1. Un piano nazionale di formazione degli insegnanti sui temi che riguardano la violenza di genere, che si vuol far credere sia dovuta alle differenze (nella propaganda chiamate ?stereotipi?) tra maschio e femmina.
E? questo uno degli scopi del Progetto ?Gender School, docenti in prima linea? (1) che è già fruibile su un ambiente online dedicato, pieno di ?lezioni? (sic!) e di materiali costantemente a disposizione degli iscritti.
NO, non si tratta della solita iniziativa delle lobbies LGBT, ma è invece una iniziativa del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso Indire.
2. Cos?è Indire?
Indire è un ente di ricerca del Ministero della Pubblica Istruzione, noto per la gestione di Erasmus (2) il sistema di interscambio dell?Unione europea per studenti universitari.
Ma Indire è anche molto di più: è parte del Sistema Nazionale di Valutazione in materia di istruzione e formazione. In questo ambito, sviluppa azioni per il ?miglioramento? (ri sic!) della didattica e del contesto scolastico.
Infine, Indire rappresenta l?Italia in numerosi consessi internazionali riguardanti la scuola.
3. Il piano nazionale di cui si parla, è stato presentato negli ultimi giorni del ministero leghista Bussetti e varato il 18 settembre 2019, facendo il ?pieno? di iscrizioni al punto da mandare in tilt il sistema.
Con una facile ricerca su Google si rileva che sono centinaia le scuole che hanno già invitato i propri docenti ad inserirlo nella propria formazione obbligatoria prevista dal Ptof.
Se al momento il software non sembra funzionare, non c?è da farsi illusioni: lo Stato fornisce Indire di soldi infiniti e prima o poi andrà a regime.
A quel punto, l?ideologia gender sarà inoculata direttamente nel corpo docente, saltando gli Uffici scolastici provinciali, regionali e il controllo delle Regioni. E, con il pretesto del contrasto alle discriminazioni (3) e un bell?attestato in mano, nemmeno il dirigente scolastico potrà fermare gli insegnanti inconsciamente trasformatisi in attivisti gender.
4. Che fare?
E? facile lanciare l?anatema contro l?incapace ministro dell?istruzione leghista: ci limitiamo a far osservare che chi oggi recrimina, probabilmente ieri nutriva delle speranze.
Più importante, invece, sottolineare la radicale incapacità di incidere dei movimenti del ?Family day? che, anche in queste ore, stanno sottoponendo inutili manifesti ai partiti di centro-destra? con il risultato che già abbiamo visto.
Tuttavia, più di ogni altra cosa, occorre essere concreti e seguire le esperienze vincenti.
E? tempo di elezioni scolastiche (4) ed è certamente opportuno ripetere indicazioni operative per un autentico contrasto al gender:
– per chi ha i figli alle superiori: presentare liste entro il 31/10 (5)
– per i genitori, invece, si raccomanda di non candidarsi, ma di costituire Comitati esterni alla scuola (6)
– per gli insegnanti: costituire reti e operare sottotraccia.
FattiSentire.org
Bologna, 17/10/2019
Note.
(1) Cfr. [www.indire.it]
(2) Cfr. [https:]]
(3) Cfr. [www.fattisentire.org]
(4) I decreti delegati sono il modo con cui lo Stato totalitario impedisce da quasi 40 anni un?incisiva presenza della famiglia nelle scuole di Stato.
(5) Cfr. [https:]]
(6) Tali Comitati devono via via studiare la normativa scolastica, munirsi di avvocato, avere relazione con gli esponenti locali dei partiti.
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