Avvenire 25 marzo 2012
Quella gente ferita e in attesa che guarda al Papa e gli si raccoglie intorno
Con ostinata speranza
Che folla grande lungo i viali di Léon, per salutare il Papa.
Venuti in pullman, da lontano, o reduci da una notte accampata dietro le transenne, per conquistarsi la prima fila. «Ti aspettiamo a braccia aperte», dicono gli striscioni. Ma che cosa aspettano davvero, in tanti, in Messico, per fabbricare ognuno con il proprio corpo l’ala festosa che ha salutato l’arrivo del Papa? Cosa può attendersi da quello straniero un popolo che in cinque anni ha avuto quasi 50mila morti nella guerra contro e fra i narcotrafficanti, e 20mila scomparsi nel nulla? Eppure, che folla è andata ad accogliere Benedetto XVI. Vedove, anche, o orfani di questa strage oscura: che cosa cercando, con quale domanda nei pensieri?