Il 15 ottobre 2018 la Regione Emilia-Romagna ha diffuso la relazione annuale sugli aborti procurati nel 2017, vantando un calo di 558 unità (bambini), pari al -7% rispetto al 2016.
Pillole abortive e fertilità. Anche quest?anno l?Assessorato alla Sanità nasconde i dati relativi alla distribuzione delle c.d. ?pillole del giorno dopo? (in ER gratuita per le donne fino a 26 anni) che, come è noto. in alcuni casi agiscono come abortivo (1).
Persino la relazione sul 2016 del Ministro della Salute ammette, tra le cause della diminuzione degli aborti negli ospedali, «un incremento significativo» delle vendite di tali pillole: si sta parlando di oltre 400.000 confezioni di pillole dei 3 e dei 5 ?giorni dopo? vendute ad uso privato!
Tuttavia per l?Emilia-Romagna c?è un dato in più: in una recente risposta ad interrogazione, la Regione ha svelato che «nei primi sei mesi del 2018 sono state richieste dalle strutture consultoriali 636 confezioni di contraccettivi d?emergenza».
A quanto sopra si deve aggiungere il costante calo della popolazione femminile in età fertile (Relazione, pag.21) e l?aumento dell?infertilità: «Su 10 coppie il 20% circa ha difficoltà a procreare: 20 anni fa la percentuale era circa la metà».
Dunque, diminuendo il numero delle donne che possono restare incinte (2) e regalando ca. 1.300 confezioni all’anno di pillola ?del giorno dopo?, è evidente che in Emilia-Romagna non c?è nessuna diminuzione del numero di aborti.
Educazione sessuale e prevenzione. Nella Relazione ci si vanta inoltre delle ?Azioni? messe in atto per la ?prevenzione? dell?aborto. Anche in questo caso, sembra ci sia invece da vergognarsi perché gli «interventi di educazione all?affettività e sessualità» ottengono risultati opposti a quelli attesi (3). Vediamoli telegraficamente:
- la crescente epidemia di sifilide e epatite A (e altre MST) in tutte le province è il fatto più significativo, che anche quest?anno è assente dalla Relazione (4);
- le IVG ripetute (donne che hanno già abortito) sono – da oltre 10 anni – attorno al 30%;
- dai Consultori Familiari viene il 71% delle autorizzazioni ad abortire; il 78% delle ragazze sotto i 24 anni si rivolge al Consultorio;
- il 42,2% delle donne che abortiscono ha meno di 30 anni; di queste il 2,3% sono minorenni
- più tempo si fa educazione sessuale a scuola e più si abortisce: il 46,5% ha un diploma; il 13,2% è laureata.
La vera prevenzione è rifiutata dalla Regione innanzi tutto per la mancata apertura dei Consultori all?opera delle Associazioni che davvero la fanno. Queste, da anni, riescono a far proseguire la gravidanza alle donne fornendo dei piccoli aiuti.
Infine, se non si analizzano le motivazioni per cui si ricorre all?aborto non si potrà prevenire.
La diffusione di una ?cultura di morte? da parte della Regione Emilia-Romagna ha radici ideologiche che portano a rifiutare i fatti e la realtà: è da ricordare che pochi mesi orsono una proposta di legge intesa a ridefinire il ruolo dei Consultori, è stata bocciata senza discussione.
COMUNICATO STAMPA
FattiSentire.org – Bologna, 17/10/2018
NOTE
- Mentre gli aborti procurati dalle ASL con la pillola RU486 (il c.d. ?pesticida umano?, somministrato fino al 49° giorno di gravidanza) sono considerati IVG (29,5% degli aborti), le pillole dei 3 e 5 giorni dopo sono artatamente considerate contraccettivi.
- E? quantomeno curioso che il tema dell?infertilità e dell??inverno demografico?, tanto enfatizzati per la diffusione fecondazione artificiale, siano assenti dalla Relazione.
- Sono stati stanziati 390.000 ? per l?educazione sessuale, che ha così colpito 43.812 adolescenti (dai 14 ai 19 anni), pari al 18,9% della popolazione target. Lo scorso anno erano 41.428, pari al 18,1%.
- Le malattie a trasmissione sessuale (MTS) sono anche un importante fattore di infertilità (sia femminile che maschile) perché danno origine ad alterazioni spesso irreversibili nel funzionamento degli organi della riproduzione. Si innesca così un micidiale circolo vizioso: dall?aborto l?educazione sessuale, da questa le malattie, dalle MTS la Fivet.