Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
***
TRATTATO IV. DELL'UNIONE E CARITÀ FRATERNA
***
CAPO XX. Terza specie di unioni non buone: per alterare l'Istituto.
***
1. Gran male del collegarsi per alterare l'Istituto.
2. Costoro devono essere cacciati dalla religione.
3. Dio ispira i fondatori delle religioni.
4. Esempio di S. Francesco d'Assisi.
5. Eresiarchi e innovatori.
6. La Compagnia di Gesù confermata dal Concilio di Trento.
7. Stima in che l'ebbe Cardo Cervino.
8. Bolle dei Papi Gregorio XIII e XIV.
* * *
1. La terza specie di adunanze e di amicizie particolari è peggiore e più contraria all'unione è carità fraterna che le precedenti; ed è quando alcuni particolari s'uniscono e s'adunano fra di loro per alterare l'Istituto della religione e le cose statuite in essa santamente. S. Bernardo dichiara molto bene a questo proposito quel passo dei Cantici: «I figli della madre mia hanno preso a combattere contro di me» (Cant.1, 5); nel quale la Sposa si lamenta, in nome della Chiesa, di quel che ha patito dai suoi figliuoli. Non è, dice il Santo (S. BERN. Serm. 29, n. 2), perché non si ricordi quanto ha patito dai Gentili, dai Giudei e dai tiranni; ma piange più particolarmente quel che le penetra più dentro all'anima, che è la guerra che le fanno i nemici domestici e intrinseci, la quale è molto peggiore e più pregiudiziale di quelle che le possono fare quanti nemici sono di fuori.
Questo medesimo possiamo applicare alla religione, la quale è un membro principale della Chiesa e cammina coi passi medesimi coi quali ella ha camminato. I miei propri figliuoli, essa dice, hanno prese le armi contro di me. Io li ho allevati, li ho fatti ammaestrare negli studi e li ho addottrinati con tanta mia spesa, travaglio e fatica; e queste armi, che ho date loro acciocché combattessero con esse contro il mondo e convertissero anime a Dio, le hanno rivoltate contro di me, e con esse fanno guerra alla loro stessa madre. Considerate se questo è dolore da sentirsi!
Ma sebbene è cosa da sentirsi grandemente, non abbiamo da meravigliarci di simile persecuzione; poiché lo stesso S. Francesco in vita sua l'ebbe nella sua religione. E la Chiesa cattolica, anche mentre vivevano i Santi Apostoli, patì questa persecuzione dai suoi propri figliuoli, i quali se le ribellavano con errori ed eresie che inventavano. Vanno i membri seguendo il loro capo, che è Cristo, il quale camminò per questa strada dei travagli e delle persecuzioni; perché con esse si purificano meglio gli eletti, come l'oro nel crogiuolo. E così l'Apostolo S. Paolo disse: «Fa di mestieri che vi siano anche delle eresie, affinché si palesino quelli che fra voi sono di buona lega» (I Cor 11, 19). E Cristo nostro Redentore, come si legge in S. Matteo, dice: «Necessaria cosa è che vi siano degli scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale viene lo scandalo» (Matth 18, 7), Vi hanno da essere scandali nella Chiesa, scandali vi hanno da essere nella religione: questo non si può evitare, perché siamo uomini; ma guai a colui che sarà cagione di tali scandali: sarebbe meglio per lui ch'egli non fosse nato.