Commento al Vangelo — III Domenica di Quaresima
Ci sarà bontà nel castigare?
Tutto in Gesù era di illimitata perfezione. In quella situazione stabilita per consuetudine attraverso i tempi, non sarebbe servito a nulla l’impiego di dolcezza per persuadere coloro che avevano trasformato il Tempio di Dio in un autentico bazar.
Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP
fondatore degli Evangeli Praecones
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Vangelo
13 Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14 Trovò nel Tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. 15 Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del Tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, 16 e ai venditori di colombe disse: "Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato". 17 I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. (Sl 68,10). 18 Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?". 19 Rispose loro Gesù: "Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere". 20 Gli dissero allora i Giudei: "Questo Tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?". 21 Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22 Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. 23 Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome. 24 Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti 25 e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c’è in ogni uomo (Gv 2, 13-25).
I – Il Tempio
"E subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento" (Ml 3, 1b-3a).
Così profetizza lo Spirito Santo, attraverso le parole di Malachia, sull’inizio del ministero, la predicazione ufficiale del Messia, che avrebbe dovuto iniziare nel Tempio della città di Gerusalemme.
Con questa rivelazione, diventava chiaro, per coloro che avessero buona disposizione di spirito, quanto il sorgere del Re atteso dai giudei non avrebbe dovuto manifestarsi come un potere politico o finanziario (supremazia su tutti i popoli o sospensione delle imposte), ma attraverso una chiara azione santificatrice. Egli sarebbe andato al Tempio per purificare e affinare i figli di Levi.
Secondo la narrazione di San Giovanni, era appena avvenuto il miracolo alle nozze di Cana, dopo il quale Gesù si diresse a Cafarnao, dove rimase alcuni giorni con Maria e i Suoi discepoli. Il momento da Lui scelto per iniziare la missione pubblica non poteva essere migliore. La Città Santa e lo stesso Tempio straripavano di uomini e donne provenienti da tutta Israele.
Se il popolo avesse accettato con fervore la predicazione del Precursore — "Io sono la voce che grida nel deserto" (Gv 1, 23)—, sarebbe stato in condizione di vedere, nell’entrata di Gesù nel Tempio, un inequivocabile segno dell’apparizione del Messia: "…allora essi saranno per il Signore coloro che presenteranno le loro offerte come conviene" — continua Malachia — "allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani" (Ml 3, 3b-4).
Il Cortile dei Gentili
L’insieme di tutti gli edifici che costituivano il Tempio formava un quadrilatero con i suoi cinquecento cubiti (1) in ogni lato, protetto da mura. In esso si entrava attraverso otto enormi porte guarnite da torri di difesa. C’erano al suo interno tre cortili particolarmente santi: quello dei sacerdoti, dove si trovava il naos, una costruzione anch’essa quadrata, in marmo bianco e rivestito in oro, localizzata nell’angolo nord-ovest; più ad oriente, il cortile degli uomini e, a seguire, quello delle donne.
Attorno a questi tre cortili, c’era un grande spazio delimitato da colonne, denominato Cortile dei Gentili o dei Pagani, l’unica parte accessibile ai non giudei. Era lì che, con un tacito accordo delle autorità del Tempio, si erano istallati banchi di scambio ed un vero mercato.
In contrasto con gli altri tre, che erano considerati sacri, quest’ultimo cortile assunse il carattere di una specie di bazar orientale. In esso di trovavano in vendita sale, olio, vino, colombe — che le donne offrivano per purificarsi —, pecore e persino vitelli per i sacrifici di maggior importanza. Si scambiavano anche le monete straniere — greche o romane, per esempio — con quella sacra, con la quale si pagava l’imposta fissata dal Signore per la manutenzione del Tempio (cfr. Es 30, 13-16).
Da aggiungere il fatto che il Cortile dei Gentili facilitava l’accesso agli altri, poiché chi non lo utilizzava come scorciatoia, si vedeva costretto a fare il giro all’angolo del Tempio. Così, uno spazio che avrebbe dovuto avere una certa parvenza di sacro, si trasformò in un dissipato e agitato "covo di ladri".
Viene ufficializzata la missione del Messia
Il Tempio era il punto di riferimento più denso di simbolismo religioso, e persino nazionale, di Israele. Non c’era in tutta la nazione un posto più santo. Quel luogo era stato scelto da Dio stesso per convivere con il popolo eletto. Per queste ed altre ragioni, nessun giudeo si sarebbe mai consolato se avesse visto arrivare l’ora della propria morte senza aver varcato i suoi portici, corridoi ed edifici per pregare e offrire sacrifici. Ancora ai giorni nostri, il grande sogno degli israeliti consiste nel poter incontrarsi davanti a quelle rovine per toccarle, baciarle e bagnarle con le lacrime rafforzando così la loro speranza.
Varcando la soglia di una delle otto porte esterne, si penetrava nell’immenso Cortile dei Gentili, aperto a tutti: giudei o pagani, ortodossi o eretici, puri o impuri. Da questo luogo, per entrare nel cortile esclusivo dei giudei, c’erano tredici porte e davanti ad ognuna di queste, una colonna con iscrizioni, che proibivano, sotto pena di morte, l’accesso a persone indegne.
È in questi atrii che si sono svolte molte delle vicende della vita pubblica di Gesù, ed è proprio nell’episodio narrato da San Giovanni, nel Vangelo di oggi, che si ufficializza la missione del Messia. Fino a quel giorno, egli frequentava il Tempio come un semplice giudeo, senza emettere alcun giudizio sulla condotta delle autorità locali.