19 agosto 2011 :: Corriere della Sera
Escrivà al cinema: "scomodo" a tutti
di Vittorio Messori
E’ un ebreo di origine francese nato in Inghilterra ma si dichiara agnostico, ha avuto simpatie per i comunisti, ha cambiato parecchie mogli. Eppure, c’è nel regista Roland Joffé un attenzione viva per la spiritualità che si fa dramma, come testimoniano innanzitutto Mission, ma anche La città della gioia e Urla dal silenzio, con accluse nomination agli Oscar. Questo era, probabilmente, il solo uomo di cinema radicalmente “laico“ che potesse darci un film non a tesi preconcette il cui protagonista fosse nientemeno che san Josemarìa Escrivà de Balaguer. Ma sì, il fondatore di quell’Opus Dei che è miele per dietrologi e complottardi, sempre alla ricerca di burattinai occulti che tirerebbero le fila della storia: gli indemoniati per i medievali, i gesuiti per gli illuministi, gli aristocratici per i giacobini, i borghesi per i comunisti, i massoni per i fascisti, gli ebrei per i nazionalsocialisti, le multinazionali per i brigatisti rossi… Da qualche decennio, il benpensante liberal è convinto che molti dei “grandi vecchi“ che occultamente ci governano si annidino in quella che, in Spagna, ha un nome tenebroso: La Obra. La diffidenza per il sacerdote aragonese che ne è alle origine è tale che mai, nella storia della Chiesa, si erano viste contestazioni tanto violente -non solo da laicisti ma anche, soprattutto, da clericali del genere “adulto“ – quando Giovanni Paolo II fu felice di dichiararlo beato, nel 1992 e, nel 2002, santo. Come gli aveva chiesto, del resto, un terzo dell’episcopato mondiale.