Il governo Conte ha ottenuto la fiducia, con un largo margine, alla Camera e al Senato, ma soprattutto nasce con un ampio sostegno popolare.
I sondaggi attribuiscono infatti alle due forze politiche che lo esprimono, Cinque Stelle e Lega, circa il 60% dei suffragi.
Nessun governo come questo è stato però avversato dalla quasi totalità dei mass-media italiani.
Antonio Socci ha ben descritto questo ?pregiudizio universale? su Libero (3 giugno), mentre Marco Travaglio, su Il Fatto quotidiano (6 giugno), ha pubblicato una lunga antologia dei pesanti giudizi riservati al governo nascente da pressoché tutti i giornali, di sinistra e di destra.
Conte è stato accusato di essere un «amico del popolo come Marat» (Corriere della Sera, 18 maggio) e di preparare «un futuro venezuelano» per l?Italia (Il Foglio 16 maggio). «C?è un caso Italia in Occidente», ha scritto il direttore de La Stampa (27 maggio), mentre per il direttore di Repubblica, «l?impasto di inesperienza, improvvisazione e arroganza non tarderà ad emergere. Allacciate le cinture» (2 giugno).
Questa faziosità ideologica si è tradotta in una violenta intolleranza nei confronti del nuovo ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, colpevole di essersi espresso a favore della famiglia naturale, tutelata dall?articolo 29 della Costituzione, di avere rilevato l?esistenza di una crisi demografica in Italia e di avere partecipato alla Marcia per la Vita del 19 maggio.
In un?intervista rilasciata al Corriere della Sera (2 giugno) e in una lettera indirizzata al quotidiano Il Tempo (4 giugno), Fontana ha ribadito con forza le sue opinioni.
L?on. Salvini ha rilevato, non a torto, che queste idee non fanno parte del contratto di governo. C?è da osservare però che l?Italia è una Repubblica parlamentare in cui al Governo spetta la funzione esecutiva e al Parlamento quella legislativa.
Per quasi trent?anni, dal 1963 al 1992, l?Italia è stata governata da due forze politiche, la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista, che sui temi riguardanti la famiglia e la morale avevano visioni contrapposte.
Il divorzio non era nel programma del governo Colombo (1970-1972), né l?aborto in quello del governo Andreotti (1978-1979), che si sosteneva con l?appoggio esterno del Partito comunista.
Eppure alcuni parlamentari laicisti presentarono le proposte di legge a favore del divorzio e dell?aborto, che furono rispettivamente approvate, nel 1970 e nel 1978, da maggioranze Parlamentari che non riflettevano la posizione dell?esecutivo.
Quando i presidenti del Consiglio e della Repubblica democristiani furono accusati di avere sottoscritto leggi che erano contro la propria coscienza di cattolici, essi risposero di aver semplicemente controfirmato leggi fatte dal Parlamento, e non dal governo.
Ebbene, nel nuovo Parlamento, non potrebbe crearsi una maggioranza trasversale che imponga dei cambiamenti legislativi in difesa della vita e della famiglia, anche se ciò non fa parte dell?accordo di governo? L?Italia ha cessato di essere una Repubblica parlamentare?
Il ministro Fontana, nella sua bella lettera a Il Tempo, ha dichiarato: «Non ci spaventa affrontare la dittatura del pensiero unico. (?) Abbiamo le spalle abbastanza larghe per resistere agli attacchi gratuiti rispondendo con l?evidenza dei fatti, la forza delle idee e la concretezza delle azioni».
Sappia il ministro, di non essere solo.
Dietro di lui ci sono gli uomini di buon senso, coloro che considerano una follia la teoria del gender, che rifiutano come innaturali le unioni omosessuali, che sono decisi a difendere la famiglia normale, fondata sul matrimonio indissolubile, composta da un uomo e da una donna; coloro che si propongono di mettere al mondo dei figli e di educarli e formarli, per farne dei buoni cittadini della terra e del Cielo.
Il ministro può contare sull?aiuto di questi uomini di buona volontà, ma può contare soprattutto sull?aiuto del Cielo, che non abbandona chi non si vergogna di proclamarsi cattolico, difende la legge naturale e combatte contro i nuovi barbari per il più nobile degli ideali che è la restaurazione della Civiltà cristiana, l?unica civiltà della storia degna di questo nome.
(Roberto de Mattei, per [https:]