18 marzo 2012 :: Corriere della Sera
Tornare dal Tamigi al Tevere: per Canterbury è il male minore.
di Vittorio Messori
Alla pari di Mario Monti, si è dato una scadenza e un eguale destinazione: tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo lascerà (con sollievo) la carica al vertice e tornerà al suo vero mestiere, quello del professore universitario. Il nostro senatore, alla Bocconi, lui, a Cambridge. Parliamo di Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury e, come tale, 104° Primate della Comunione anglicana. La mediazione continua fra gruppi contrapposti fa parte della storia di questa Comunità eterogenea, ma ora, fa capire il prelato, si sta esagerando. Con understatement tutto britannico, Williams (gallese, un fatto inedito per quella che non è la Chiesa del Regno Unito, ma di Inghilterra) non stigmatizza, non scomunica, non se ne va sbattendo porte di cattedrali. Con un mezzo sorriso dietro la bella barba bianca fa capire di mollare dopo nove anni “per raggiunti limiti di pazienza“. Un pizzico di humour demitizzante che è nella tradizione.