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Il Corrierone, il Polo e l'immaturità

L'articolo apparso sulla prima pagina del Corriere della Sera del 1 ottobre u.s. - "Un esame di immaturità" a firma di Angelo Panebianco - costituisce il classico esempio del travisamento cui l'attività parlamentare del Polo per le Libertà viene sottoposta dai media di regime.

Sul tema della nuova maturità, infatti, il Polo sarebbe colpevole di fare opposizione con "tesi assurde", non chiedendo "l'abolizione dell'esame di Stato", ma limitandosi a chiedere che "nelle scuole private l'esame di Stato" sia "affidato agli insegnanti delle medesime".

Il Polo ha dimenticato di chiedere l'abolizione dell'esame di Stato? Oppure è il quotidiano milanese a dimenticare che la coalizione di Governo ha ceduto su molto - l'accettazione della parità di trattamento per i candidati esterni che sostengono gli esami di idoneità nelle scuole statali e scuole libere la dice lunga sulla presunta volontà di lotta ai diplomifici -, ma non sulla possibilità di un minore controllo delle scuole non statali?

Con la battaglia sull'esame di maturità il Polo ha dimostrato una coesione sui valori fondanti le libertà, innanzi tutto sulla possibilità di libertà culturale delle nuove generazioni: è questo che, in fondo, irrita il Corrierone. Non la difesa di interessi, non la denuncia di maggiori costi dovute alle commissioni più numerose, non la ricerca di un facile consenso studentesco per una maturità più facile, non il tentativo di attirarsi le simpatie di un mondo cattolico sempre più tiepido: soltanto la difesa del principio secondo cui, in campo educativo, lo Stato ha un ruolo sussidiario rispetto alla famiglia e alle istituzioni cui essa dà vita.

Ed é una difesa che diviene sempre più consapevole di come l'Ulivo stia cercando - attraverso provvedimenti apparentemente innocui come la riforma della maturità - di contrabbandare un sistema educativo teso solo a produrre cittadini docili: siamo assai lontani dalla "pura demagogia", incredibilmente denunciata dall'incredibile pulpito del Corriere della Sera.

David Botti, 1 ottobre 1997