Commento al Vangelo – 2ª Domenica di Pasqua
"La pace sia con voi"
È per il nostro beneficio che gli Apostoli hanno visto Gesù risorto, hanno creduto nella Risurrezione e di essa hanno dato testimonianza: affinché noi, credendo, otteniamo la vita eterna.
di Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP
fondatore degli Evangeli Praecones
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[19] La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". [20] Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. [21] Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". [22] Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; [23] a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi". [24] Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25] Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò". [26] Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". [27] Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". [28] Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". [29] Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".[30] Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. [31] Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. (Gv 20, 19-31).
I – "Mentre erano chiuse le porte"
[19] La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".
Per vari motivi, la redazione dei Vangeli, malgrado sia di una precisione insuperabile, è sintetica. Per un sapiente soffio dello Spirito Santo, i suoi autori scelgono non soltanto i termini ideali, ma anche gli aspetti essenziali e più importanti degli episodi narrati per trasmettere ai fedeli il messaggio ispirato. Vediamo, per esempio, come è ricca di significato questa succinta affermazione: "Mentre erano chiuse le porte".
Paura e insicurezza degli Apostoli
Molti sono i commentatori che mettono in risalto questo particolare. Beda mostra che il motivo della dispersione degli Apostoli, in occasione della Passione – il timore dei giudei -, è lo stesso che li mantiene poi riuniti e con le porte chiuse. Secondo Crisostomo, la paura avrebbe dovuto aumentare di intensità, in loro, al cadere della sera. E, realmente, è probabile che l’insicurezza abbia pervaso le anime di tutti a partire dal momento in cui fu comunicato da Maddalena e constatato da Pietro e Giovanni, che il Corpo del Divino Maestro era scomparso dal sepolcro. Sicuramente il Sinedrio avrebbe preso misure di rappresaglia una volta informato dalle guardia di quanto successo.
La paura è spesso un fattore di aggregazione, e alle volte di dispersione. Quest’ultima già si era verificata. In quel momento, erano tormentati nelle loro coscienze dal dolore e da un senso di disorientamento totale. Soltanto riunendosi avrebbero potuto ottenere un sicuro sostegno morale. L’istinto di socialità esigeva (questa) il ricongiungimento di tutti di fronte alla grande perplessità causata dai tragici avvenimenti di quei giorni.
Questi sono gli aspetti di ordine naturale e psicologico che spiegano quella situazione. Comunque, di maggiore rilevanza sono i disegni di Dio.
Dimostrazione irrefutabile della Risurrezione
La paura che, per una efficace azione della grazia, non aveva colpito il cuore di Maria Maddalena né quello dei Discepoli di Emmaus, penetra invece nel cuore degli Apostoli, mescolandosi con le angosce causate da tanta sofferenza accumulata. Quale la ragione di tutto questo? Se agli uni la Provvidenza aveva riservato prove di grande consolazione e affetto, agli altri era destinata la dimostrazione di una irrefutabile e autentica risurrezione. Porte sprangate e invalicabili rendevano evidenti le qualità del glorioso stato del corpo del Salvatore. Questa opinione è condivisa da autori di grande prestigio come, per esempio, da Teofilo, che fa notare come Gesù sia penetrato in quel recinto (recinto significa "spazio circondato da uno steccato". Secondo me va meglio luogo) fermamente sprangato usando la stessa capacità grazie alla quale era uscito dal sepolcro. Sant’Agostino fa un accostamento tra la nascita del Divino Bambino, che ha lasciato il ventre materno di Maria Santissima senza ledere la sua Verginità, e questa penetrazione nell’ambiente degli Apostoli, affermando che niente potrebbe impedire il passaggio di un corpo abitato dalla Divinità.
Caratteristiche del corpo glorioso
In effetti, la Teologia ci insegna che la gloria del corpo trova la sua causa nella gloria dell’anima, dunque, essendo l’uomo una creatura mista, è indispensabile che tanto il corpo quanto l’anima siano oggetto della glorificazione celeste; pertanto è essenziale che quando l’anima è glorificata, anche il corpo lo sia. Questa è la dottrina chiaramente sostenuta da San Tommaso d’Aquino:
"Vediamo che quattro cose provengono al corpo dall’anima, e tanto più perfettamente quanto più vigorosa è l’anima. Per prima cosa gli dà l’essere; pertanto, quando l’anima raggiunge il sommo della perfezione, gli darà un essere spirituale. In secondo luogo, lo preserva dalla corruzione (...); quindi, quando essa sarà perfettissima, conserverà il corpo interamente impassibile. In terzo luogo, gli darà bellezza e splendore (...);e quando arriverà alla somma perfezione, renderà il corpo luminoso e splendente. In quarto luogo, gli dà movimento, e tanto più leggero sarà il corpo quanto più potente sarà il vigore dell’anima su lui. Per questo, quando l’anima ormai sarà all’estremo della sua perfezione, darà al corpo agilità"
Ecco dunque il risultato di questa profonda unione, nella quale l’anima è la forma del corpo. In questo stato di prova in cui ci troviamo, quasi sempre il corpo è una zavorra e un ostacolo per i voli dell’anima, proprio come ci dice il Vangelo: "Lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mt 26, 41). Ma, nella beatitudine eterna, il corpo spiritualizzato sarà pienamente armonizzato con l’anima, che avrà un dominio assoluto su tutti i movimenti corporei (,) ed in questo consisterà la sua agilità. Gli stessi sensi fisici, nell’ambito della loro stessa natura, potranno essere usati dall’anima a suo piacimento. Per questo, dopo la nostra risurrezione, potremo passeggiare per gli astri e per le stelle senza l’ausilio di nessuna nave spaziale; e, all’estremo opposto, ci sarà facilissimo contemplare le molecole o gli atomi costitutivi di una bella pietra preziosa.
Lasciando da parte le altre caratteristiche dei corpi gloriosi – del resto, anch’esse straordinariamente meravigliose -, per incantarci basterebbe che noi considerassimo solo questa: la sottilezza, utilizzata dal Salvatore, per entrare nel recinto/luogo del Cenacolo attraverso le "porte chiuse". San Tommaso ci spiega che i corpi gloriosi avranno "ogni volta e sempre che lo vogliano", la facoltà di passare, o no, attraverso altri corpi . Cita a questo proposito precisamente l’uscita di Gesù risorto dal Santo Sepolcro, come pure il suo ingresso nel Cenacolo a porte chiuse, oggetto ora della nostra analisi, oltre che la sua Nascita .
Gesù li saluta augurando loro la pace
Gli Apostoli erano sprofondati in uno stato estremamente doloroso per l’incommensurabile perdita e Gesù provava compassione per la grande sofferenza che quella circostanza aveva determinato in loro, per questo non lascia terminare il giorno senza mostrarSi ancora una volta a quegli uomini. In precedenza si era fatto vedere dalle sante donne, da Pietro e dai discepoli di Emmaus. Questa volta, di notte, si presenta agli Apostoli riuniti, "mentre erano chiuse le porte", e così rende manifesta la sua miracolosa risurrezione.
Gesù ha approfittato del sopraggiungere della notte, poiché era il momento in cui tutti sarebbero stati insieme (,) e Si è collocato in mezzo a loro, per poter così essere meglio contemplato da tutti.
Secondo un bel commento di San Gregorio Nazianzeno, Gesù li saluta augurando loro la pace – il che, del resto, era comune tra i giudei – non solo perché sarebbe stato riconosciuto da loro immediatamente, ma anche per servire a noi da esempio. Soltanto a coloro che chiudono le porte dell’anima alle deleterie influenze del mondo, Cristo appare offrendo la consolazione della vera pace.