Il battesimo del Signore
Due massime figure si incontrano: il Precursore e il Messia. Chi è stato il Battista e perché Gesù ha voluto esser battezzato?
di Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP
fondatore degli Evangeli Praecones
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Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo". [9] In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Mc 1, 6-11).
Nel passo del Vangelo di domenica, 12 gennaio, tratto da San Marco, abbiamo il racconto del battesimo più simbolico di tutta la storia. È interessante conoscere preliminarmente i retroscena in cui si è svolto questo fatto così significativo.
Una voce chiama nel deserto
Tagliando l’antica terra di Israele da nord a sud, il fiume Giordano deve la sua importanza agli eventi storici che si sono verificati lungo il suo corso, più che al fatto di essere un elemento indispensabile per il mantenimento della vita in quell’arido territorio.
Era stato palco di molti miracoli e aveva assistito a scene grandiose, nelle quali era brillata la giustizia di Dio. Tuttavia, intorno all’anno 28 della nostra era, quello che avvenne superò di gran lunga tutto il passato. Giovanni, figlio del sacerdote Zaccaria, lasciò il suo isolamento nel deserto e cominciò a percorrere la regione del fiume, "predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati" (Lc 3, 3).
A corroborare la sua autorità morale, il Battista aveva la sua vita di penitente del deserto, straordinariamente santa e mortificata: "Andava vestito di manto di cammello e portava una cintura di cuoio ai fianchi, e si alimentava di locuste e miele selvatico". Aumentava la sua reputazione, la sua nascita miracolosa, a molti ben nota.
Inoltre era noto tra il popolo eletto che era stata profetizzata la venuta di un precursore del Messia: "Com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri’" (Lc 3, 4).
Le sue esortazioni provenivano, così, da uno con tutte le credenziali di autenticità per condurre alla conversione.
Grande commozione in Israele
Erano circa 400 anni che nessun profeta faceva udire la sua voce in Israele.
Nulla di più esplicabile, dunque, dell’entusiasmo causato da San Giovanni Battista. Da tutte le parti affluivano moltitudini per ascoltarlo. Vedendole davanti a sé, egli le ammoniva, e le sue parole penetravano a fondo nelle anime, portando molti al pentimento: "Egli diceva: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Mt 3, 2).
Simbolo della purificazione della coscienza, necessaria per ricevere questo "regno dei cieli" che era "prossimo", il battesimo conferito da San Giovanni confermava la buona disposizione dei suoi ascoltatori. "Confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano", racconta San Matteo (3, 6).
Israeliti di tutte le classi accorrevano dal profeta della penitenza, ben disposti a purificare il loro cuore. Ma, vi erano anche gli oppositori. Sadducei, farisei e dottori della legge, che lo avevano visto inizialmente di buon occhio, non tardarono a votargli una profonda antipatia. Infastiditi per la sua straordinaria influenza, irritati per le predicazioni, nelle quali condannava i vizi in cui essi incorrevano, cominciarono ad agire contro Giovanni. Misero in discussione il suo diritto a battezzare e gli prepararono delle insidie. Dimostrando grande sagacità, San Giovanni non si lasciò imbrogliare.
Inesorabile verso gli ipocriti e i superbi, il profeta si mostrava dolce con i sinceri e gli umili. "Preparatevi!", ripeteva instancabilmente, "aprite la via del Signore!".
Gli si affiancarono discepoli, che lo assistevano nel suo ministero, e che passarono a costituire un modello di pietà più fervente.
Infine, la sua predicazione produceva un grande movimento popolare verso la virtù, come mai si era visto nella storia di Israele.
Incontro con il Messia
La missione del Precursore era preparare le vie del Messia. Viveva, pertanto, nell’attesa dell’incontro con Lui.
Non aspettò molto tempo. Un giorno notò la presenza di Gesù nel mezzo dei pellegrini. Preso da una soprannaturale emozione, si chinò verso il nuovo venuto, esimendosi dal darGli il battesimo: "Io ho bisogno di esser battezzato da te e tu vieni da me!".
Gli rispose, però, Gesù: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Obbediente, San Giovanni Lo immerse nel Giordano.
Non appena uscì dall’acqua, Gesù si mise a pregare. Allora il cielo si aprì e lo Spirito Santo scese su di Lui nella forma di una colomba. "E si udì dai cieli una voce: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".
Missione conclusa
Qualche tempo dopo aver battezzato il Messia, San Giovanni si avvia verso il martirio, lasciando la scena storica, come egli stesso aveva predetto: "Egli deve crescere ed io, invece, diminuire" (Gv 3, 30). Era entrato in scena il Salvatore, era compiuta la missione del Precursore. Gli restava soltanto l’ultimo atto della sua grandiosa vita: il martirio.
Come afferma San Tommaso d’Aquino, "tutto l’insegnamento e l’opera di Giovanni erano preliminari all’opera di Cristo, come l’opera del praticante e dell’operaio inferiore è preparare la materia perché riceva la forma introdotta poi dal principale artefice".
I grandi artisti ebbero apprendisti che dipinsero le parti meno importanti dei loro quadri, occupandosi appena degli aspetti essenziali. Anche i grandi intagliatori ebbero aiutanti che affilavano gli strumenti, pulivano l’atelier, compravano i legni adatti, ecc.
Questo fu il lavoro di San Giovanni: preparare la venuta di Nostro Signore.
Davanti all’altissima vocazione del Battista, i Dottori della Chiesa espressero sempre grande ammirazione. San Tommaso d’Aquino, per esempio, collocava Giovanni tra i profeti del Nuovo Testamento. Se lo considerassimo dell’Antico — diceva l’Aquinate — sarebbe più grande di Mosè.
Già San Francesco di Sales vede Giovanni come profeta dell’Antico Testamento, l’ultima luce della Legge mosaica e — dice senza titubare — la maggiore.
Comunque sia, la grandezza di Giovanni era tale che lo stesso Gesù dichiarò che lui era più che un profeta, aggiungendo questo elogio supremo: "Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista" (Mt 11, 11).