Alessandro Gnocchi-Mario Palmaro, L’ultima Messa di Padre Pio. L’anima segreta del santo delle stigmate, Edizioni Piemme, 2010, pp. 236, € 15.
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Con questo saggio-inchiesta: “L’ultima Messa di Padre Pio” (Edizioni Piemme), Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro hanno cercato di scandagliare in profondità “l’anima segreta del santo delle stigmate” , come recita il sottotitolo del libro.
Significativa è la scansione del ritmo dell’indagine che, già dal prologo, evidenzia luoghi, date, festività collegate, come un resoconto-diario di un viaggio di due pellegrini sulle tracce di un santo che, nonostante la sua umiltà, i suoi patimenti,la sua riservatezza, ha fatto molto parlare di sé.
Questo percorso di ricerca della verità incontra così tappe inedite ed impreviste, come il santuario di Santa Maria del Monte a Campobasso, dove un quadro del 1971 del pittore Amedeo Trivisonno
dal titolo: “L’apparizione della Madonna a Padre Pio” commissionato da padre Pellegrino da Sant’Elia a Pianisi, ha riprodotto l’apparizione della Vergine a padre Pio nel giorno dell’Assunzione nel lontano 1905. Fu in quell’occasione che padre Pio accettò, come ricordano gli Autori, di essere l’Alter Christus che tutti noi abbiamo conosciuto.
Nella cronologia-biografia del santo di Pietrelcina, stilata a fine libro da Gnocchi e Palmaro, è possibile rinvenire che, precedentemente all’apparizione della Vergine del 1905 sopra menzionata, padre Pio ebbe tre visioni nel 1903, nelle quali gli venne prospettato il suo futuro.
Nella nostra mentalità secolarizzata di uomini post-moderni increduli ed indifferenti, diventa assai difficile cogliere il senso autentico e potente di queste visioni, nelle quali cielo e terra comunicano e corrispondono ben oltre i nostri mondani progetti, ben oltre i nostri fini terreni.
Avendo ridotta tutta la realtà ad un “problema” che l’uomo può decifrare con le sole sue forze, si è compiuta una duplice operazione negativa: da una parte si è sottratto il “mistero” dalla stessa realtà e, dall’altra, si è eretta una palizzata egocentrica e soggettivistica alla comprensione oggettiva. In altre parole, ci si è resi refrattari all’azione della grazia, che proviene dallo spirito di Dio e che illumina, fortifica, sostiene la nostra ragione, perfezionandone così l’umanità.
Ecco perché, io credo, padre Pio ci rimandi al sostanzialmente altro, appunto alter Christus, poiché lui non si è opposto alla grazia ed ha corrisposto totalmente al progetto ed alla volontà di Dio fino alla condivisione della croce con il ricevimento delle stigmate.
L’ultima Messa di padre Pio suggella così, secondo le indicazioni degli Autori, l’adesione alla Passione di Cristo riproposta nella Santa Messa; è lì, dove il sacerdote consacra il pane e il vino, che si comprende il valore immutabile di quel rito, del sacrificio di Cristo.
Si possono così ancora percepire quelle parole di padre Pio che gli Autori hanno finemente riproposto lungo tutto il loro itinerario sulle tracce del santo di Pietrelcina: “Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non senza la Santa Messa”.
Come ben recita l’antico detto: “Chi cerca trova”, Gnocchi e Palmaro, nella loro ricerca appassionata, si sono imbattuti, con grande sorpresa, in un’autentica miniera d’oro, costituita da un archivio di un figlio spirituale di padre Pio, l’industriale padovano Giuseppe Pagnossin.
Da questa ingente mole di documenti rinvenuti, lettere e fotografie inedite, autentico patrimonio e testimonianza della fede di padre Pio, Gnocchi e Palmaro hanno potuto così ulteriormente desumere come effettivamente il santo di Pietrelcina arginasse l’Anticristo, preservando la Santa Messa, facendo proprie le parole di Sant’Ireneo, che nel suo trattato Contro le eresie, citando il profeta Daniele, ebbe a considerare: “Il santuario sarà desolato: è stato offerto il peccato al posto del sacrificio e la giustizia è stata gettata a terra … verranno soppressi il sacrificio e la libagione e nel tempio si verificherà l’abominio della desolazione e sino alla fine del tempo sarà dato compimento alla desolazione”. Ecco perché l’ultima Messa di padre Pio assume un significato emblematico: l’abominio della desolazione profetizzato da Daniele è un mondo senza Messa e la riproposizione del sacrificio di Cristo, così come l’assunse padre Pio, è l’antidoto contro il veleno del Nemico, dell’Anticristo.