Roma. La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ieri ha condannato l’Italia a pagare quindicimila euro (più duemilacinquecento per le spese legali) a Rosetta Costa e Walter Pavan, portatori sani di fibrosi cistica, per aver violato il loro “diritto al rispetto per la vita privata e della propria famiglia” in materia di procreazione assistita. Nel suo ricorso, la coppia chiedeva di poter accedere alla fecondazione in provetta (secondo la legge 40 del 2004, riservata alle coppie sterili) e di effettuare la diagnosi preimpianto sugli embrioni creati (proibita da quella stessa legge e autorizzata in un solo caso dal tribunale di Salerno nel 2010), per evitare il rischio di un figlio malato di fibrosi cistica come quello già avuto.