Commento al Vangelo – Pasqua di Risurrezione del Signore
Una donna ha preceduto gli Evangelisti
La verità più importante del Vangelo è stata annunciata, in prima battuta, da una donna, Maria Maddalena: lei è stata il primo araldo della Risurrezione di Gesù. Dio l’ha scelta per il suo fervido amore a Gesù.
Don João Scognamiglio Clá Dias, E.P.
fondatore degli Evangeli Praecones
courtesy of
[www.salvamiregina.it]
Vangelo
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti (Gv 20, 1-9).
I – Vittoria di Cristo sulla morte
"Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto…"
Sarebbe sufficiente questo amore infinito del Padre per il Suo Unigenito perché si operasse la Sua risurrezione, tuttavia, oltre a ciò ha concorso per questo la luce della giustizia divina, conformemente a quanto scrive San Tommaso d’Aquino: A questa spetta esaltare quelli che si umiliano a causa di Dio, come dice San Luca (1, 52): "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili". E visto che Cristo, per il suo amore ed obbedienza a Dio, si è umiliato fino alla morte in croce, era necessario che Egli fosse esaltato da Dio fino alla risurrezione gloriosa.
Colti da adorazione, ancora una volta ci è stato possibile seguire liturgicamente nel corso della Settimana Santa, quanto la morte abbia avuto un’apparente vittoria sul calvario. Tutti coloro che passavano di là, potevano constatare la "sconfitta" di Chi tanto potere aveva manifestato non solo nelle innumerevoli guarigioni operate, ma anche nel Suo camminare sulle acque o nelle due moltiplicazioni dei pani.
I mari e i venti Gli obbedivano e persino i demoni erano, per sua volontà, stanati ed espulsi. Quello stesso che tanti miracoli aveva prodigato, era stato crocifisso tra due ladroni e, di fronte alle Sue estreme sofferenze, quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!" (Mt 27, 39-43).
Tuttavia, il modo in cui era stata rimossa la pietra del sepolcro e la scomparsa delle guardie, erano di per sé, una prova sensibile di quanto era stata sconfitta la morte, conformemente a quanto lo stesso San Paolo commenta: "La morte è stata ingoiata dalla vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? (1Cor 15, 54-55). I fatti successivi hanno reso ancor più palese la trionfante Resurrezione di Cristo e per questo i prefazi della Pasqua cantano successivamente:
"Morendo, ha distrutto la morte, e, risorgendo, ci ha dato la vita" (I). " La nostra morte è stata redenta dalla sua e nella sua resurrezione è risorta la vita per tutti" (II). "Immolato, già non muore; e morto, vive eternamente" (III). "E, distruggendo la morte, ci ha garantito la vita in pienezza" (IV).
Queste frasi costituiscono una sequenza di affermazioni che proclamano la vittoria di Cristo non solo sulla propria morte, ma anche sulla nostra. Egli è il capo del Corpo Mistico ed essendo risuscitato, recherà necessariamente la nostra rispettiva risurrezione, poiché questa ci è garantita dalla Sua presenza nel Cielo, nonostante siamo, per ora, sottomessi all’impero della morte. Paradossalmente, il sepolcro violentemente aperto a partire dal suo interno, ha dato alla morte un significato opposto, questa è passata ad essere il simbolo dell’ingresso nella vita, poiché Cristo ha voluto "distruggere con la sua morte colui che aveva il dominio della morte, cioè il demonio", e così liberare coloro che "erano soggetti a schiavitù per tutta la vita" (Eb 2, 14).
L’anima di San Paolo esulta di gioia di fronte alla realtà della Risurrezione di Cristo. In essa, proprio come lui stesso ci dice, troviamo il nostro trionfo sulla morte: "e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1Cor 15, 22); "… Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti" (1Cor 15, 20-21).
Nella Risurrezione vediamo, inoltre, realizzata da Gesù, la profezia che Egli stesso aveva fatto poco prima della Sua Passione: "Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori" (Gv 12, 31). Di fatto, il compimento, propriamente detto, di questa profezia era iniziato durante i quaranta giorni di ritiro nel deserto ed è continuato passo dopo passo lungo la Sua vita pubblica espellendo i demoni che incontrava nel cammino, per giungere all’apice nella Sua Passione: "avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo" (Col 2, 15).
In seguito, non solo il demonio, ma il mondo stesso è stato sconfitto: innumerevoli pagani hanno cominciato a convertirsi e mo lti hanno sacrificato la loro vita per difendere la croce, animati dalle luci della risurrezione del Salvatore. In funzione di questa, hanno cominciato ad essere accolti nel Corpo Mistico tutti i battezzati che, rivitalizzati dalla grazia e senza smettere di restare inclusi nel mondo, hanno reso perpetuo il trionfo di Cristo: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo" (Gv 16, 33). Si tratta, pertanto, di una vittoria ininterrotta, che mantiene il suo rifulgente splendore intatto come nel giorno della Sua risurrezione, senza venire mai diminuita. Con la redenzione, Cristo ha sigillato le porte del seno di Abramo dopo aver liberato, dal suo interno, le anime che lì aspettavano l’ingresso nel piacere della gloria eterna.