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Pubblicato: marzo 25, 2012, 10:22pm CEST da admin
qui a lato: Beato Mariano de la Mata Aparicio (1905-1983) Mons. Agostino Gonon Vescovo di Moulins Verso le vette della Santità Sacerdotale * * * Esame sull'obbligo dell'Ufficio Divino * * * Vi adoro, Gesù, quale supremo religioso del Padre e cantore della sua gloria. In seno all'adorabile Trinità, o Verbo eterno, […]
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qui a lato: Beato Mariano de la Mata Aparicio (1905-1983)
Mons. Agostino Gonon
Vescovo di Moulins
Verso le vette della Santità Sacerdotale
* * *
Esame sull'obbligo dell'Ufficio Divino
* * *
Vi adoro, Gesù, quale supremo religioso del Padre e cantore della sua gloria. In seno all'adorabile Trinità, o Verbo eterno, siete il meraviglioso cantico che forma l'estasi delle divine Persone: splendor gloriae.
Durante i giorni della vostra vita mortale, o Verbo incarnato, avete modulato con tutta la vostra esistenza l'inno d'adorazione e d'amore, interrotto dalla caduta del primo uomo.
Il vostro canto allietava i cieli: Filius meus dilectus in quo mihi bene complacui (Mat. 3, 17). E avete voluto che gli accenti di quell'inno, eco pur esso del vostro cantico eterno, avessero risonanze perenni attraverso il tempo e lo spazio, attutendo l'aspro grido della rivolta e dell'odio del peccato, avvolgendo la creazione tutta in un mormorio armonioso e soave all'orecchio del suo divino Autore.
Ecco l'Ufficio, ecco il mio breviario che mi sono impegnato sub gravi a recitare quotidianamente, fin dal giorno puro e radioso del mio suddiaconato.
Quale stima nutro per tale dovere e come lo adempio?
1. - STIMA DEL DOVERE
Rifletto che recitando il breviario compio una funzione nobilissima?
E' la Chiesa che prega con le mie labbra, e Voi, Gesù, tributate i vostri omaggi al Padre con il mio cuore: Domine, in unione illius divinae intentionis qua Ipse in terris laudes Deo persolvisti, has Ubi horas persolvo.
Questi pensieri creando in me una convinzione profonda, mi faranno evitare il pericolo di considerare l'Ufficio come un'occupazione gravosa che si subisce e si tratta con leggerezza, o con impazienza o con disprezzo.
Com'è infelice l'espressione che si coglie sulle labbra di qualche sacerdote; «Sbarazzarsi del breviario»!
Penso che la meditazione e la recita del breviario sono il sole dei miei esercizi di pietà, mentre assicurano all'anima mia la necessaria respirazione e l'aiuto a disporsi continuamente alla devota celebrazione della S. Messa e al conveniente ringraziamento? Hymno dicto exierunt (Mat, 26, 30).
Riconosco di possedere nel breviario un mezzo eccellente per santificare ogni mia giornata?
La sua divisione, septies in die laudem dixi tibi corrisponde esattamente alle antiche sette divisioni diurne e notturne del tempo, implorando su ognuna di esse grazie e ausilii di celestiali influssi.
— So trovarvi un ammirabile e corroborante nutrimento per la mente e per il cuore, gustando i sentimenti ispirati dei salmi, penetrandomi degli splendidi insegnamenti contenuti nelle pagine tolte dalla sacra Scrittura, edificandomi colla narrazione delle vite dei Santi, attingendo direzione morale dagli anni e dagli oremus? I loro autori erano anime eminenti in santità, in dottrina, perfettamente idonee a informare altri ex animo. Il breviario recitato a dovere fornisce soggetti di meditazione, letture della Sacra Scrittura, letture spirituali, lezioni di teologia, e anche di sacra eloquenza nelle omelie dei Padri.
— Il breviario infine porgerà un sostegno alla disciplina interna e anche esterna della mia vita, se nella recita saprò attenermi ad una saggia distribuzione delle sue parti. —
Non merito in proposito il vostro rimprovero un po' amaro: Si scires donum Dei? (Ioan 4. 10).
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Pubblicato: marzo 19, 2012, 1:51am CET da admin
a lato: Beato Luigi Boccardo (1861-1936), presbitero Mons. Agostino Gonon Vescovo di Moulins Verso le vette della Santità Sacerdotale * * * RITIRO DEL MESE DI OTTOBRE IL SACERDOTE E IL SUDDIACONATO *** Quando Gesù invita un'anima all'intima familiarità con Lui sembra la lasci libera; dice infatti: Si quis vult venire post […]
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a lato: Beato Luigi Boccardo (1861-1936), presbitero
Mons. Agostino Gonon
Vescovo di Moulins
Verso le vette della Santità Sacerdotale
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RITIRO DEL MESE DI OTTOBRE
IL SACERDOTE E IL SUDDIACONATO
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Quando Gesù invita un'anima all'intima familiarità con Lui sembra la lasci libera; dice infatti: Si quis vult venire post me (Mat. 16, 24). Ma se l'anima consente, allora Egli pone delle condizioni che debbono essere ponderate seriamente da chi desidera impegnarsi a soddisfarle: Abneget semetipsum, tollat crucem suam et sequatur me.
Quale rischio però non accettare l'invito divino! Lo prova il fatto del giovane del Vangelo. Quando il Divino Maestro lo vide allontanarsi, quis vult venire post me, disse con mestizia: Quam difficile qui pecuniam habent, in regnum Dei introibunt! (Mare. 10, 23). Eppure aveva detto: Si vis!...
Mistero! Che cos'è dunque cotesta libertà? E' la libertà vera, quella che consiste nel determinarsi al bene, quella di cui si usa, e non si abusa. Sarà mai possibile rifiutare l'amicizia di un grande, senza alienarselo per sempre? E poi, se Gesù nella sua profferta d'amore esprime qualche esigenza, come non pensare ch'Egli stesso si farà nostro aiuto? Tollite jugum meum super vos, jugum enim suave est et onus meum leve (Matt. 11, 29). Dio dona quanto ordina.
Ma in realtà, quando chiama i suoi Apostoli non dice loro: Si vis; ma in tono dì comando Sequere me... venite post me. Mistero se si vuole; la vocazione, che si rivolge ad una volontà indipendente, le impone l'obbligo imprescrittibile d'orientare nel vero, di fissare nel bene l'uso della libertà. Ciò non toglie che si possa non obbedire; ma allora, salvo impossibilità fisiche o morali, si fa male, si può andare perduti.
Ogni sacerdote nel giorno indimenticabile del Suddiaconato fu posto nell'alternativa di avanzarsi verso l'altare o di recedere. Momento gravissimo quello in cui con solenne insistenza, il Vescovo gli disse: Iterum atque iterum considerare débetis attente, quod onus hodie ultro appetitis. Hactenus enim liberi estis... Fece però notare la meravigliosa bellezza di quel passo; si trattava di Deo, cui servire regnare est, perpetuo famulari. E con grande semplicità concluse: Si in sancto proposito perseverare placet, in nomine Domini, huc accedite 59).
E facemmo «il passo». Erano sacri gli obblighi contratti, le grazie ricevute dovettero essere abbondanti. Facciamole rivivere! oh, ne abbiamo bisogno! Il giogo forse non ci parve sempre soave né il peso leggero. Il ricordo della nostra vita passata, di certe ore soprattutto, può suscitare in noi una penosa confusione...
Non insistiamo di più! Misericordia Domini quia non sumus consumpti! (Thren. 3, 22). Siamo Suddiaconi per tutta l'eternità; meditiamo ciò che avremmo dovuto essere, ciò che vogliamo essere, ciò che siamo e saremo. Due parole comprendono tutto: Hostìam laudis.
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Pubblicato: marzo 11, 2012, 3:17pm CET da admin
qui a lato: Beato Francesco Spoto (1924-1964), presbitero e martire Mons. Agostino Gonon Vescovo di Moulins Verso le vette della Santità Sacerdotale * * * Preparazione alla morte IL «DIES IRAE» DEL SACERDOTE Timore e speranza. *** Mio Gesù, in ispirito precorro i giorni e mi vedo, dopo esalato 1′ ultimo respiro, ai vostri piedi […]
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qui a lato: Beato Francesco Spoto (1924-1964), presbitero e martire
Mons. Agostino Gonon
Vescovo di Moulins
Verso le vette della Santità Sacerdotale
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Preparazione alla morte
IL «DIES IRAE» DEL SACERDOTE
Timore e speranza.
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Mio Gesù, in ispirito precorro i giorni e mi vedo, dopo esalato 1' ultimo respiro, ai vostri piedi nell'attesa ansiosa del grave verdetto, che fisserà la mia sorte eterna. Protendo a Voi le braccia supplichevoli e vi scongiuro con fervore:
Inter oves locum praesta Et ab haedis me sequestra Statuens in parte dextra.
— Nel consacrarmi sacerdote, o Signore, mi avete «inviato come un agnello in mezzo ai lupi» e m'avete mandato alle vostre pecorelle; Ad oves quae perierunt domus Israel (Mat., 15, 24). Ricevendo il sacerdozio, ho risposto alla vostra chiamata; e Voi dite: Oves meae vocem meam audiunt! (Ioan. 10. 27).
Dovendo predicare e conquistarvi le volontà del miei fratelli illuminando le loro intelligenze, vi ho studiato in modo tutto speciale, assai più profondamente della maggioranza degli uomini; e Voi dite ancora: Cognoscunt me meae! (Ioan. 10, 14).
Poi, m'avete fatto pastore; ho custodito le mie pecorelle, le ho difese contro il lupo rapace; dono la vita per esse: Animam suam dat pro ovibus suis! (Ioan. 10. 11).
Signore, dunque sono dell'ovile; inter oves locum praesta!
— Nel consacrarmi sacerdote m'avete segregato dai peccatori: segregatus a peccatoribus (Hebr. 7. 26). Fedele alla mia missione d'apostolo, ho lottato contro di loro: Iniauitatem odio habui et abominatus sum (Ps. 118, 163). Nonostante le mie mancanze che ho cercato di correggere, che ho voluto espiare, non ho mai patteggiato con esse; malgrado tutto, sono davvero colui che in via peccatorum non stetit (Ps. 1. lì. Ogni giorno vi ho supplicato istantemente di preservarmi dalla loro tirannide: Ab homine iniquo et doloso erue me (Ps. 42, 1).
Maestro Divino, sulle soglie dell'eternità et ab haedis me sequestra.
— Nel consacrarmi sacerdote m'avete ammesso alla vostra intimità: Vos antera dixi amicos (Ioan. 15, 15). Data la mia situazione son sempre vissuto accanto a Voi: In atriis domus Domini, in medio tui, Jerusalem (Ps. 115, 8). In ogni ministero sacerdotale, ero identificato a Voi che, per parlare, vi servivate delle mie labbra; operando il miracolo della transustanziazione ho detto corpus meum, ed era il Corpo vostro; perdonando i peccati ho detto Ego te absolvo e Voi avete assolto. Ogni mattina con la Comunione della mia Messa realizzavate in maniera ineffabile le vostre parole: Ego in vobis et vos in me!
Maestro Divino, ammettetemi per sempre a quell'Intimità, alla quale mi avete iniziato! Statuens in parte dextra.
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Pubblicato: marzo 3, 2012, 10:40pm CET da admin
qui a lato: Beato don Michele Sopoćko (1888-1975), presbitero e confessore di Santa Faustina Mons. Agostino Gonon Vescovo di Moulins Verso le vette della Santità Sacerdotale * * * Esame sullo spirito liturgico * * * Vi adoro, mio Dio, mentre per bocca del Profeta mi svelate quanto sia grave la […]
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qui a lato: Beato don Michele Sopoćko (1888-1975), presbitero e confessore di Santa Faustina
Mons. Agostino Gonon
Vescovo di Moulins
Verso le vette della Santità Sacerdotale
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Esame sullo spirito liturgico
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Vi adoro, mio Dio, mentre per bocca del Profeta mi svelate quanto sia grave la negligenza nel vostro servizio: Maledictus qui facit opus Domini fraudulenter (Jerem., 48, 10). Il sacerdozio mi ha fatto vostro ministro; L'Opus Dei è il mio compito, vorrei dire il mio mestiere; ogni altra funzione m'è interdetta non solo perche tutto il mio tempo è o dev'essere assorbito dal mio ministero sacro, ma anche perché è sconveniente che l'homo Dei si lasci sopraffare dallo spirito dell uomo: Non potestis servire Deo et mammonae (Mat., 6, 24).
Ora, vi è uno spirito proprio di ciascuna carriera; e lo spirito proprio del ministero dell'altare è lo spirito liturgico. Chi non ne vive non può compiere il suo dovere come deve e forse già lo sovrasta il maledictus! Se l'argomento è di così alta importanza, devo esaminarmi in proposito e ricordarne la teoria e la pratica.
1. - TEORIA
La liturgia è il culto ufficiale della Chiesa. Sono compreso di questa definizione? Da vero Ecclesiastico sono consapevole del dovere che m'incombe d'istruirmi e di essere sempre bene al corrente di quanto riguarda le mie funzioni? Considero seriamente la liturgia, il cui aspetto teologico è fondamentale, connesso com'è alla virtù di religione? Non l'ho deprezzata considerandone soltanto le forme esteriori? — E anche queste le ho trattate con la gravità dovuta, senza la quale la mia adorazione mancherebbe di nobiltà? Penso alla maestà di Dio nei miei atti sacerdotali? — E non ho mai esagerato assumendo un contegno interiormente forzato, perchè privo dello spirito filiale, ed esternamente affettato, studiato, tutto sussiego, privo di quella semplicità che è segno di vera grandezza? — Illuminato da buoni studi comprendo che la liturgia conduce a Dio pel tramite del Cristo, con la Chiesa, nell'ordine gerarchico? Ci porta a Dio con il S. Sacrificio della Messa; ci pone alla sua presenza per lodarlo e confessarlo con 1' Ufficio Divino e ci offre cosi modo di santificarci coll'adorare Dio. — Ignaro di tali nozioni, ho forse privato e la mia devozione individuale e il mio apostolato di un elemento efficacemente benefico?