Commento al Vangelo – XVI domenica del Tempo Comune
di Monsignor Giovanni Scognamilio Clá Dias, fondatore degli Evangeli Praecones
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Zizzania, senape, lievito ed il Regno
Correggere le convinzioni errate del popolo giudeo sul regno messianico, porre l’accento su quanto fede dobbiamo aver nella forza di espansione della Chiesa e insistere sulla necessità della vigilanza – questi sono i principali obiettivi di queste parabole.
Vangelo
La parabola della zizzania
24 Un’altra parabola espose loro così: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25 Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? 28 Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? 29 No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30 Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio".
Il grano di senape
31 Un’altra parabola espose loro: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. 32 Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami".
Il lievito
33 Un’altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". 34 Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, 35 perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Spiegazione della parabola della zizzania
36 Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". 37 Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38 Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, 39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. 40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità 42 e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. 43 Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! (Mt. 13, 24-43).
I – Introduzione
Come una cornice può dare il suo contributo a che una bella pittura possa essere meglio apprezzata, così anche le scene evangeliche, in tutta la loro semplicità, frequentemente contribuiscono a mettere in risalto la figura dei loro protagonisti.
Sapendo che le parabole in questione sono state pronunciate da Gesù in una barca, ancorata presso la spiaggia lungo la costa del Mar di Galilea, viene da chiederci come doveva svolgersi la scena. Immaginiamo acque tranquille e silenziose e una moltitudine incuriosita, pigiata sulla riva ad ascoltarLo e vederLo, mentre invece Gesù sta nella barca, seduto su una panca di legno rustico, pronunciando affascinanti metafore. Poesia e logica, incanto e sapienza, semplicità e grandezza, si baciavanno compenetrandosi in un rapporto strettissimo, e correggevano i concetti erronei di quel popolo riguardo al regno messianico.
Nel corso dei secoli, si era sviluppata tra i giudei una mentalità trionfalista a proposito dell’agognato Messia. Essi sostenevano che il suo arrivo avrebbe inaugurato un regno stabile, splendido, giusto, che avrebbe visto l’eliminazione dei peccatori e la conseguente instaurazione di una nuova era nella quale non ci sarebbe più stata la malvagità umana. Evidentemente, questo ragionamento si fondava su premesse già di per sé errate, che portavano ad una conclusione del tutto equivoca: nella loro logica non tenevano in considerazione l’esistenza del peccato originale e di quello attuale.
A causa dell’influenza dei farisei, il trionfo dei buoni- che di fatto sarà folgorante nel Giudizio Finale- era visto erroneamente da quegli ebrei come l’essenza di un’era storica caratterizzata dalla supremazia della virtù. E qui si trova uno dei principali obiettivi della parabola della zizzania e del grano: rettificare la distorta visione farisaica sulla possibilità di una purificazione assoluta del Regno qui sulla terra. Oltretutto, questo getta una luce insuperabile per lo sviluppo della Chiesa Cattolica nel corso dei secoli, da molteplici punti di vista, come vedremo più avanti.