Antonio Socci, La guerra contro Gesù, Rizzoli 2011, ISBN: 17037365, pag. 448, Euro: 19,90
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Recensione di Rino Cammilleri apparsa sul mensile Il Timone.
Antonio Socci è, con Vittorio Messori, l’unico apologeta cristiano che scrive bestsellers venduti in centinaia di migliaia di copie. La sua ultima fatica, La guerra contro Gesù (Rizzoli), certo scalerà le classifiche (se non le avrà già scalate quando questa puntata del Kattolico vedrà la luce). Oh, stavo dimenticando gli ultimi due papi, anche loro apologeti e anche loro bestselleristi.
Il vostro Kattolico ha l’età per ricordare i tempi in cui certe cose circolavano come il samizdat in un gruppo di carbonari da cui gli stessi preti prendevano le distanze.
A me capitò addirittura di essere scacciato dal sagrato di una chiesa perché volantinavo contro il divorzio: il parroco chiamò i vigili (e poi fu fatto vescovo).
Molta strada è stata fatta da allora e ringraziamo Dio per questo.
Ma è tanta quella che ancora resta da fare, inutile nasconderselo.
Io stesso ho pubblicato i miei lavori con i maggiori editori nazionali, Mondadori, Rizzoli, Piemme. Il che dimostra che non c’è, ormai, alcuna preclusione ideologica nei confronti dell’apologetica cattolica: basta che venda (pecunia non olet).
Ebbene, è proprio qui il punto.
La mia stessa esperienza dimostra che quando ho parlato della Madonna o del Quadrato Magico ho fatto bestellers. Non così quando mi sono occupato di narrativa, per esempio. E mi basta leggere l’ultimo vendutissimo romanzo di Mastro Eco per constatare che la mia roba è di gran lunga migliore, lo dico con tutta umiltà-onestà.
Ma questo vuol dire una cosa, una cosa tragica: i cattolici hanno introiettato il ghetto, sono stati davvero convinti a ripiegarsi in una «scelta religiosa», a starsene in sagrestia o nei santuari e a non rompere.
Fateci caso: molte delle firme del «Timone» vengono, sì, invitati nei talkshow televisivi, ma solo quando si parla di papi, santi, madonne e miracoli. Ogni altro intellettuale può strologare su tutto, anche su papi, santi, madonne e miracoli. Gli intellettuali cattolici solo su questi. Se fate un giro sulla stampa è uguale, così come alla radio.
Un comico, un cantante, un regista paleomarxisti o perfino anarchici possono dire la loro sull’universo mondo. Non così un cattolico dichiarato. Il quale può occuparsi solo di vaticanologia o devozione.
Ero, qualche tempo fa, a firmare copie di un mio libro presso una libreria di Arona, sul Lago Maggiore. Si fermò una signora distinta e, vedendo il titolo (Antidoti), mi chiese di che si trattava. Risposi che l’autore leggeva una serie di fatti secondo la visuale cattolica. Al sentire la parola «cattolica» la signora mi interruppe: «Ah. Be’, di libri di preghiere ne ho già tanti… ».
L’aneddoto non è eccezionale. Cattolico uguale devozionale è l’equazione che lo stesso popolo cattolico ha fatto sua. Dunque, forza con le Madonne, la vita di Giovanni Paolo II, di Cristo e di Padre Pio: gli editori spalancheranno le braccia e l’investimento pubblicitario.
Ma se ti azzardi a proporre qualcos’altro, storcono la bocca: non si vende. Neanche ai cattolici. I quali, per primi, vogliono solo Madonne, Wojtyla, Gesù e Padre Pio.
Dunque, c’è molto lavoro da fare, molto.
Mentre lo facciamo e in attesa che si allarghi la nuova generazione di intellettuali credenti, continuiamo a concimare la vigna come fa Socci nel suo nuovo libro e a consolidare le fondamenta di quello in cui crediamo.