P. SILVIO MARIA GIRAUD
MISSIONARIO DELLA SALETTE
SACERDOTE E OSTIA
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LIBRO TERZO
LE VIRTU' SACERDOTALI
L'UNIONE A GESÙ CRISTO
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CAPITOLO PRIMO. LA VIRTÙ DI RELIGIONE
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Il Sacerdote è consacrato Vittima; deve quindi tendere a vivere sempre da vittima e aspirare alla unione perfetta con Gesù Cristo. Ma in qual modo potrà applicarsi ad una vita santa e divina quale si richiede dal suo stato così sublime? Come potrà diventare discepolo, amico, apostolo e Vittima perfetta di Gesù Ostia? Con la pratica delle virtù che corrispondono alla santità del suo stato. Nel Libro III tratteremo appunto delle virtù che sono in modo speciale quelle del Sacerdote nella sua vita di Ostia e dei mezzi per arrivare alla unione intima e perfetta con Gesù Cristo.
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Il Sacerdote, per vocazione, per stato e per grazia, è il perfetto Religioso di Dio. In quella guisa che è Sacerdote in tutta la sua persona e in tutto il suo essere, così è Religioso in tutta la sua persona e in tutto il suo essere. È questo il fine della sua elezione eterna, della sua segregazione da tutto ciò che è profano, dell'ammirabile consacrazione di cui egli è stato l'oggetto, e della unione incomparabile che si è compiuta tra GESÙ e lui, prima con l'ordinazione sacerdotale, poi con la celebrazione della Santa Messa. GESÙ, essendo l'Ostia perfettissima e unica del Padre, è la Religione oggettiva e Sostanziale del Padre. Il Sacerdote, in virtù del suo Sacerdozio e dell'unione ineffabilmente santa e perfetta che ha contratta per sempre con GESÙ Ostia, lui pure è, a modo suo in un senso verissimo, la Religione del Padre, poiché con GESÙ, per mezzo di GESÙ e in GESÙ, egli è pure l'umile, costante e perpetua Ostia del Padre. Il Sacerdote è dedicato a Dio, al culto, alla lode, alla gloria di Dio, a tutto ciò che dalla creatura richiedono la Maestà, la Santità, la Bontà e l'Essere infinito di Dio; esso è votato, dedicato e legato a questa eminente condizione, in una maniera così intima, assoluta, stabile e permanente che nulla di simile esiste in tutto il mondo creato, neppure nel mondo angelico. Chi dice Sacerdote, dice «l'uomo di Dio in tutta perfezione ed eccellenza»; (I Tm 6, 11; 2 Tm 3, 17). l'uomo della gloria di Dio; l'uomo creato formato e costituito, in tutto il suo essere, per questa divina gloria» (Is 63, 7); l'uomo dei disegni, degli interessi, della causa di Dio; l'uomo di tutto ciò che Dio è in se stesso, di tutto ciò che Egli vuole, di tutto ciò che risponde ai suoi diritti, alle sue intenzioni nella Creazione e nella Provvidenza, per la Redenzione, la Santificazione e la Rimunerazione delle anime. Il Sacerdote, a qualsiasi creatura che fosse. stupita di una vocazione così ammirabile, dovrebbe rispondere: «Ma, non sapete che io debbo dedicarmi a ciò che riguarda il Padre mio?» (Lc 2, 49). Sono queste le parole di GESÙ CRISTO; il suo Sacerdote ha tutto il diritto di appropriarsele; perché, in una parola, chi dice Sacerdote, dice GESÙ CRISTO.