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Unioni civili, “dopo il momento della preghiera, quello della piazza”, dice il vescovo di Trieste
Parla monsignor Crepaldi, ex segretario del Pontificio consiglio Giustizia e pace: “Se il ddl Cirinnà fosse approvato così com’è, le conseguenze sarebbero enormi. Ma anche senza stepchild adoption, la norma resta inaccettabile”. Chi va al Circo Massimo il 30 gennaio “esercita il proprio dovere di cittadino responsabile”
di Matteo Matzuzzi | 20 Gennaio 2016 ore 14:18
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SCIENZA & VITA: L’IDEA DI VERONESI SULL’UTERO IN AFFITTO NON È SOLO ANTIUMANISTA, MA ESPRESSIONE DI UNA SCIENZA ANTIQUATA
Pubblicato il gennaio 20, 2016
“Nel pieno del dibattito sulle unioni civili e il nodo della stepchild adoption che, di fatto, avalla l’utero in affitto, stridono oltremisura le affermazioni di Umberto Veronesi sul settimanale Oggi. Sostenere che nella maternità surrogata non vi sia ‘nulla di deprecabile’ e che, anzi, sia ‘un’occasione per le donne non abbienti di migliorare il proprio tenore di vita’ risulta davvero inconcepibile in bocca a un medico che ha dedicato la sua professione a salvare la vita delle donne e, grazie a tecniche innovative, a rispettare il più possibile la loro femminilità”, commenta Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita.
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Bagnasco: «Le unioni civili? Grave distrazione da veri problemi»
Il presidente della Cei: le priorità sono «creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare». «L’accanimento» su altri temi è «distrazione irresponsabile»
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“Troppo” cattolico, mons. Negri sotto attacco
(di Mauro Faverzani)
Più che un appello, sembra una sentenza: la lettera, spedita in fretta e furia in Vaticano – in particolare, al Papa ed alla Cei –, per cavalcare l’onda mediatica (prevedibilmente favorevole), ha lasciato diverse questioni aperte sul tappeto.
A quelli dell’associazione Pluralismo e dissenso di Ferrara proprio non piace il loro Vescovo, mons. Luigi Negri: troppo cattolico, fermo sui principi e pronto oltre tutto a difenderli. Con la determinazione di chi sa bene di avere una precisa «responsabilità pastorale» (Catechismo, n. 879), nei confronti dei suoi fedeli ed anche dei non fedeli. Mons. Negri scuote e richiama le coscienze e questo non piace, anzi crea «disagio». Da qui il nuovo anatema, lanciato dai firmatari della missiva: «Usa spesso parole non ispirate a misericordia e carità». È la misericordia il nuovo comandamento onnicomprensivo, guai a non adeguarcisi.
Dimenticando come il Vescovo sia chiamato a reggere la propria Diocesi «col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 894). Cioè non solo con lo zuccherino, bensì, quando e dove necessario, anche col bastone. Sono in trecento, a protestare. Quasi tutti ferraresi, si tiene a precisare. Sui 273.900 battezzati di quella Diocesi, quella di Ferrara e Comacchio. Un numero ridicolo, insignificante. Anche se gridano forte e cercano lo scontro: ritengono che il loro presule si discosti «troppo frequentemente e su troppe questioni dalle parole del Papa», da loro erto a supremo riferimento del “cattolicamente corretto”.
Da qui l’accusa: mons. Negri, secondo loro, è «divisivo». Ecco il nuovo insulto: che non indica un tradimento dottrinale o, peggio, un atteggiamento eretico. «Divisivo», secondo loro, è chi combatte il laicismo, inteso quale sinonimo di «autodistruzione dell’Europa»; chi ritiene che le Crociate abbiano «permesso la sopravvivenza del Continente», bloccando la ferocia turca; chi accusa l’islam di tematizzare «la violenza come direttiva teoria e pratica»; e via elencando. Insomma, in una parola, «divisivo» sarebbe chiunque fa ed afferma, senza se e senza ma, una posizione culturale manifestamente, identitariamente, esplicitamente cattolica. Ma c’è di più.
C’è un problema di metodo. L’idea cioè che, a stilar le pagelle dei presuli, debba essere la “base”, seguendo percorsi mentali propri; non quindi – il che sarebbe legittimo – esprimendo pareri maturati alla luce della retta Dottrina, del Magistero e della Tradizione, specificando il dove e il come, spiegando e motivando, bensì pareri autoreferenziali, soggettivi ed epidermici, giocati sull’onda del sentimento, anziché della ragione e, tanto meno, della fede. È, questo, un modo di procedere alquanto pericoloso, poiché, cavalcando «decentralizzazione» e «periferie esistenziali», tenta d’introdurre i germi di un parlamentarismo in un contesto ad esso geneticamente alieno. La vera sfida consiste cioè nel sostituire un «furor di popolo» giacobino all’infallibile Parola di Dio.
Stupisce e duole constatare come, ancora una volta, gli ambienti di Chiesa, abbiano brillato per assenza, abbiano ufficialmente taciuto. Non una voce, chiara e forte, di solidarietà, non una critica agli improvvidi autori di quella missiva, né obiezioni alla vacuità delle accuse mosse. Un silenzio imbarazzante. Noi riteniamo fondamentale ed onesto, soprattutto in circostanze come questa, esprimergli tutta la nostra vicinanza. Con forza, affetto e gratitudine. Riconoscendogli il merito indiscutibile d’aver sempre agito e parlato con autentico sensus ecclesiae. E d’averlo fatto per un motivo preciso, per colmare quella che lo stesso mons. Negri ha recentemente definito «la più grande povertà che possa capitare ad un uomo, quella di non conoscere la verità di Cristo». Quella verità, che lui, da Vescovo, non ha mai cessato di proclamare. E che ancora proclama.
(Mauro Faverzani, per CorrispondenzaRomana.it)
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Siria, bombe sui cristiani: "Sono attacchi mirati, ma noi siamo uniti"
Attentati in Siria, il lutto e la resistenza. Parla il capo dell'eparchia armeno-cattolica di Qamishli: “Siamo in lutto totale”
di Matteo Matzuzzi | 04 Gennaio 2016 ore 20:18
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NON HO PROTETTO I MIEI FIGLI DALLA PORNOGRAFIA
Quelle immagini viste per sbaglio non le dimenticheranno mai
Autore: Roberta Sciamplicotti
È vero. C'erano persone nude su tutto lo schermo della televisione nel mio salotto. Stavo cercando di mostrare un video scientifico di YouTube e per sbaglio è apparso un video pornosoft. Agitata, mi sono affrettata a spegnere la televisione mentre i miei figli ridacchiavano. Ho cercato di fingere che non fosse accaduto niente, ma loro non riuscivano a smettere di ridere e io non riuscivo a nascondere il mio disagio. All'epoca il mio figlio più grande aveva 10 anni, e sapevo che non l'avrebbe mai dimenticato.
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La Slovenia boccia le nozze gay (tutti zitti)
Il referendum irlandese fu un caso mediatico, ora la notizia è censurata
di Redazione | 21 Dicembre 2015 ore 16:59
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CorSera
Kenya, gli ostaggi cristiani salvati dai musulmani: «Non ci separiamo»
I miliziani somali assaltano un autobus. E alla fine costretti a lasciare liberi tutti
Michele Farina
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Il no di Strasburgo
Il no all'utero in affitto, una scelta di civiltà
Lucia Bellaspiga
Avvenire 18 dicembre 2015
Una scelta di civiltà. La scelta di un’Europa che sembra ritrovare se stessa, le migliori conquiste della sua secolare storia. Ieri, infatti, il Parlamento europeo ha espresso per la prima volta una limpida e ferma condanna all’utero in affitto, pratica che «compromette la dignità umana della donna» e «deve essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani». Quando le sfide sono così dure, esigono risposte forti, civili sussulti, in grado di far comprendere a tutti la china su cui si stava scivolando e quindi di fermarsi in tempo: ogni volta che ciò non è accaduto, la storia dell’intera umanità e delle singole nazioni, come insegna soprattutto il Novecento, si è imbattuta in orrori da cui uscire è sempre lungo e doloroso. E non si pensi che l’utero in affitto – in aumento a macchia d’olio nel mondo – sia da meno rispetto a derive apparentemente superate come razzismo, schiavitù, tratta umana, sfruttamento della donna o eugenetica, perché in qualche modo li comprende tutti.
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UNA LETTURA DEL BIENNIO SINODALE – di GIUSEPPE RUSCONI – su www.rossoporpora.org – 14 dicembre 2015
Tante cose sono successe nei due anni caratterizzati dallo sviluppo del dibattito sinodale sulla famiglia. Cerchiamo di ripercorrere sinteticamente il biennio - in sé non ancora concluso poiché si attende il documento magisteriale conclusivo di papa Francesco – evidenziandone i momenti che riteniamo più significativi di un itinerario molto tormentato.
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Avvenire
Omosessuali, «vietato» pregare
Luciano Moia
13 dicembre 2015
La questione si può riassumere in due semplici domande. La prima: le persone omosessuali che vivono con disagio la propria condizione hanno il diritto di impegnarsi in un percorso di preghiera per trovare sostegno spirituale, per fare chiarezza dentro di sé, per mettere a confronto le proprie esperienze di vita con le ragioni della fede?
La seconda: le stesse persone hanno il diritto di tentare questa verifica spirituale, che riguarda un aspetto così intimo della propria identità, in modo riservato e in luoghi protetti, lontano dai clamori, dai fraintendimenti e dalle facili ironie dei media?
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Arcidiocesi di Milano
Dove è la misericordia là c’è Cristo (Sant’Ambrogio)
Il Precursore
V Domenica d’Avvento
Is 30,18-26b; Sal 145 (146); 2Cor 4,1-6; Gv 3,23-32a
Duomo di Milano, 13 dicembre 2015
Solenne Celebrazione di apertura in diocesi del Giubileo Straordinario della Misericordia
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano
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La «guerra» ai simboli spegne la speranza
di Carlo Cardia
9 dicembre 2015
Le polemiche che puntualmente esplodono, in prossimità delle feste natalizie, per la faziosità che si manifesta verso i simboli religiosi, specie cristiani, riflettono i sintomi d’una malattia che colpisce l’Europa e la sua cultura, non solo religiosa. Gli episodi più recenti, non tutti conosciuti dal grande pubblico, aggiungono ciascuno una goccia di ostilità, sempre più fredda e irrazionale.
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1 dicembre 2015 (modifica il 2 dicembre 2015 | 09:13)
Natale e la debolezza dell’Europa che a quei valori non crede più
Rispetto per l’Islam? È falso. Ma quel gesto racconta ciò che abbiamo perduto
di Vittorio Messori
Forse scandalizzerò qualcuno confessando che non riesce, a me, di scandalizzarmi per le gesta politicamente corrette di un preside di provincia, di un signore commoventemente ligio al conformismo egemone. Quello dominato da una sorta di raptus maniacale: la vigilanza ossessiva per «non offendere» alcuno.
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Il Foglio
Il vescovo di strada alza bandiera bianca
Natale a Padova, mons. Claudio Cipolla: “Passi indietro sulle tradizioni pur di stare in pace”
di Matteo Matzuzzi | 02 Dicembre 2015
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Ancora on line
Nuove polemiche su come festeggiare il Natale nelle scuole
Pubblicato il 30 novembre 2015 da Nicola Rosetti
Anche quest’anno, con un po’ di anticipo rispetto al solito, è scoppiata la polemica su come festeggiare – e se festeggiare – il Natale nelle scuole.
Il primo caso si è verificato in una scuola di Casazza (BG) dove la prof.ssa Antonia Savio, preside dell’istituto, avrebbe impedito di inserire il brano Adeste Fideles in uno spettacolo che si dovrà svolgere pochi giorni prima delle vacanze natalizie. Contattata dalla stampa, la preside, fra l’altro, ha dichiarato: “È tutto falso. Nessuno ha vietato niente a nessuno. 240 bambini avrebbero dovuto imparare a cantare in latino una canzone difficile come Adeste fideles”.
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VIA CRUCIS: L'ENNESIMO FILM CHE ATTACCA LA CHIESA
Storia (finta) di una ragazzina di 14 anni che si lascia morire a causa della sua famiglia e della Chiesa, ossia da quelli che il Mondo considera i due mali assoluti
di Omar Ebrahime
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Sinodo sopravvalutato. Nella Chiesa c'è prima di tutto una crisi di fede
È ciò che sostiene il cardinale africano Robert Sarah nel suo libro "Dio o niente" e nella discussione che ne è seguita. In esclusiva l'anticipazione di un suo intervento, sul prossimo numero de "L'Homme Nouveau"
di Sandro Magister
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Senza patrie, senza difesa. Perché i cristiani sono carne da macello in un conflitto in cui non valgono nulla
“I cristiani sono il fianco debole delle nostre società. Quando c’è caos, tutti attaccano loro"
di Maurizio Crippa | 23 Novembre 2015
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La Francia cattolica di san Luigi IX
di Cristina Siccardi) Nel novembre 2014 al-Baghdadi chiese ai jihadisti di «far esplodere i vulcani sotto i regimi apostati e corrotti» chiedendo di far nascere cellule autonome in più Stati, come è avvenuto; ora parla di «tempesta» perché l’ultimo attacco di Parigi è una svolta delle operazioni militari.
Il primo obiettivo è proprio la Francia perché essa ha dato allo Jihad minore almeno mille Foreign Fighters e perché Parigi è considerata dai jihadisti «la capitale della prostituzione e del vizio», simbolo di degrado morale e quindi di debolezza.