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Pubblicato: marzo 25, 2012, 6:07pm CEST da admin
Esercizio di perfezione e di cristiane virtù composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J. *** TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA *** CAPO VII. Come si ha a fare l'esame particolare. * * * 1. Metodo di S. Ignazio. 2. Cavato dagli antichi Padri. 3. Sua soavità ed efficacia. 4. Esempio di fra Ginepro. * […]
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Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
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TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA
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CAPO VII. Come si ha a fare l'esame particolare.
* * *
1. Metodo di S. Ignazio.
2. Cavato dagli antichi Padri.
3. Sua soavità ed efficacia.
4. Esempio di fra Ginepro.
* * *
1. La seconda cosa principale che abbiamo proposto di trattare è, come si ha da fare quest'esame. Secondo il metodo di S. Ignazio (Exerc. spir. hebd. 1a: Examen particulare) ha l'esame particolare tre tempi, benché poi l'esaminarsi s'abbia a fare solo due volte. Il primo tempo è subito che ciascuno si leva la mattina, e allora ha da proporre di guardarsi con special diligenza da quel vizio, o difetto particolare, del quale si vuol correggere ed emendare. Il secondo tempo è al mezzo giorno, quando si ha da fare il primo esame, che contiene tre punti. Il primo è, domandare grazia al Signore di ricordarsi quante volte si è caduto in quel difetto del quale si fa l'esame particolare. Il secondo è, dimandare conto all'anima propria di quel difetto, o vizio, pensando da quell'ora in cui ciascuno si levò e in cui fece quel particolare proposito, sino all'ora presente, quante volte è caduto in esso. E si hanno a fare tanti punti in una linea d'un quadernuccio o librettino, che a quest'effetto ognuno ha da avere presso di sé, quante volte troverà esservi caduto. Il terzo giorno è, concepire un gran dolore d'essere caduto e domandarne perdono a Dio, proponendo di non cadervi più, particolarmente in quel resto del giorno, colla grazia del Signore. Il terzo tempo è la sera, prima di andare a letto, e allora si ha da fare l'esame la seconda volta, né più né meno che al mezzo giorno, tenendo i medesimi punti, e riflettendo come siano andate le cose dall'ultimo esame passato sino a quell'ora e notando in un'altra seconda linea tanti punti, quante volte si troverà che si è caduto.
E per potere èstirpare più facilmente e più presto quel difetto, o vizio, sopra del quale facciamo l'esame particolare, il nostro S. Padre mette quattro avvertimenti, che egli chiama addizioni. La prima, che ciascuna volta che l'uomo cade in quel vizio, o difetto particolare, se ne penta, mettendosi la mano al petto; il che si può fare ancorché si stia in presenza d'altri, senza che si accorgano di quello che si fa. La seconda è, che la sera, dopo fatto l'esame, confronti i punti dell'esame della mattina con quelli dell'altro esame della sera, per vedere se vi è stata qualche emendazione. La terza e quarta, che confronti anche il giorno d'oggi con quello di ieri, e la settimana, presente colla passata per il medesimo effetto.
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Pubblicato: marzo 18, 2012, 1:25pm CET da admin
Esercizio di perfezione e di cristiane virtù composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J. *** TRATTATO VII. DELL’ESAME DELLA COSCIENZA *** CAPO VI. Che non si deve mutare facilmente la materia dell’esame particolare; e quanto tempo sarà bene il farlo sopra una stessa cosa. * * * 1. Mutare spesso l’esame particolare è dannoso. 2. Insistere […]
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Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
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TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA
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CAPO VI. Che non si deve mutare facilmente la materia dell'esame particolare; e quanto tempo sarà bene il farlo sopra una stessa cosa.
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1. Mutare spesso l'esame particolare è dannoso.
2. Insistere fino a conseguir il fine.
3. Senza desistere.
4. Quando sarà conseguito?
5. Per mutar la materia consigliarsi col Padre Spirituale.
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1. Bisogna qui avvertire che non abbiamo da mutare facilmente la materia dell'esame, prendendo ora una cosa ed ora un'altra; perché questo è un andare, come si suole dire, l'aggirandosi, e non far viaggio; ma abbiamo da procurare di proseguire una cosa sino al fine, e poi mettersi dietro ad un'altra. Una delle cagioni per cui alcuni cavano poco frutto dall'esame particolare suole essere questa; perché non fanno altro, per così dire, che dare certi furiosi assalti, facendo l'esame sopra una cosa per otto o quindici giorni, o per un mese, e subito si stancano e se ne passano ad un'altra, senza aver conseguito quello che intendevano nella prima: e così danno un impetuoso assalto, e poi un altro. Come uno che pigliasse per impresa il tirar su per le coste d'un monte fino alla cima di esso una pietra grossa; e dopo averla tirata su un pezzo si stancasse e libera la lasciasse rotolare fino al basso, e di poi tornasse una e più altre volte a fare lo stesso; giammai, per molto che si affaticasse, finirebbe di collocare la pietra nel luogo preteso; così avviene a coloro i quali cominciano a far l'esame d'una cosa, e prima di condurla al fine e di conseguire il primo intento, la lasciano e ne pigliano un'altra e poi un'altra. Questo è stancarsi e non finir mai; «un imparar sempre, come dice l'Apostolo, senza giungere mai alla cognizione del vero» (II Tim. 3, 7). Questo negozio della perfezione non si acquista per via di certi impeti furiosi, che presto finiscono; ma bisogna con molta perseveranza insistere e pigliare a petto prima una cosa e poi l'altra, facendo sforzo sino a riuscire con essa, ancorché ci costi assai.
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Pubblicato: marzo 11, 2012, 2:01pm CET da admin
Esercizio di perfezione e di cristiane virtù composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J. *** TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA *** CAPO V. Come si ha a tirare e dividere l'esame particolare nelle parti e nei gradi delle virtù. * * * 1. Atti e gradi dell'umiltà. 2. Della carità fraterna. 3. Della […]
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Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
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TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA
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CAPO V. Come si ha a tirare e dividere l'esame particolare nelle parti e nei gradi delle virtù.
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1. Atti e gradi dell'umiltà.
2. Della carità fraterna.
3. Della mortificazione.
4. Della temperanza.
5. Della pazienza.
6. Dell'obbedienza.
7. Della povertà.
8. Della castità.
9. Vari gradi e pratiche per far bene le cose ordinarie.
10. Del far tutte le cose per Dio.
11. Per la conformità alla volontà di Dio.
12. Avvertenza.
* * *
1. Dell'umiltà.
1. Non dir parole che possano ridondare in mia lode e riputazione.
2. Non compiacermi quando un altro mi loda e dice bene di me; anzi pigliare da ciò occasione d'umiliarmi e di confondermi più, vedendo che non sono tale quale gli altri si pensano, né quale dovrei essere. E con questo si potrebbe congiungere il rallegrarmi quando è lodato un altro e si dice bene di lui. E quando di ciò avrò qualche dispiacere, o qualche movimento d'invidia, notarlo per difetto e per errore. E così ancora quando avrò qualche gusto e compiacenza vana del dirsi bene di me.
3. Non far cosa alcuna per rispetti umani, né per esser veduto e stimato dagli uomini, ma puramente per Dio.
4. Non scusarmi, e molto meno buttar la colpa addosso ad altri, né esteriormente, né interiormente.
5. Troncare e soffocare subito i pensieri vani, altieri e superbi, che mi vengono, di cose concernenti il mio onore e la mia riputazione.
6. Tener tutti per superiori, non solo speculativamente, ma praticamente, e nell'attuale modo di procedere con essi portandomi verso tutti con quell'umiltà e rispetto che si deve a superiori.
7. Accettar volentieri tutte le occasioni che mi si porgeranno in materia d'umiltà; e circa di ciò andar crescendo e ascendendo per questi tre gradi. 1° Tollerandole con pazienza: 2° con prontezza e facilità: 3° con gusto ed allegrezza. E non mi ho da quietare, sinchè non giunga a provare allegrezza e gusto nell'essere disprezzato e vilipeso, per assomigliare ed imitar Cristo nostro Redentore, il quale volle esser disprezzato e vilipeso per me.
8. Si può condurre l'esame particolare sì in questa materia, come in altre simili, facendo alcuni atti ed esercizi d'umiltà e di qualsisia altra virtù sopra della quale si farà l'esame particolare, sì interiori, come esteriori, a questo applicandomi tante volte la mattina e tante la sera, cominciando con meno e andando sempre aggiungendo di più, sinchè vada acquistando abito e consuetudine in quella virtù.
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Pubblicato: marzo 3, 2012, 8:46pm CET da admin
Esercizio di perfezione e di cristiane virtù composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J. *** TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA *** CAPO IV. Che l'esame particolare si ha da tirare sopra una cosa sola. * * * 1. Utilità di questa pratica. 2. Risposta ad un'obiezione. 3. Dividere in parti un vizio o una virtù. […]
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Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
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TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA
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CAPO IV. Che l'esame particolare si ha da tirare sopra una cosa sola.
* * *
1. Utilità di questa pratica.
2. Risposta ad un'obiezione.
3. Dividere in parti un vizio o una virtù.
4. Modo di fare ciò.
* * *
1. L'esame particolare sempre si ha da tirare sopra una cosa sola, siccome dice il nome stesso. E la ragione per la quale conviene che così si faccia è, perché in questa maniera questo mezzo è più efficace e di maggior effetto che se lo tirassimo sopra più cose insieme. Perché è cosa chiara, e la stessa ragione naturale ce lo insegna, che è molto più potente un uomo contro un vizio solo che contro tutti insieme. «Chi a più cose è intento, può meno attendere a ciascuna in particolare», dicono i filosofi. Chi molto abbraccia, poco stringe; e presi ad uno ad uno si vincono meglio i nemici. Questo modo di vincere i nostri nemici, cioè i nostri vizi e le passioni, dice Cassiano (CASS. Coll. 5, c. 14), ce lo insegnò lo Spirito Santo, dando l'istruzione ai figliuoli d'Israele circa il modo di governarsi con quelle sette genti e nazioni per vincerle e distruggerle. Non le potrete vincere tutte insieme; ma a poco a poco Dio vi darà la vittoria di tutte esse (Deut. 7, 28).