Forte presa di posizione della capogruppo Lega di Modena: “Ancora una volta le lobby LGBT+, che a gran voce chiedono pseudodiritti […] dimostrano di non avere il benché minimo rispetto per i diritti e la sensibilità altrui“.
Per gli emiliano-romagnoli: chiediamo agli esponenti del centro-destra di prendere posizione e contrastare anche i pride di Bologna (22/6) e Rimini (27/7).
Per chi vuole fare di più, qui alcune facili attività: [https:]]
COMUNICATO
Leggo sulla stampa e colgo l’occasione per condividere il comunicato di Giovanni Malfara’, rappresentante del Comitato “San Geminiano Vescovo”, che organizza la processione riparatrice il 1° giugno [approvata dal vescovo Mons. Castellucci, NdR] e aggiungere alcune considerazioni.
Il bacio saffico di fronte al Sacro Cuore è gravemente offensivo non solo per i cattolici.
È una sfida al senso religioso presente in ognuno di noi e potrebbe rientrare a pieno titolo fra i reati contemplati dalla legge Mancino, se come cattolici non fossimo così “tolleranti” da subire questi affronti rinunciando alla nostra identità e alle nostre radici cristiane.
Mi chiedo chi avrebbe il coraggio di una simile provocazione nei confronti di un simbolo mussulmano.
Ancora una volta le lobby LGBT+, che a gran voce chiedono pseudodiritti e pretenderebbero una legge sull’omofobia o sull’omotransnegativita’ (recente progetto in Regione Emilia-Romagna), dimostrano di non avere il benché minimo rispetto per i diritti e la sensibilità altrui.
Mi preme ricordare che ogni persona ha gli stessi diritti, per cui sorprende leggere nella piattaforma politica Modena Pride 2019
alcune richieste che costituirebbero un privilegio ingiustificato: “… l?accesso uniforme e gratuito su tutto il territorio nazionale ai servizi e ai farmaci per le persone trans*.” e l'”Attivazione obbligatoria di procedure di carriera Alias per le persone trans* e non binarie in tutti gli uffici pubblici, con buone prassi estensibili a tutti i luoghi di lavoro, e per gli iscritti all?Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.”.
Ora le persone LGBT+, dove + comprende altri acronimi tra cui: “I” (intersessuali), “A” (asessuali), “P” (pansessuali) e “K” (kinky), in nome della non discriminazione, chiedono di essere considerati “più uguali di altri”, citando Orwell.
Questi acronimi parlano dell’ufficializzazione, sdoganamento e promozione in senso positivo di comportamenti sessuali che in occasione del pride verranno ostentati e, come già in in altre città, potranno assumere anche a Modena caratteristiche di esibizionismo, di blasfemia e di atteggiamenti (a maggior ragione in presenza di minori) offensivi alla sensibilità, al pudore e alla pubblica decenza.
Disdicevole perciò che il Sindaco Muzzarelli e la sua Giunta, con le delibere 40 e 88/2019, abbiano concesso il patrocinio del Comune di Modena, oltre all’esenzione dal pagamento della Tosap e la stampa gratuita di materiale pubblicitario presso la
stamperia comunale, all’ARCIGAY Modena Matthew Shepard per l’iniziativa ?Modena Pride 2019 – Diritti al centro?.
Va da sè che se il PD-Comune di Modena e il PD-Regione Emilia-Romagna patrocinano il Pride, sono consapevoli del significato degli acronimi di cui sopra e li sostengono politicamente e culturalmente.
Nel “lasciar fare” dei nostri amministratori vengono de facto imposti i contenuti del Pride a tutti quei cittadini che prendono le distanze dall’ideologia del gender, dal totalitarismo del pensiero unico e del “politicamente corretto?.
Luigia Santoro
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