Commento al Vangelo — III Domenica di Pasqua
Cristo è risorto! Viva è la nostra Fede!
La notizia della Resurrezione di Gesù suscitò nel Cenacolo e nel Sinedrio un clima febbricitante. Il tema era lo stesso, le testimonianze, però, del tutto differenti, e ancor più i destinatari dei racconti. Il dogma della Resurrezione sarebbe stato fondamentale per la Religione ed era indispensabile la testimonianza, con una solida e fondata dichiarazione, di coloro che avevano visto Gesù vivo, nei giorni successivi alla Sua morte.
di Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP
fondatore degli Evangeli Praecones
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Vangelo
35 "Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi!’. 37
Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma 38 Ma egli disse: ‘Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho’. 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: ‘Avete qui qualche cosa da mangiare?’. 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44 Poi disse: ‘Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi’.
45 Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: 46 ‘Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Vós Di questo voi siete testimoni.’" (Lc 24, 35-48).
I – Gli Apostoli ed il Sinedrio davanti alla Resurrezione
L’ipotesi che, una volta morto Gesù, i Suoi discepoli abbiano rubato e occultato il Suo corpo, con l’intento di diffondere la notizia della Sua Resurrezione, riappare con frequenza nel corso della Storia.
Poco dopo che il Salvatore aveva operato il grande miracolo di riprendere la Sua vita umana in corpo glorioso, i suoi avversari, quelli stessi che avevano pianificato e voluto la Sua morte, comprarono la testimonianza di soldati venali e — per timore e odio — misero in circolazione quest’ipotesi (cfr. Mt 28, 11-15).
Ancora oggi, non è raro ascoltare echi di questa insolente presa in giro.
Il contrario di fanatici e allucinati
D’altra parte, l’idea di considerare la Resurrezione del Signore un mito nato dall’allucinazione sofferta da poche persone, non fu estranea agli stessi Apostoli. Fu quello che accadde quando ascoltarono la narrazione fatta dalle Sante Donne dopo il loro incontro con Gesù quel "primo giorno" (cfr. Lc 24, 1-11).
Lo stesso fatto è la conferma che i discepoli non possono essere stati gli autori di una favola su questo miracolo, poiché l’esperienza insegna quanto sia in funzione di un grande desiderio, o di un grande timore, che l’allucinato comincia a vedere miraggi. L’ipotesi che — per pura allucinazione — fossero stati gli Apostoli gli autori del "mito" della Resurrezione del Signore non smise di circolare attraverso le bocche e le penne degli eretici, in questa o in quell’epoca.
In realtà, essi non avevano compreso la portata delle affermazioni del Signore su quanto sarebbe accaduto il terzo giorno dopo la Sua morte, non giungendo neppure alla condizione di temere o desiderare la Resurrezione, motivo che li indusse a negare, senza esitazioni, la veridicità della narrazione fatta dalle Sante Donne. Essi dimostrarono di essere del tutto estranei rispetto all’accusa di essere stati dei fanatici e allucinati a proposito della Resurrezione, poiché non accettavano neppure la semplice possibilità che questa potesse effettivamente verificarsi. L’esempio massimo della loro impostazione di spirito si verificò in San Tommaso, il quale si arrese soltanto di fronte a un fatto irrefutabile: mettere il dito nelle piaghe di Gesù.
Inoltre, negare la veridicità della Resurrezione, lanciando la calunnia di essere stata una invenzione di allucinati, corrisponderebbe, ipso facto, a riconoscere l’esistenza di un miracolo di non molto minore portata: quello della conquista e riforma del mondo, portata a termine da un ridotto numero di deviati.
Domenica di Resurrezione nel Cenacolo
La Storia ci fa conoscere quanto, la mattina di quella Domenica, gli Apostoli si trovassero in uno stato di dolore e tristezza (cfr. Mc 16, 10). Mancava loro la speranza, poiché nessuno di essi credeva all’ipotesi che il Maestro ritornasse in vita.
I fatti si succedevano, ma nonostante le Sante Donne fossero entrate nel Cenacolo con molta agitazione per raccontare il sorprendente avvenimento di aver trovato vuoto il sepolcro e un Angelo al suo interno, nessuno di loro era indotto a supporre la Resurrezione. Senza dubbio, Pietro e Giovanni si diressero immediatamente al sepolcro, con Maria di Magdala, confermando al loro ritorno, il racconto delle Sante Donne: il sepolcro era vuoto (cfr. Lc 24, 1-12). Coloro che vivevano ad Emmaus tornarono a casa molto afflitti, sconsolati, commentando le esagerazioni — secondo loro — dell’immaginazione femminile.
Subito dopo, Maria di Magdala ritornò al Cenacolo ad annunciare euforicamente l’incontro che aveva appena avuto col Signore. Ancora dopo, le altre Sante Donne entrarono per narrare l’apparizione di Gesù Risorto. Anche sommando questi episodi ai precedenti, ancora una volta, non credettero alle loro parole (cfr. Mc 16, 1-11). Pietro si avviò al sepolcro e, al ritorno, affermò che di fatto il Signore era risorto, poiché gli era apparso (cfr. Lc 24, 34). Alcuni gli credettero, altri no (cfr. Mc 16, 14).
La notte, fu la volta dei due discepoli di Emmaus a dare la loro minuziosa testimonianza sul famoso avvenimento che sarebbe culminato con l’aprirsi dei loro occhi, riconoscendolo "nello spezzare il pane" (Lc 24, 35). Nel Cenacolo si trovavano tutti riuniti a commentare l’apparizione del Signore a Pietro. Ancora, nonostante ciò, la maggioranza continuava a negare la Resurrezione di Gesù.
Considerazioni del Sinedrio di fronte al miracolo
Parallelamente a quanto si discuteva con tensione, suspense e una certa paura nel Cenacolo, i principi dei sacerdoti e il Sinedrio in generale discorrevano sulla narrazione fatta dai soldati, la quale rendeva evidente il fatto che Gesù fosse risorto. Era un’ipotesi ardua ugualmente per loro, ma sapevano considerarla pragmaticamente, misurando bene tutti i danni che da una simile realtà potevano derivare.
In città, celebrato già il sabato, le attività erano state riprese in tutta normalità. Soltanto nel Cenacolo e nel Sinedrio dominava la frenesia, in quelle ore del dopo cena. Il tema era lo stesso, le testimonianze, però, molto differenti, e ancor più i destinatari dei racconti. Il dogma della Resurrezione è fondamentale per la Religione ed era indispensabile la ferma testimonianza di coloro che avevano visto Gesù vivo, nei giorni successivi alla Sua morte. Nonostante i Suoi insistenti avvisi e profezie, se non ci fossero stati dei testimoni oculari, sarebbe stato difficile credere in un così grande miracolo.
È proprio a questo punto che, pur essendo sprangate le porte e le finestre, Gesù entrò nel Cenacolo, iniziando il brano evangelico della Liturgia di oggi.