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La famiglia romana Del Bufalo, nobili decaduti, il 6 gennaio 1786 è allietata dalla nascita di un figlio che viene battezzato ? in onore della solennità dell?Epifania ? Gaspare, Baldassarre, Melchiorre. Fin da piccolo dedito alla preghiera e alla penitenza, Gaspare frequenta il Collegio Romano allora affidato al clero secolare, in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù. Dal momento, però, che suo padre fa il cuoco presso Palazzo Altieri, davanti alla Chiesa del Gesù, Gaspare impara a conoscere e venerare San Francesco di Sales, al quale attribuisce una miracolosa guarigione ottenuta in gioventù.
Tra i ?barozzari?
Nel 1798 Gaspare veste la talare e inizia a occuparsi dell?assistenza spirituale e materiale dei bisognosi di Roma. Si distingue, in particolare, per l?impegno nell?opera del catechismo, che organizza nell?oratorio della chiesa di Santa Maria del Pianto, dove si dedica in particolare a spiegare la dottrina ai ?barozzari?, i carrettieri che dalla campagna arrivano a portare il fieno nel cosiddetto Campo Vaccino, come veniva chiamato all?epoca il Foro Romano. Si preoccupa anche di preparare un gruppo di giovani scelti per l?insegnamento della catechesi e li invia a occuparsi dei poveri, facendo di fatto rinascere l?Opera di Santa Galla. Nel 1808, finalmente, viene ordinato sacerdote e intensifica l?apostolato tra le classi popolari trasformando, tra l?altro, la chiesina di Santa Maria in Pincis, presso la Rupe Tarpea, in un fiorente centro di pietà.
?Non debbo, non posso, non voglio?
All?epoca di Gaspare, Roma e lo Stato Pontificio sono occupati dalle truppe napoleoniche. La notte tra il 5 e il 6 luglio 1809 la situazione precipita e Papa Pio VII viene imprigionato e deportato. Contemporaneamente Napoleone impone a vescovi e parroci della città di firmare un giuramento di fedeltà al nuovo regime. Il 13 giugno 1810 il giuramento viene imposto anche a don Gaspare, che però rifiuta pronunciando le famose parole: ?Non debbo, non posso, non voglio?. A questo punto viene imprigionato e condotto in esilio. Sconterà la sua pena nelle carceri di Piacenza, poi Bologna, Imola e infine Lugo, vicino Ravenna, in tutto quattro anni. Tornerà a Roma solo nel 1814.
Un ?terremoto spirituale?
Nel 1815 Gaspare fonda una nuova congregazione chiamata dei Missionari del Preziosissimo Sangue. È questa la devozione che sente più vicina, strettamente collegata a quella del Sacro Cuore di Gesù, e ne diventa l?apostolo più ardente. Solo il sangue versato da Cristo per la redenzione degli uomini, infatti, è strumento per la conversione dei peccatori. Pio VII si accorge del suo zelo e affida alla sua congregazione il compito di rievangelizzare e restaurare la fede nei territori dello Stato Pontificio. In pratica gli chiede di andare lì dove nessuno vuole andare e di confrontarsi con persone con cui nessuno vuole avere nulla a che fare.
Il ?martello dei settari?
Sono principalmente due le piaghe che affliggono Roma e che Gaspare con i suoi missionari deve affrontare: la massoneria e il brigantaggio. Contro le società segrete, considerate fucine di un pericoloso laicismo ateo, le sue doti di predicatore toccano picchi impensati e raggiungono risultati insperati: riesce a riportare sulla retta via intere logge e a far venire alla luce un problema nascosto, tanto da guadagnarsi il soprannome di ?martello dei settari?. Non meno efficace il suo operato con i briganti: in missione sulla via tra Roma e Napoli, armato solo di un crocifisso e della misericordia evangelica, Gaspare parla con loro, spiega il sacrificio di sangue che Gesù ha fatto per la salvezza di tutta l?umanità. E così, pian piano, riesce in quello in cui non era riuscito nessuno: rendere la città più sicura.
La morte e la canonizzazione dell??angelo di pace?
Nel 1834, grazie alla collaborazione con Maria De Mattias, che aveva incontrato a 17 anni facendo venire alla luce la sua vocazione, Gaspare fonda il ramo femminile della congregazione: le Suore adoratrici del Preziosissimo Sangue di Cristo, che oggi hanno missioni in tutto il mondo, soprattutto in India e in Tanzania. Tre anni dopo muore. Verrà canonizzato da Pio XII nel 1954. Di lui, parlando al capitolo generale della Congregazione, il 14 settembre 2001, Giovanni Paolo II disse: ?Fiducioso nel fatto che la richiesta del Papa fosse un ordine di Cristo, il vostro Fondatore non esitò a obbedire anche se il risultato fu che molti lo accusarono di essere troppo innovatore. Gettando le sue reti nelle acque profonde e pericolose fece una pesca sorprendente?.
Questa la preghiera al Sangue di Gesù di S. Gaspare del Bufalo:
O sangue prezioso del mio Signore, che io ti benedica in eterno.
O amore del mio Signore divenuto piagato!
Quanto siamo lontani dalla conformità alla tua vita.
O sangue di Gesù Cristo, balsamo delle nostre anime, sorgente di misericordia, fa? che la mia lingua, imporporata di sangue nella quotidiana celebrazione della Messa, ti benedica adesso e sempre.
O Signore, chi non ti amerà?
Chi non arderà di affetto verso di te?
Le tue piaghe, il tuo sangue, le spine, la croce, il divin sangue in particolare, versato fino all?ultima stilla, con quale voce eloquente grida al mio povero cuore!
Poiché tu agonizzasti e moristi per me per salvarmi, io darò, se occorre, anche la vita, perché giunga al possesso beato del cielo.
O Gesù, sei stato fatto per noi redenzione.
Dal tuo costato aperto, arca di salvezza, fornace di carità, uscì sangue ed acqua, segno dei sacramenti e della tenerezza del tuo amore, o Cristo, che ci hai amati e lavati nel tuo sangue!
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Sacerdote e critico letterario, Carlo Tommaso Dragone nasce a Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo il 2 giugno 1911. A 14 anni entra nella Pia Società San Paolo e della comunità paolina degli scrittori diverrà superiore. Amico e confessore del fondatore della Pia Società e delle Edizioni Paoline, il beato don Giacomo Alberione, nonché Consigliere Generale del Capitolo generale della suddetta Società a partire dal 1957, viene ricordato per le sue opere legate a studi teologici e catechistici, ma in particolare per il suo ?commento e parafrasi alla Divina Commedia? (1958), nonché per aver composto la Spiegazione del Catechismo di San Pio X.
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Padre Claudio Acquaviva S.J.
Gesuita (Atri 1543 – Roma 1615), figlio del duca d’Atri, Giovanni Antonio, nell’ordine dal 1567, per 34 anni generale (5º) dell’ordine (dal 1581 alla morte), seppe affrontare con fermezza i varî problemi nascenti dall’espansione della Compagnia. Diede impulso alle missioni in Inghilterra e in Asia; promosse l’attività scientifica e scolastica, promulgando la celebre Ratio studiorum, esercitando efficace influsso sulla ricca produzione dottrinaria e spirituale dei grandi gesuiti post-tridentini, sulla preparazione (1598) della storia generale della Compagnia; ravvivò la vita spirituale stessa dell’ordine, promovendo l’uso degli esercizî spirituali, redigendo il Directorium o guida per i direttori di essi, e le Industriae pro superioribus ad curandos animae morbos (1600). Seppe abilmente difendere gli scrittori dell’ordine impegnati in varie controversie, specie nelle questioni sulla grazia, e salvaguardare la Compagnia dagli attacchi esterni e interni. Varî gruppi di religiosi scontenti, specialmente spagnoli, tentarono di decentrare il regime in senso nazionalistico; ma la 5a congregazione generale, convocata (1593-94) da Clemente VIII per giudicare la condotta dell’A., non poté che riconoscerne la saggezza.
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Padre Gabriele Roschini, O.S.M. fu un mariologo di fama mondiale, professore decorato e fondatore della Facoltà Teologica Pontificia Marianum di Roma nel 1950 sotto il pontificato di Pio XII, docente alla Pontificia Università Lateranense e consulente del Sant?Uffizio. Egli è considerato come il più grande mariologo del 20 ° secolo, è stato molto apprezzato da tutti i Papi nel corso della sua vita sacerdotale (soprattutto Papa Pio XII), ed è stato spesso definito da Papa Giovanni Paolo II come uno dei più grandi esperti mariani che sia mai vissuto.
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Jean-Jacques Olier de Verneuil nacque a Parigi il 20 settembre 1608 in una nobile famiglia appartenente all?alta magistratura. Dopo gli studi di teologia in Sorbona, maturò la vocazione religiosa sotto la guida spirituale di san Vincenzo de? Paoli, e venne ordinato sacerdote il 21 maggio del 1633. Dopo aver predicato per qualche tempo le missioni popolari in Alvernia, nel 1641 fondò a Vaugirard un seminario destinato alla formazione sacerdotale della gioventù: quando, nel 1642, Olier venne nominato parroco di Saint-Sulpice, la sede del suo istituto fu trasferita nei pressi della parrocchia, dove diede vita ad una compagnia di sacerdoti (detta di Saint-Sulpice) destinata alla direzione dei seminari. Nel 1652 lasciò il ministero pastorale per motivi di salute, pur mantenendo la direzione del seminario parigino. Morì a Parigi il 2 aprile 1657. Fu autore di numerosi scritti spirituali e mistici.
È indubbio che i sulpiziani, pur non avendo la direzione di tutti i seminarî di Francia, hanno influito notevolmente sullo spirito del clero francese. Nel 1903 già 24 diocesi avevano seminarî diretti dai preti di S. Sulpizio. Nel 1906 per la legge di separazione essi venivano sloggiati dal seminario di Parigi, ma s?ingigantiva la loro attività negli Stati Uniti; al ricordato seminario di Baltimora e a quello di Boston (1848 e 1884), all?universitario di Washington (1889) e a quello di New York (1896), si aggiungeva il gran seminario di San Francisco (1907). In anni recenti, sacerdoti sulpiziani sono stati mandati nell?Indocina, nella Cina e nel Giappone per fondarvi seminarî indigeni.
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Maria Cecilia Baij nacque a Montefiascone il 4 gennaio 1694 da Carlo e da Clemenza Antonini.
Nel 1712 entrò nel monastero delle cistercensi di Viterbo, ma ne uscì dopo dieci mesi per entrare in quello delle benedettine di Montefiascone. Qui nel 1714 fece la sua professione religiosa.
Il Cristo sofferente volle associarla alla sua passione e, a questo scopo, ne purificò il cuore con dure prove, rendendola degna di ricevere grazie e favori eccezionali.
Cecilia fu badessa del monastero per circa 20 anni e morì nell?ufficio del suo mandato il 6 gennaio 1766.
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Martirologio Romano: San Roberto Bellarmino, vescovo e dottore della Chiesa, della Compagnia di Gesù, che seppe brillantemente disputare nelle controversie teologiche del suo tempo con perizia e acume. Nominato cardinale, si dedicò con premura al ministero pastorale nella Chiesa di Capua e, infine, a Roma si adoperò molto in difesa della Sede Apostolica e della dottrina della fede.
Nacque a Montepulciano nel 1542 da una ricca e numerosa famiglia. Nel 1560 entrò nella Compagnia di Gesù. Morì il 17 settembre 1621 a Roma.
Papa Pio XI lo beatificò il 13 maggio 1923, lo canonizzò il 29 giugno 1930 e lo proclamò Dottore della Chiesa il 17 settembre 1931.
Nel nuovo calendario liturgico promulgato da Paolo VI la sua memoria è stata resa facoltativa.
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I Comitati Civici furono un’organizzazione politica, costituita di laici cattolici italiani.
Furono impiegati nella difesa della cultura tradizionale italiana, della famiglia e della proprietà privata.
Pertanto, lottarono in funzione civica anti socialista e, quindi anche anticomunista.
Furono costituiti da Luigi Gedda su incarico di papa Pio XII in vista delle elezioni politiche del 1948.
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Padre Gabriele Roschini, O.S.M. fu un mariologo di fama mondiale, professore decorato e fondatore della Facoltà Teologica Pontificia Marianum di Roma nel 1950 sotto il pontificato di Pio XII, docente alla Pontificia Università Lateranense e consulente del Sant?Uffizio. Egli è considerato come il più grande mariologo del 20 ° secolo, è stato molto apprezzato da tutti i Papi nel corso della sua vita sacerdotale (soprattutto Papa Pio XII), ed è stato spesso definito da Papa Giovanni Paolo II come uno dei più grandi esperti mariani che sia mai vissuto.
L'articolo P. Roschini OSM: Istruzioni mariane proviene da TotusTuus e-book gratuiti.
Eberhard Welty OP (15 settembre 1902 al secolo Franz Theodor Welty nasce ad Anholt; Muore il 2 giugno 1965 a Friburgo i. Br.) è stato un frate domenicano tedesco e un etico sociale.
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Jean-Jacques Olier de Verneuil nacque a Parigi il 20 settembre 1608 in una nobile famiglia appartenente all’alta magistratura. Dopo gli studi di teologia in Sorbona, maturò la vocazione religiosa sotto la guida spirituale di san Vincenzo de’ Paoli, e venne ordinato sacerdote il 21 maggio del 1633. Dopo aver predicato per qualche tempo le missioni popolari in Alvernia, nel 1641 fondò a Vaugirard un seminario destinato alla formazione sacerdotale della gioventù: quando, nel 1642, Olier venne nominato parroco di Saint-Sulpice, la sede del suo istituto fu trasferita nei pressi della parrocchia, dove diede vita ad una compagnia di sacerdoti (detta di Saint-Sulpice) destinata alla direzione dei seminari. Nel 1652 lasciò il ministero pastorale per motivi di salute, pur mantenendo la direzione del seminario parigino. Morì a Parigi il 2 aprile 1657. Fu autore di numerosi scritti spirituali e mistici.
È indubbio che i sulpiziani, pur non avendo la direzione di tutti i seminarî di Francia, hanno influito notevolmente sullo spirito del clero francese. Nel 1903 già 24 diocesi avevano seminarî diretti dai preti di S. Sulpizio. Nel 1906 per la legge di separazione essi venivano sloggiati dal seminario di Parigi, ma s’ingigantiva la loro attività negli Stati Uniti; al ricordato seminario di Baltimora e a quello di Boston (1848 e 1884), all’universitario di Washington (1889) e a quello di New York (1896), si aggiungeva il gran seminario di San Francisco (1907). In anni recenti, sacerdoti sulpiziani sono stati mandati nell’Indocina, nella Cina e nel Giappone per fondarvi seminarî indigeni.
L'articolo Ven. J. J. Olier. Vita interiore della Ss.ma Vergine proviene da TotusTuus e-book gratuiti.
Economista e pubblicista francese (Parigi 1903 – Anserville, Oise, 1987), figlio di Henry. Corrispondente dall’estero e inviato speciale di giornali francesi fino al 1939 e dal 1945 collaboratore di varî periodici politici ed economici. Ha tenuto corsi d’economia in varie università inglesi e americane; dal 1954 al 1974 è stato direttore della Société d’études et de documentation économiques, industrielles et sociales (SEDEIS) e di Études futuribles. Seguendo le idee di L. Bourgeois e di A. Aftalion circa la giustificazione sociale della proprietà privata e il controllo pubblico che ne consegue, mira a una sintesi di liberalismo e socialismo e può dirsi un sostenitore dell’economia diretta. Tra le opere principali: L’économie dirigée (1928); La crise du capitalisme américain (1933; 2a ed. 1947); Du pouvoir (1945); L’Amérique en Europe (1948); Ethics of redistribution (1951); De la souveraineté (1955); De la politique pure (1963; 2a ed. 1977); L’art de la conjecture (1964); Arcadie. Essais sur le mieux-vivre (1968); Du pouvoir. Histoire naturelle de sa croissance (1972); Du principat et autres réflexions politiques (1972); Les débuts de l’état moderne (1976); La civilisation de puissance (1976); Un voyageur dans le siècle, 1903-1945 (1980); Marx et Engels, la longue marche (1983).
L'articolo B. de Jouvenel: La sovranità proviene da TotusTuus e-book gratuiti.
Padre Gabriele Roschini, O.S.M. era un mariologo di fama mondiale, professore decorato e fondatore della Facoltà Teologica Pontificia Marianum di Roma nel 1950 sotto il pontificato di Pio XII, docente alla Pontificia Università Lateranense, e un consulente del Sant’Uffizio. Egli è considerato da molti come il più grande mariologo del 20 ° secolo, è stato molto apprezzato da tutti i Papi nel corso della sua vita sacerdotale (soprattutto Papa Pio XII), ed è stato spesso definito da Papa Giovanni Paolo II come uno dei più grandi esperti mariani che sia mai vissuto
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Constantin Virgil Gheorghiu, nato il 15 settembre 1916 a Valea Alb?, Moldavia, nel nord della Romania, e morì 22 giugno 1992a Parigi, è un sacerdote e scrittore ortodosso rumeno. Scrivendo sia in rumeno che in francese, è conosciuto per il suo romanzo di punta La Vingt-quinto Heure, un “romanzo antitotalitario [… che denuncia] la disumanizzazione del mondo moderno”.
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Nicolas, Jean-Jacques-Auguste. – Avvocato e magistrato (Bordeaux 1807 – Versailles 1888), soprattutto noto come apologista cattolico (Études philosophiques sur le christianisme, 1842–45; Du protestantisme et de toutes les hérésies dans leur rapport avec le socialisme, 1852; L’État contre Dieu, 1879).
L'articolo N. Auguste: Le eresie nel loro rapporto col Socialismo proviene da TotusTuus e-book gratuiti.
Martirologio Romano: Memoria di san Filippo Neri, sacerdote, che, adoperandosi per allontanare i giovani dal male, fondò a Roma un oratorio, nel quale si eseguivano letture spirituali, canti e opere di carità; rifulse per il suo amore verso il prossimo, la semplicità evangelica, la letizia d?animo, lo zelo esemplare e il fervore nel servire Dio.
L'articolo P. Finotti d’O. – Miracoli eucaristici proviene da TotusTuus e-book gratuiti.
La famiglia romana Del Bufalo, nobili decaduti, il 6 gennaio 1786 è allietata dalla nascita di un figlio che viene battezzato ? in onore della solennità dell?Epifania ? Gaspare, Baldassarre, Melchiorre. Fin da piccolo dedito alla preghiera e alla penitenza, Gaspare frequenta il Collegio Romano allora affidato al clero secolare, in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù. Dal momento, però, che suo padre fa il cuoco presso Palazzo Altieri, davanti alla Chiesa del Gesù, Gaspare impara a conoscere e venerare San Francesco di Sales, al quale attribuisce una miracolosa guarigione ottenuta in gioventù.
Tra i ?barozzari?
Nel 1798 Gaspare veste la talare e inizia a occuparsi dell?assistenza spirituale e materiale dei bisognosi di Roma. Si distingue, in particolare, per l?impegno nell?opera del catechismo, che organizza nell?oratorio della chiesa di Santa Maria del Pianto, dove si dedica in particolare a spiegare la dottrina ai ?barozzari?, i carrettieri che dalla campagna arrivano a portare il fieno nel cosiddetto Campo Vaccino, come veniva chiamato all?epoca il Foro Romano. Si preoccupa anche di preparare un gruppo di giovani scelti per l?insegnamento della catechesi e li invia a occuparsi dei poveri, facendo di fatto rinascere l?Opera di Santa Galla. Nel 1808, finalmente, viene ordinato sacerdote e intensifica l?apostolato tra le classi popolari trasformando, tra l?altro, la chiesina di Santa Maria in Pincis, presso la Rupe Tarpea, in un fiorente centro di pietà.
?Non debbo, non posso, non voglio?
All?epoca di Gaspare, Roma e lo Stato Pontificio sono occupati dalle truppe napoleoniche. La notte tra il 5 e il 6 luglio 1809 la situazione precipita e Papa Pio VII viene imprigionato e deportato. Contemporaneamente Napoleone impone a vescovi e parroci della città di firmare un giuramento di fedeltà al nuovo regime. Il 13 giugno 1810 il giuramento viene imposto anche a don Gaspare, che però rifiuta pronunciando le famose parole: ?Non debbo, non posso, non voglio?. A questo punto viene imprigionato e condotto in esilio. Sconterà la sua pena nelle carceri di Piacenza, poi Bologna, Imola e infine Lugo, vicino Ravenna, in tutto quattro anni. Tornerà a Roma solo nel 1814.
Un ?terremoto spirituale?
Nel 1815 Gaspare fonda una nuova congregazione chiamata dei Missionari del Preziosissimo Sangue. È questa la devozione che sente più vicina, strettamente collegata a quella del Sacro Cuore di Gesù, e ne diventa l?apostolo più ardente. Solo il sangue versato da Cristo per la redenzione degli uomini, infatti, è strumento per la conversione dei peccatori. Pio VII si accorge del suo zelo e affida alla sua congregazione il compito di rievangelizzare e restaurare la fede nei territori dello Stato Pontificio. In pratica gli chiede di andare lì dove nessuno vuole andare e di confrontarsi con persone con cui nessuno vuole avere nulla a che fare.
Il ?martello dei settari?
Sono principalmente due le piaghe che affliggono Roma e che Gaspare con i suoi missionari deve affrontare: la massoneria e il brigantaggio. Contro le società segrete, considerate fucine di un pericoloso laicismo ateo, le sue doti di predicatore toccano picchi impensati e raggiungono risultati insperati: riesce a riportare sulla retta via intere logge e a far venire alla luce un problema nascosto, tanto da guadagnarsi il soprannome di ?martello dei settari?. Non meno efficace il suo operato con i briganti: in missione sulla via tra Roma e Napoli, armato solo di un crocifisso e della misericordia evangelica, Gaspare parla con loro, spiega il sacrificio di sangue che Gesù ha fatto per la salvezza di tutta l?umanità. E così, pian piano, riesce in quello in cui non era riuscito nessuno: rendere la città più sicura.
La morte e la canonizzazione dell??angelo di pace?
Nel 1834, grazie alla collaborazione con Maria De Mattias, che aveva incontrato a 17 anni facendo venire alla luce la sua vocazione, Gaspare fonda il ramo femminile della congregazione: le Suore adoratrici del Preziosissimo Sangue di Cristo, che oggi hanno missioni in tutto il mondo, soprattutto in India e in Tanzania. Tre anni dopo muore. Verrà canonizzato da Pio XII nel 1954. Di lui, parlando al capitolo generale della Congregazione, il 14 settembre 2001, Giovanni Paolo II disse: ?Fiducioso nel fatto che la richiesta del Papa fosse un ordine di Cristo, il vostro Fondatore non esitò a obbedire anche se il risultato fu che molti lo accusarono di essere troppo innovatore. Gettando le sue reti nelle acque profonde e pericolose fece una pesca sorprendente?.
Questa la preghiera al Sangue di Gesù di S. Gaspare del Bufalo:
O sangue prezioso del mio Signore, che io ti benedica in eterno.
O amore del mio Signore divenuto piagato!
Quanto siamo lontani dalla conformità alla tua vita.
O sangue di Gesù Cristo, balsamo delle nostre anime, sorgente di misericordia, fa? che la mia lingua, imporporata di sangue nella quotidiana celebrazione della Messa, ti benedica adesso e sempre.
O Signore, chi non ti amerà?
Chi non arderà di affetto verso di te?
Le tue piaghe, il tuo sangue, le spine, la croce, il divin sangue in particolare, versato fino all?ultima stilla, con quale voce eloquente grida al mio povero cuore!
Poiché tu agonizzasti e moristi per me per salvarmi, io darò, se occorre, anche la vita, perché giunga al possesso beato del cielo.
O Gesù, sei stato fatto per noi redenzione.
Dal tuo costato aperto, arca di salvezza, fornace di carità, uscì sangue ed acqua, segno dei sacramenti e della tenerezza del tuo amore, o Cristo, che ci hai amati e lavati nel tuo sangue!
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Maria Ildegarde Cabitza (al secolo Leonilda o Nilda), nacque a Gonnosfanadiga (Sardegna) il 26 Aprile 1905. Di famiglia benestante, il padre medico condotto, ha potuto compiere gli studi superiori, allora non facilmente accessibili alle ragazze. Ebbe una significativa formazione culturale che, insieme ad una profonda formazione spirituale, la rese in grado di svolgere la sua futura missione di madre e maestra in seno alla comunità monastica. Di vivacissima intelligenza, si iscrisse all?Università di Roma nella Facoltà di lettere. Il 21 Dicembre del 1926 sostenne brillantemente l?esame di laurea in lettere con una tesi su Le memorie monumentali dei principali personaggi della Chiesa nel secolo III, che fu pubblicata nel Bollettino Liturgico.
Il 26 Giugno 1930 entrò nel monastero Benedettino di S. Antonio di Eboli. Il 17 novembre 1931, consegue la seconda laurea con una tesi su Il valore pedagogico della Regola di San Benedetto, poi pubblicata nel 1933. Il 13 gennaio 1932 emise la professione religiosa monastica, prendendo il nome di Maria Ildegarde. In piena guerra mondiale, madre Ildegarde Cabitza assieme alla consorella Pietromarchi lasciarono Sorrento, inviate dalla madre Moretti a riformare e rinnovare l?antico monastero di Rosano (fondato nel 780), presso Firenze e vi assunse il ruolo di Abbadessa.
Grande era il lavoro da fare. Madre Ildegarde scriveva in una lettera da Rosano del 21 novembre 1942:?Te lo puoi immaginare un vecchio, immenso Monastero che aspetta di riprender vita e dove tutto è da rifare, non materialmente, ma spiritualmente e intellettualmente? Il posto è molto bello e il Monastero pure? c?è un lavoro immenso da fare?, ma sono serena e intimamente piena di pace.? Tutte le sue energie erano tese alla restaurazione della vita monastica portandola alla totale fedeltà al carismo di San Benedetto.
Ebbe la grazia e la consolazione di un grande segno prodigioso nel suo Monastero: la lacrimazione della statua del Sacro Cuore. Durante il canto dei Vespri il 4 aprile del 1948, si osservò per la prima volta che dagli occhi della statua del Sacro Cuore scendevano delle lacrime. Nel giugno dello stesso anno si verificò un altro prodigio impressionante e insperato: la effusione di sangue. Questi fatti si verificarono ripetutamente tra il 1948 e il 1950. I fatti sono confermati dalle religiose e in particolare da Madre Ildegarde Cabitza Abbadessa del Monastero.
Madre Ildegarde tenne sempre in grande considerazione, unitamente al lavoro manuale, l?attività intellettuale. Pubblicò diverse opere:Cercate il Signore, Dono che non finisce, L?ascolto del monaco, Parole più su della terra, Pietre congiunte, San Benedetto, Studium orationis. Il 12 aprile 1956 fu eletta prima presidente della Federazione dei Monasteri Benedettini della Toscana. Morì in concetto di santità nel Monastero di Rosano il 28 agosto 1959 all?età di 54 anni.
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