Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
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TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA
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CAPO III. Di due ricordi e avvertimenti importanti per far buona elezione della cosa sopra della quale si ha da tirare l'esame particolare.
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1. Prima i difetti esteriori.
2. Poi gl'interiori.
3. Spesso tolti gli interni, si dileguano anche gli esterni.
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1. Discendendo in questa materia più al particolare, si hanno qui da avvertire due cose molto principali. La prima, che quando vi sono difetti esteriori che offendono e scandalizzano i nostri fratelli, questi hanno da essere i primi che si ha da procurar di levare coll'esame particolare, ancorché vi siano altre cose interne di maggior momento. Come sarebbe se uno non è corretto nel parlare, o perché parla assai, o perché parla con impazienza e collera, o perché dice parole che possono mortificare il suo fratello, o forse parole di mormorazione e che possono oscurar alquanto un altro, o altre simili. Perché la ragione e la carità ricercano che prima leviamo via q nei difetti, che sogliono offendere e scandalizzare i nostri fratelli, e che procuriamo di vivere e conversare di tal maniera fra essi, che ninno possa lamentarsi né offendersi di noi, come dice il sacro Vangelo del padre e della madre del glorioso Battista; che cioè erano entrambi giusti dinanzi a Dio e vivevano senza querela dinanzi agli uomini (Luc. 1, 6). Questa è una gran lode d'un servo di Dio e una delle cose che ha da procurar assai un religioso che vive in comunità. Non basta che egli sia giusto dinanzi a Dio; ma ha da procurare che il suo modo di procedere nella religione sia tale, che niuno si possa lamentare di lui; che non si possa di lui dire alcun male. E se vi è qualche cosa che possa offendere, su questa si deve cominciare a tirare l'esame particolare.